Le lesioni endo-parodontali (EPL) rappresentano una sfida clinica complessa per l’odontoiatra, poiché coinvolgono contemporaneamente la polpa dentaria e i tessuti parodontali. Queste condizioni si sviluppano attraverso connessioni anatomiche come canali accessori, tubuli dentinali o fratture radicolari, che favoriscono la diffusione microbica tra endodonto e parodonto. Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori delle università di Liverpool, Manchester e Londra, ha proposto un aggiornamento pratico sulla diagnosi e sulla gestione di queste particolari lesioni.

Diagnosi integrata

Riconoscere una EPL richiede un approccio multidisciplinare. L’odontoiatra deve combinare dati anamnestici, valutazioni cliniche (sondaggio parodontale, test di vitalità, mobilità dentale) e indagini radiografiche. Le immagini bidimensionali mostrano limiti interpretativi, mentre la CBCT (Cone Beam Computed Tomography) può offrire un supporto prezioso, evidenziando la reale estensione delle lesioni.

Prognosi e fattori predittivi

Secondo questa ricerca, i denti affetti da EPL non vanno considerati persi. In assenza di fratture radicolari verticali, perforazioni o riassorbimenti estesi, la letteratura dimostra infatti tassi di sopravvivenza superiori all’85% a cinque anni. Pertanto, una gestione conservativa rappresenta una scelta razionale e clinicamente valida.

Trattamento per fasi

Gli autori raccomandano un approccio per step. La prima fase prevede il trattamento endodontico con adeguata detersione e sigillo canalare, associato a una terapia parodontale non chirurgica di scaling e root planing. Dopo un periodo di guarigione, l’odontoiatra rivaluta la risposta clinica: nei casi favorevoli, l’associazione di endodonzia e terapia parodontale è sufficiente; nei casi più complessi, invece, si prende in considerazione la chirurgia parodontale o la rigenerazione guidata dei tessuti.

Ruolo dello specialista

Nei casi complessi, soprattutto quando si sospetta la necessità di microscopia operatoria o di chirurgia avanzata, gli autori suggeriscono l’invio a un endodontista o a un parodontologo esperto. Questo approccio collaborativo aumenta le probabilità di successo e riduce il rischio di estrazioni non necessarie.

Conclusioni

Le lesioni endo-parodontali richiedono una diagnosi attenta e una strategia terapeutica integrata. L’evidenza più recente, come peraltro mostra lo studio in questione, pubblicato sul British Dental Journal, indica che, se ben trattati, i denti coinvolti possono avere una prognosi favorevole, con percentuali di sopravvivenza comparabili a quelle di altre condizioni complesse. La chiave è seguire un protocollo per fasi, supportato da strumenti diagnostici moderni e da una stretta collaborazione interdisciplinare.

Lesioni endo-parodontali: nuove prospettive per una gestione conservativa - Ultima modifica: 2025-09-19T10:01:02+02:00 da Pierluigi Altea
Lesioni endo-parodontali: nuove prospettive per una gestione conservativa - Ultima modifica: 2025-09-19T10:01:02+02:00 da Pierluigi Altea