Collaborazione in ortognatica: il punto di vista dell’ortodontista

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Uno dei trend di maggiore impatto in ambito medico, negli ultimi anni, è rappresentato dalla multidisciplinarità di approccio, dato che sempre più condizioni beneficiano dell’essere valutate e trattate da più prospettive cliniche. Alcune di esse, di fatto, hanno sempre richiesto un’approccio multidisciplinare, in quanto caratterizzate da una precisa linearità nel passare dalle mani di uno specialista a quelle di un altro.

In ambito odontoiatrico, la riabilitazione ortodontico-scheletrica nell’adulto è un valido esempio. Il paziente va sempre valutato globalmente ma, di fatto, va incontro a una prima fase ortodontica prechirurgica di decompensazione, l’intervento di chirurgia ortognatica, infine un secondo trattamento ortodontico. Il percorso viene gestito quindi da un’odontoiatra, esattamente un ortodontista, poi da un chirurgo, solitamente un chirurgo maxillo-facciale, e ancora dall’ortodontista.

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Chirurgia ortognatica: cosa l'ortodontista ricerca nel chirurgo

Essendo accertato il fatto che un buon rapporto all’interno del gruppo di lavoro favorisca i risultati del trattamento e la soddisfazione del paziente, Jazayeri e colleghi si sono domandati quali fossero le caratteristiche valutate dall’ortodontista nella scelta del chirurgo a cui inviare un paziente ortognatico.

Questo interessante articolo è stato pubblicato lo scorso anno su Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology and Oral Radiology e recentemente revisionato da Romina Brignardello-Petersen per Journal of the American Dental Association.

Lo studio è stato condotto in forma di survey e ha ricevuto la collaborazione di 172 ortodontisti registrati al programma Partners in Research dell’American Academy of Orthodontists. Di questi, il 66.9% riferiva un’esperienza clinica di almeno 15 anni e più della metà (55.6%) ha riferito di aver portato a termine tra 1 e 5 casi ortognatici nel corso dell’anno precedente. L’esperienza è risultata indipendentemente associata al numero di casi.

L’aspetto maggiormente valutato dalla metà degli ortodontisti è risultata essere la comprensione, da parte dei chirurghi, dell’ortodonzia prechirurgica e non chirurgica. La seconda skill valutata, preferita dal 13% del campione, consiste nella capacità di condurre la pianificazione del caso chirurgico.

Secondo Brignardello-Petersen, lo studio presenta alcune limitazioni – un tasso di risposta del 13%, inferiore a quello di sondaggi analoghi, che ha portato a un campione potenzialmente non del tutto affidabile – ma ha fornito indicazioni interessanti su un tema non sempre trattato in maniera scientifica. In conclusione, lo studio ha evidenziato come, in un chirurgo, l’ortodontista cerchi, effettivamente, un attivo collaboratore al piano di cure più che un mero esecutore della parte chirurgica del trattamento. Negli Stati Uniti, dove è stato condotto il sondaggio, tali indicazioni hanno un valore diverso, essendo legate anche all’aspetto legale-assicurativo; la responsabilità medica, tuttavia, rappresenta ormai un tema di profondo interesse a livello globale.

Riferimenti bibliografici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31444149

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31898940

Collaborazione in ortognatica: il punto di vista dell’ortodontista - Ultima modifica: 2020-03-31T11:36:38+00:00 da redazione
Collaborazione in ortognatica: il punto di vista dell’ortodontista - Ultima modifica: 2020-03-31T11:36:38+00:00 da redazione

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