Implantologia zigomatica vs tecniche ricostruttive del mascellare

Negli ultimi anni è cresciuto molto l’interesse nei confronti dell’implantologia zigomatica. La tecnica, introdotta da Brånemark nel 1998, consente la riabilitazione di pazienti con gravi deficit ossei mascellari conseguenti a resezioni post-oncologiche, traumi, malformazioni o edentulia, ed è una valida opzione terapeutica alle tecniche ricostruttive del mascellare. Queste ultime, infatti, per certi versi si sono rivelate deludenti, come spiega in questa intervista Francesco Grecchi, direttore dell’UOC di Chirurgia Maxillo facciale dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Cofondatore del Gruppo Italiano per lo Studio dell’Osteointegrazione e Sintesi (GISOS), per Il Dentista Moderno è stato autore quest’anno(con Pietro Salvatori, Francesco Zingari, Michelangelo D’Uva, Raffaella Bianco, Francesco Gallo e Emma Maria Grecchi) dell’aggiornamento monografico La versatilità dell’implantologia zigomatica. Evoluzione di una tecnica. Più recentemente, ha preso parte al Corso di implanto-protesi su impianti ad ancoraggio zigomatico, organizzato dall’Istituto Stomatologico Italiano di Milano, nonché alla Consensus conference organizzata dall’ISI sull’implantologia zigomatica tema. È nato così il nato il primo documento condiviso da un ampio panel di esperti sulla tecnica iuxta-sinusale, un’evoluzione della metodica originaria, che per essere adottata con successo richiede competenze teoriche elevate e molta pratica.

Implantologia zigomatica vs tecniche ricostruttive del mascellare - Ultima modifica: 2017-12-18T12:53:58+00:00 da redazione

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