Un gruppo di ricerca guidato da Marta Rizk della Clinica Universitaria RWTH di Aachen, Germania, ha indagato l’impatto dell’anoressia nervosa sul legamento parodontale (PDL, periodontal ligament) e sull’osso alveolare. Lo studio utilizza un modello animale di anoressia indotta. Modello conosciuto come activity-based anorexia (ABA), in cui ratti giovani vengono sottoposti a restrizione alimentare associata a iperattività. L’obiettivo era capire se la malnutrizione grave, simile a quella che si osserva nei pazienti umani affetti da anoressia, compromettesse le strutture di supporto del dente. E se la somministrazione di probiotici potesse avere un effetto protettivo. Il legame tra disturbi alimentari e salute orale è noto, ma finora poco studiato sul piano strutturale e biologico a livello parodontale.
Il modello sperimentale
Gli autori hanno confrontato tre gruppi di ratti. Un gruppo controllo con alimentazione libera, un gruppo sottoposto al modello ABA e un gruppo ABA trattato con un mix di probiotici orali. Dopo cinque settimane hanno analizzato le arcate mascellari e mandibolari con micro-tomografia computerizzata ad alta risoluzione e hanno eseguito valutazioni istologiche sul legamento parodontale. I risultati mostrano che la restrizione alimentare associata a iperattività non ha prodotto modifiche macroscopiche significative a carico dell’osso alveolare, ma ha determinato un assottigliamento evidente del legamento parodontale. Questo dato indica che il PDL risponde in maniera sensibile alle variazioni nutrizionali e metaboliche, rappresentando un tessuto sentinella particolarmente vulnerabile agli stress sistemici.
Effetti dei probiotici
Il trattamento probiotico non ha annullato del tutto l’assottigliamento del legamento, ma ha migliorato la qualità microstrutturale delle fibre parodontali. Nei ratti ABA non trattati le fibre apparivano ridotte, disorganizzate e meno vitali. Mentre nei ratti ABA con probiotici si osservava una maggiore densità e una migliore connessione delle fibre. L’interpretazione è che i probiotici abbiano esercitato un effetto di stabilizzazione sul tessuto parodontale, probabilmente modulando la risposta infiammatoria e la composizione microbica orale. Questo suggerisce che, anche in condizioni di grave deficit nutrizionale, la somministrazione di probiotici possa preservare in parte la funzionalità del PDL e rallentare i danni strutturali. Per l’odontoiatra, questi dati aprono scenari di interesse clinico. Non solo legati al trattamento dei pazienti con disturbi alimentari, ma anche alla protezione parodontale in condizioni sistemiche sfavorevoli.
Implicazioni cliniche e prospettive
Il lavoro evidenzia che il parodonto è un tessuto altamente reattivo agli squilibri nutrizionali e che la ricerca di soluzioni preventive non può prescindere da approcci integrati. Nei pazienti con anoressia nervosa, spesso giovani donne, il rischio di danno parodontale può sommarsi a carenze dentali, erosioni e altre complicanze orali. L’uso di probiotici non rappresenta una terapia risolutiva, ma apre la strada a strategie di supporto che potrebbero affiancare le cure mediche e psicologiche. Si tratta di un campo ancora sperimentale, ma con potenzialità interessanti per la medicina orale. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature, invita a considerare la salute parodontale come parte integrante della gestione multidisciplinare dei disturbi alimentari e a valorizzare la ricerca di interventi preventivi mirati.


