Istituto Curie: ipnosi al posto dell’anestesia

Dentist standing behind dentist's chair

L’Istituto Curie di Parigi ha dichiarato di voler utilizzare in alcune operazioni l’ipnosi come alternativa all’anestesia. Secondo Enrico Facco, docente di Anestesia e rianimazione del Dipartimento di neuroscienze dell’università di Padova, l’ipnosi è una tecnica efficace che però “non può sostituire completamente l’anestesia. Solo un terzo circa dei pazienti, infatti, può fare un intero intervento con questa tecnica che è legata alla capacità del paziente stesso di entrare in stato ipnotico”.

Per Facco – pioniere di questo tipo di interventi – bisogna ricordare che “l’ipnosi fa leva sulle capacità soggettive del paziente, non dipende dunque dalla bravura di chi la induce. In generale, 3 o 4 pazienti su 10 riescono ad entrare in uno stato ipnotico che permette un intervento o, in odontoiatria dove viene spesso usata questa tecnica, l’estrazione di un dente. Possiamo stimare, poi, un 5-10% di persone non ipnotizzabili del tutto”.

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Il resto della popolazione può avere effetti analgesici minori ma, in ogni caso, “in almeno l’80% dei pazienti questa tecnica ha una grande efficacia nell’aiutare a vivere le cure con serenità, a ridurre l’ansia e l’angoscia della sala operatoria, di cure invasive o diagnosi difficili”, dice l’esperto. 

Istituto Curie: ipnosi al posto dell’anestesia - Ultima modifica: 2015-02-08T16:48:41+00:00 da redazione

6 Commenti

  1. Penso che nel futuro dell’Odontoiatria ci saranno le Neuroscienze, e in questo ambito, anche applicazioni cliniche come l’ipnosi. Personalmente vorrei raccontarvi un episodio di vita famigliare della fine anni 60. Mio padre stava facendo un corso di ipnosi odontoiatrica e portò a casa delle audio cassette che ascoltai con immensa attenzione. Io ero pubere e mio padre dentista quarantenne (ora ha 93 anni Elio, e gode di ottima salute). Scusate la divagazione famigliare ma gli anni 60-70 sono stati davvero formidabili per l’odontoiatria clinica nella ricerca scientifica.

  2. Nel corso della mia esperienza di oltre 20 anni in merito alle medicine non convenzionali in odontoiatria per le quali ho tenuto anche master universitari dal 2000 al 2008, ho potuto verificare che il valore aggiunto dell’ipnosi è quello di ottenere una condizione del paziente simile alla sedazione che si usa nell’ endoscopia ma senza farmaci. Questo ribadisce la necessità di una anestesia locale in molti casi. Diversamente l’utilizzo dell’agopuntura nel controllo del dolore in odontoiatria puo’ afferire a risultati interessanti come ad esempio nella nevralgia del trigemino o nei dolori atm. dr Paolo Visalli Roma

    • Caro Paolo, comunque ci muoviamo nell’area delle Neuroscienze con la consapevolezza che quanto più alta è la conoscenza tanto meno i pazienti avranno timore e supereranno il “muro del suono” del professionista che non si sintonizza con lui.

      • Carissimo Mauro in tal proposito ho scritto un articolo sui neuroni specchio su dental tribune di un paio di anni fa’ . Se vuoi puoi trovarlo come articolo web sulla testata del giornale

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