La sentenza numero 04943/15 del Tar Lazio ha confermato la posizione dell’Antitrust in merito alla pubblicità sanitaria, ritenendo non compatibili con le norme in tema di liberalizzazione del mercato alcuni articoli del Codice di Deontologia medica, in particolare quelli sul decoro ed i messaggi pubblicitari. Inoltre ha confermato l’impossibilità di sanzionare gli iscritti da parte della FNOMCeO.

ANDI si sta dunque impegnando per individuare dei margini per arginare il fenomeno.

Pubblicità

“Se non ci sono li troveremo e come ANDI abbiamo già realizzato il nostro Codice Etico che prevede limiti molto più restrittivi di quelli del Codice Deontologico Medico e ci permette di sanzionare i nostri Soci, liberamente iscritti al Sindacato”, dice il Presidente ANDI Gianfranco Prada.

“Il problema della pubblicità sanitaria – continua Prada – non è di concorrenza, di voler impedire agli studi odontoiatrici di farsi conoscere ma del tipo d’informazione data al cittadino”.

“Quanti messaggi pubblicitari risultano fuorvianti se non errati e cercano di indurre il cittadino a ‘comprare’ un determinato tipo di prestazione, al di là delle sue esigenze cliniche”.

Prada inoltre ritiene sia un fattore di primaria importanza “impedire che il cittadino venga indotto a sottoporsi a terapie inutili se non dannose, impedire che vengano create finte illusioni in un settore come quello della salute estremamente delicato.”.

“La sanità – spiega Prada – non è un bene da vendere ma un valore da promuovere e questo non lo si ottiene cercando di convincere più cittadini possibile a comprare una cura ma sensibilizzandoli e lasciando lavorare, secondo scienza e coscienza, i medici ed i dentisti”.

“Come ANDI stiamo valutando di sottoporre all’attenzione dell’Authority i messaggi pubblicitari che riteniamo scorretti o fuorvianti chiedendo di sanzionare lo studio odontoiatrico che li ha veicolati”.

“Come può passare un messaggio che propone uno sconto percentuale sul prezzo medio di una prestazione odontoiatrica quando non esiste, per legge, un tariffario. Non si tratta di decoro professionale, questa è una pubblicità ingannevole”, sostiene Prada.

ANDI contro l’autorizzazione della pubblicità in ambito sanitario: la sanità non è un bene da vendere - Ultima modifica: 2015-04-16T13:31:15+00:00 da redazione

1 commento

  1. Sono fermarmente convinto sulla dichiarazione del dott PRADA .Aggiungo che questi controlli devono essere allargati a studi così pubblicizzati come centri ODOIATRICI , molteplici condotti da odontotecnici . Con coperture di medici di odontoiatri consapevoli , eseguendo anche pubblicità ingannevole con danni notevoli ai cittadini che vengono attratti da questa pubblicità

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