L’apertura di uno studio odontoiatrico è una delle pratiche più complesse che un professionista possa affrontare agli inizi della sua carriera. L’intoppo burocratico è spesso dietro l’angolo e, quando accade, appare, insormontabile…
L’apertura di uno studio odontoiatrico è una delle pratiche più complesse che un professionista possa affrontare agli inizi della sua carriera. L’intoppo burocratico è spesso dietro l’angolo e quando accade appare, agli occhi dell’incolpevole dentista, insormontabile. E più tardi lo scopri, più l’avvilimento è cieco.
Il caso
Una Società odontoiatrica ricorreva avanti il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) citando Comune e ASL per ottenere l’annullamento di un atto amministrativo di “non” decisione assunto in merito alla concessione o meno della necessaria autorizzazione per l’apertura di uno studio odontoiatrico. L’ASL di Avellino, infatti, a conclusione di una pratica autorizzatoria, rappresentava di non potere evadere la istanza del ricorrente per mancanza di un atto regionale di programmazione del fabbisogno. Chiedeva inoltre l’annullamento di tutti gli atti, connessi e consequenziali, noti e non noti, per poter giungere a ottenere (pur non essendo dato di capire seguendo quali vie) un provvedimento autorizzatorio. Resisteva l’ASL di Avellino, segnalando, comunque, che l’unica alternativa all’atto impugnato sarebbe stato formulare un parere negativo.
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