Semplificazione del mimetismo cromatico e miglioramento della resistenza dei restauri

I compositi sono stati utilizzati in riabilitazioni conservative già dagli anni ’40; certamente gli standard qualitativi che raggiungevano e le loro caratteristiche si sono fortemente evoluti fino a raggiungere i livelli odierni. Non è possibile pensare oggi di eseguire un restauro conservativo, a fini estetici o funzionali, utilizzando un materiale diverso dal composito. I compositi da soli però a nulla servirebbero se a fare passi da gigante non fosse stata anche l’intera procedura di adesione. Anche la storia di questo step essenziale per le procedure di restorative, parte da lontano, per la precisione dal 1955, quando Buonocore utilizzò per primo l’acido ortofosforico per innalzare il grado di adesione delle resine allo smalto. Nel ’62 poi Bowen diede vita al monomero noto ancora oggi come BISGMA in grado di migliorare le caratteristiche delle resine. Fatta questa premessa oggi la scelta di resine composite sul mercato è davvero ampia, si va dai classici compositi in pasta, ai flowable, ai bulk-fill, suddivisi a loro volta in tanti sottogruppi in base a peculiarità distintive.

Proprio per inquadrare l’ampia gamma di prodotti a disposizione, è utile rifarsi ad una classificazione attuale di questi materiali. Anche di classificazioni se ne sono susseguite parecchie, andando di pari passo con i progressi del mercato, ma ad oggi pare opportuno adoperare quella di Lutz e Philps che opera una suddivisione in base alla dimensione delle particelle e alla loro percentuale.

Tipo di composito Dimensione delle particelle Percentuale di riempitivo
Megafill 50-100 μm
Macrofill 10-100 μm 70-80%
Midifill 1-10 μm 70-80%
Minifill 0-1-1 μm 75-85%
Microfill 0.01-0.1 μm 35-60%
Microfill 0.04-1 μm 75-80%
Nanofill 0.005-0.01 μm

I compositi di cui ad oggi ha più senso parlare, in quanto più attuali e presenti sul mercato, sono gli ibridi e i nano riempiti. Concettualmente, un composito è costituito da 3 componenti: una matrice resinosa, un accoppiante e un riempitivo.

Le proprietà meccaniche del materiale, tuttavia, non dipendono esclusivamente dalla dimensione media delle particelle. Specifiche quali resistenza alla flessione, durezza, resa estetica, resistenza alla frattura sono legate al tipo di filler ed alla distribuzione del filler all’interno della matrice. Proprio per una resistenza del restauro in grado di sopportare a lungo nel tempo gli stimoli della masticazione e dell’igiene quotidiana, 3M ha creato un prodotto con caratteristiche particolari. Sono state infatti adoperate le tecnologie dei monomeri a basso stress, brevetto 3M,  già di recente introdotte nei compositi bulk-fill 3M, aiutano a gestire la contrazione e il conseguente stress da polimerizzazione. Inoltre, l’esclusiva nanotecnologia di 3M basata su nanoriempitivi e loro aggregati (nanoclusters)” assicura una forza elevata e un’eccellente resistenza all’usura contestualmente al mantenimento della lucidatura nel tempo.

La lucidatura è solo una delle chiavi della buona resa estetica di un restauro; 3M Filtek Universal Restorative si avvale della tecnologia 3M NaturalMatch, grazie alla quale si ottiene una perfetta corrispondenza dei colori, praticamente indistinguibile anche all’occhio più attento. L’opacità universale che presenta tutta la sistematica 3M Filtek Universal Restorative, aiuta a mimetizzare la ricostruzione rispetto al croma degli elementi naturali circostanti.  La gamma di colori si completa con due ulteriori utili ausili, il composito Extra White, per denti sottoposti a un trattamento sbiancante, e il Pink Opaquer, per mascherare facilmente le aree scure.

Altro aspetto chiave nella scelta di una gamma di compositi è la loro semplicità di utilizzo. L’ottimizzazione dei tempi è essenziale per una buona ergonomia del lavoro, in particolare nelle prestazioni di conservativa, tra le più frequenti all’interno della routine clinica dello studio. Adottare un composito che attraverso solo 8 colori è in grado di affrontare la maggior parte dei casi clinici, può rappresentare una scelta vincente. Sempre parlando di ergonomia, va sottolineato che Filtek Universal Restorative è distribuito sia in siringhe che in capsule da 4 grammi.
"Le capsule possono essere riscaldate, consentendo al composito di godere di una maneggevolezza aumentata, simile a quella di un flowable, per poi diventare più viscoso per la successiva modellazione. Un vantaggio niente male nelle fasi di restauro!"

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Filtek
"L’esclusiva nanotecnologia di 3M basata su nanoriempitivi e loro aggregati (nanoclusters)"

 

 

Semplificazione del mimetismo cromatico e miglioramento della resistenza dei restauri - Ultima modifica: 2019-04-02T00:23:49+00:00 da redazione
Semplificazione del mimetismo cromatico e miglioramento della resistenza dei restauri - Ultima modifica: 2019-04-02T00:23:49+00:00 da redazione

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