Estrazione dell’ottavo incluso: laserterapia per gestire le complicanze

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L’uso della laserterapia in ambito odontostomatologico è ormai ampio, spazia dalla restaurativa, alla piccola chirurgia di ambito parodontale, fino a interventi chirurgici maggiormente complessi. Una parte della comunità medica e odontoiatrica ha ormai abbracciato le applicazioni cliniche della laserterapia, con l’obiettivo di qualificarle a vera e propria disciplina, suffragata da un corpus adeguato di evidenze scientifiche e schematizzata a protocolli clinici ripetibili. Nella presente trattazione, ci si concentrerà su di una delle discipline sul cui ambito clinico è tuttora aperto un fervente dibattito, non tanto con il fine di propendere su di una scuola di pensiero in particolare, ma con l’intenzione di dare spazio alle diverse voci e, possibilmente, di fare un po’ di chiarezza a riguardo.

L’argomento in questione è rappresentato dall’utilizzo della terapia laser a basso livello (LLLT) nel management delle complicanze susseguenti all’estrazione dell’ottavo incluso. Alcune fra le complicanze più comuni (oltre che fra le più impegnative per il paziente), qui ricordate, sono sicuramente il dolore, il gonfiore e lo spasmo muscolare (finanche al grado di trisma).

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Su tale argomento sono disponibili due revisioni sistematiche con meta-analisi, pubblicate rispettivamente nel 2012 e nel 2015.

La prima, a firma Brignardello-Petersen e colleghi, sottolinea la forte eterogeneità degli elementi reperiti in letteratura, che si riferivano esclusivamente a trial clinici randomizzati e quasi-RCT, con i controlli corrispondenti a placebo. Proprio a causa di tali discordanze, i revisori non hanno riconosciuto dati significativamente più elevati per quanto riguarda il controllo del dolore e del gonfiore tramite la LLLT. Gli stessi Autori riconoscono tuttavia un moderato, ma significativo miglioramento (quantificabile fra 4.2 e 5.2 mm) per quanto riguarda il trisma, nei pazienti trattati con il laser.

La revisione più recente, prodotta in Cina (He e colleghi), si concentra a sua volta solamente sui RCT (escludendo questa volta i quasi-RCT; sono invece accettati studi paralleli e split-mouth). In generale, lo studio sembrerebbe adottare criteri di inclusione (e soprattutto di esclusione) maggiormente stringenti: ciò non vuole in alcun modo essere un giudizio sulla qualità dei due studi, ma può essere semmai una delle chiavi di lettura – oltre al tempo trascorso – delle discordanze fra i risultati.

Questo secondo lavoro, infatti sonda comunque come outcome principali il dolore, il gonfiore e il grado di apertura della bocca (quindi indirettamente il trisma). Viene rilevata l’efficacia della LLLT nel controllo del dolore, che quindi viene indicato separatamente nei primi 3 giorni successivi all’intervento. Il dato del gonfiore sembra risentire invece maggiormente della metodica laser adottata. Anche i dati sul trisma paiono positivi, per quanto a loro volta contrastanti.

In conclusione, rifacendosi a quanto riferito in comune dagli Autori di entrambi i lavori, la laserterapia rappresenterebbe un’opzione incoraggiante per il controllo di alcune fra le principali problematiche postoperatorie nella chirurgia degli ottavi inclusi. Le potenzialità cliniche, tuttavia, secondo gli stessi ricercatori, si scontrano attualmente con la carenza di trial clinici randomizzati adeguatamente disegnati: la comunità scientifica viene dunque incoraggiata in tal senso.

Estrazione dell’ottavo incluso: laserterapia per gestire le complicanze - Ultima modifica: 2016-08-28T07:33:21+00:00 da redazione

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