Obesità, sindrome metabolica e malattia parodontale

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L'obesità sta diventando una delle patologie a più elevato impatto socioeconomico nei paesi occidentali, anche e sempre più nella popolazione giovane. Tale patologia si caratterizza per l'aspetto della multidisciplinarità di interessamento e non risparmia il campo di competenze dell'odontoiatra.

Studi epidemiologici suggeriscono un'associazione tra obesità e malattia parodontale, indicando come valori sopra norma di indice di massa corporea (BMI), circonferenza addominale, percentuale di grasso corporeo sottocutaneo e lipidi sierici si associno a rischio aumentato di insorgenza di parodontite.

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L'evoluzione tra associazione epidemiologica e rapporto di causalità, al momento non ancora completata, passa per lo studio della plausibilità biologica con la comprensione degli eventuali pattern fisiopatologici.

Cosa comporta l'obesità: sindrome metabolica

L'obesità comporta la cronicizzazione di un processo infiammatorio cronico di basso grado, caratterizzato dal rilascio da parte dello stesso tessuto adiposo di livelli elevati di citochine e ormoni: si parla appunto di adipochine o, più semplicemente, adipochine. In questo senso un ruolo decisivo, in termini di attività secretoria, spetterebbe proprio al grasso addominale. Tali aspetti sono ampiamente studiati nel contesto di quel quadro complesso indicato con il termine di sindrome metabolica.

Tra le adipochine proinfiammatorie vanno citati tumour necrosis factor-α (TNF-α), interleukin-6 (IL-6), coinvolti nei meccanismi di entrambe le patologie, leptina e resistina. Lo stesso tessuto adiposo rilascia anche una piccola quota di fattori antinfiammatori, tra i quali si ricorda l'adiponectina.

La leptina è in realtà un citochina pleiotropica, intercalata su diversi pattern fisiologici: sovrintende al controllo dell'appetito e alla spesa energetica in generale, modula il metabolismo lipidico, quello osseo, la funzionalità delle cellule beta del pancreas e la sensibilità all'insulina da loro prodotte, oltre a ematopoiesi e coagulazione. In più, ha la capacità di regolare la risposta immune e quella infiammatoria (in senso positivo come già indicato in precedenza). A livello del legamento parodontale, sarebbe in grado di interferire con i processi di guarigione.

Anche i livelli di resistina, adipochina dotata a sua volta di un potente effetto proinfiammatorio, risultano diminuiti nei soggetti parodontopatici obesi rispetto ai normopeso. Il preciso ruolo patogenetico, tuttavia, è al momento ancora da definire.

L'adiponectina è un ormone circolante coinvolto nel metabolismo glucidico e lipidico.

Nel paziente obeso, insulino-resistente o francamente diabetico (tipo 2) se ne osservano livelli inferiori alla norma. Tale sostanza è in grado di aumentare la sensibilità all'insulina e potrebbe avere capacità anti-infiammatorie. Come ci si sarebbe potuti attendere, la concentrazione di adiponectina nel fluido crevicolare degli obesi affetti da malattia parodontale risulta ridotto.

La prospettiva futura prevede, una volta compresi al meglio i meccanismi comuni alle due malattie e standardizzate le tecniche di diagnosi molecolare, la possibilità di adeguare la terapia parodontale sulla base di tali indicazioni. 

Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31399683
Obesità, sindrome metabolica e malattia parodontale - Ultima modifica: 2019-09-07T06:16:14+00:00 da redazione
Obesità, sindrome metabolica e malattia parodontale - Ultima modifica: 2019-09-07T06:16:14+00:00 da redazione

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