Tecniche di imaging a confronto

Comparazione tra le radiografie periapicali digitali e la tomografia computerizzata Cone-Beam per la diagnosi di frattura verticale di radice

Comparing the in vivo diagnostic accuracy of digital periapical radiography with Cone-Beam computed tomography for the detection of vertical root fracture

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Chavda R, Mannocci F, Andiappan M, Shanon Patel S. J Endod 2014;40:1524-9.

Il seguente studio ha voluto indagare quanto e se la innovativa tecnica di tomografia computerizzata Cone-Beam potesse aiutare il clinico nella diagnosi di frattura verticale di radice.

La frattura verticale di radice (VRF) completa o incompleta si sviluppa longitudinalmente lungo la radice. Le fratture radicolari incomplete sono notoriamente difficili da diagnosticare. I risultati clinici classici di una frattura verticale di radice comprendono la presenza di un’isolata profonda tasca parodontale e fistole corticali. Tuttavia, è difficile raggiungere un definitiva diagnosi sulla base dei segni e dei sintomi in quanto questi ultimi non sono specifici solo per le fratture, ma molto simili anche alla malattia endodontica o parodontale. Ventun denti provenienti da 20 pazienti sono stati inclusi nello studio. Ogni dente incluso era stato considerato irrecuperabile da un esperto endodontista dopo un esame clinico approfondito ed è stato sottoposto a radiografie digitali e tomografie computerizzate Cone-Beam. Ciascun dente è stato estratto atraumaticamente per minimizzare la probabilità di creare un’eventuale frattura intra-operatoria. I denti estratti sono stati conservati in formalina per prevenire l’essiccamento e le modifiche delle proprietà fisiche della superficie della radice durante la fase di stoccaggio. Ogni superficie radicolare è stata pulita con uno spazzolino da denti e poi ispezionata visivamente al microscopio operatorio dentale a 12 ingrandimenti (G4 globale; DP Medical Systems, UK) per confermare la presenza o assenza di fratture radicolari, dopodiché sono state scattate fotografie ad alta definizione (AZ100 Multizoom microscopio, Nikon Instruments, BV, Amsterdam, Paesi Bassi). È stata considerata frattura ogni caso di separazione del frammento principale o una linea scura che attraversava longitudinalmente tutta la superficie della radice. Si è registrato il punto più largo di ogni frattura utilizzando una tomografia a coerenza ottica al fine di quantificarne la dimensione. Le immagini sono state valutate in condizioni standardizzate da 13 esaminatori. L’osservazione e l’analisi sono state ripetute anche dopo 2 settimane per valutare la coerenza. I risultati ottenuti dagli autori sono stati i seguenti: entrambe le immagini (digitali e a tomografia computerizzata Cone-Beam) hanno mostrato similmente scarsa sensibilità (0,16 e 0,27 mm, rispettivamente). Allo stesso modo entrambe le modalità hanno analogamente mostrato elevata specificità (0,92 e 0,83, rispettivamente). Non c’è stata differenza statistica tra l’accuratezza diagnostica di una delle due modalità. La larghezza della frattura non ha influenzato il tasso di rilevamento della modalità di immagine.

Implicazioni cliniche

Se per altri aspetti, quali lo stato apicale e la densità ossea, la tomografia computerizzata Cone-Beam può rappresentare un aiuto per il clinico, per quanto riguarda invece la diagnosi di frattura verticale di radice purtroppo non offre alcun supporto maggiore rispetto ai mezzi di cui l’odontoiatra già dispone.

 

Indagine comparativa tra la metodica della Cone-Beam Computed Tomography (CBCT) e le tradizionali radiografie periapicali nella diagnosi di salute periapicale

A comparative investigation of Cone-Beam Computed Tomography and periapical radiography in the diagnosis of a healthy periapex

Pope O, Sathorn C, Parashos P. J Endod 2014;40:360-5.

Questo studio mira a confrontare l’aspetto dei tessuti periapicali sani con la tomografia computerizzata Cone-Beam (CBCT) e con la radiografia periapicale tradizionale e misurare lo spazio del legamento parodontale (PDL) con la CBCT sia per denti con polpe sane che necrotiche.

Le immagini radiografiche sono essenziali in tutte le fasi dell’endodonzia, dalla diagnosi alla valutazione a lungo termine dello stato di salute periapicale. L’aspetto dei tessuti periapicali in una radiografia è influenzato dalla sovrapposizione anatomica di varie strutture e dalla variabilità della struttura relativa alla densità ossea sovrastante; inoltre l’interpretazione può avere un alto grado di variabilità legata all’esaminatore in questione. I limiti della radiografia periapicale hanno portato a un notevole interesse verso la tomografia computerizzata Cone-Beam (CBCT) e conseguenti sue applicazioni specifiche anche in endodonzia. Anche se non ci sono ancora dati disponibili pubblicati, sembra che il numero di scansioni CBCT prese ogni anno sia in aumento; con il crescere della consapevolezza aumenta anche la risoluzione e i costi si riducono. Questo studio è un’analisi retrospettiva dei dati ottenuti da immagini radiografiche e da esami clinici eseguiti in 4 strutture specialistiche in endodonzia a Melbourne, Victoria, Australia, condotti da 10 endodontisti tra gennaio 2010 e dicembre 2011. Il disegno dello studio è stato approvato dal Comitato di Etica della ricerca umana dell’Università di Melbourne. 68 pazienti sono stati inclusi nello studio e 200 denti in totale sono stati sottoposti a scansione CBCT, a una radiografia periapicale, al test della percussione, al test pulpare con CO2 e/o al test elettrico (EPT) entro 1 settimana. La regione periapicale delle scansioni con CBCT e delle immagini radiografiche sono state valutate individualmente da 2 esaminatori in cieco utilizzando un indice CBCT-periapicale modificato (CBCT-PAI) e un indice periapicale PAI per le radiografie tradizionali. I risultati ottenuti dagli autori sono stati i seguenti: di 200 denti inclusi nello studio, 166 hanno mostrato segni clinici di salute della polpa e il punteggio CBCT-PAI è stato maggiore del PAI nel 72% (119 denti su 166), con polpa vitale e ampliamento dello spazio parodontale PDL radiografico di 0-1 mm (P<.001). Tuttavia, 2 denti sani hanno mostrato radiotrasparenza di 2-4 mm alla scansione CBCT, ove la radiografia periapicale tradizionale non mostrava nessuna radiotrasparenza, mentre uno spazio PDL maggiore di 1-2 mm viene considerato indice di una polpa necrotica (P<.001). I denti con polpa necrotica hanno maggiore probabilità di sviluppare un allargamento dello spazio parodontale PDL, ma lo spazio PDL di un dente sano ha dimostrato variazioni significative, se esaminato con CBCT.

Implicazioni cliniche

La CBCT è una metodica che può fornire dettagli maggiori rispetto alle radiografie tradizionali soprattutto per quanto riguarda lo spazio parodontale PDL, ma necessita ancora di indagini e sviluppi ulteriori.

Tecniche di imaging a confronto - Ultima modifica: 2015-01-12T11:49:53+00:00 da Redazione