L’inquadramento di casi ortodontico-chirurgici, pur minoritario dal punto di vista della numerosità dei casi, è un capitolo interessante proprio in virtù della settorialità e della duplice competenza specialistica che questi, per definizione, richiedono.

Il terzo molare non è solo l’elemento maggiormente soggetto a inclusione ma è anche uno dei denti più frequentemente sottoposti a estrazione profilattica.

Pubblicità

La decisione di estrarre un ottavo, soprattutto in assenza di patologia locale, richiede un’attenta valutazione e il rispetto di precisi criteri clinici.

Eppure, la letteratura evidenzia una conflittualità tra indicazioni scientifiche e realtà clinica quotidiana. Tale discrepanza sarebbe da attribuire, almeno in parte, alla difficoltà prognostica riguardante il potenziale sviluppo di un terzo molare. In altre parole, ortodontisti e chirurghi orali, messi di fronte a un esame radiografico, non sarebbero in grado di definire il potenziale eruttivo spontaneo di un ottavo in corso di sviluppo.

La valutazione scientifica di tale abilità clinica rappresenta l’oggetto dell’interessante studio condotto da De Sousa e colleghi e pubblicato da poco su Progress in Orthodontics. Gli autori hanno indagato la capacità, da parte degli specialisti, di anticipare l’eruzione (o al contrario l’inclusone) di terzi molari inferiori attraverso lo studio di radiografie panoramiche seriate.

Gli sperimentatori hanno predisposto un totale di 34 ortopantomografie appartenenti ad altrettanti pazienti trattati ortodonticamente senza estrazioni.

Tutte queste radiografie, dette XR1, fanno riferimento all’immediato termine del trattamento ortodontico. Al momento, l’età media dei pazienti risultava pari a 14.2 mesi, con i terzi molari allo stadio 6 di sviluppo radicolare secondo Nolla.

27 ortodontisti e altrettanti chirurghi orali hanno effettuato la valutazione prognostica dei 68 terzi molari inferiori.

Gli stessi pazienti hanno eseguito una seconda panoramica (XR2), all’età media di 17.1 anni e sono stati seguiti oltre, fino all’eruzione spontanea o alla definitiva inclusione (età media 23.5 anni).

Dopo la prima valutazione, gli specialisti ne hanno effettuata una seconda, basata sul raffronto tra XR1 e XR2.

Il tasso di accuratezza nella previsione su XR1 è simile tra ortodontisti (65.7%) e chirurghi (63%). Questi ultimi sono andati incontro a una riduzione significativa dell’accuratezza con l’aggiunta di XR2(55.3%, p<0.0001). Con la prima panoramica, è stata riscontrata maggiore accuratezza nei molari poi erotti, quindi una sovrastima delle inclusioni. I chirurghi hanno mostrato un’accuratezza significativamente maggiore, con XR2, nei casi poi esitati in inclusione.

In conclusione, lo studio conferma la non predicibilità clinico-radiologica della prognosi eruttiva del terzo molare inferiore, con una concordanza tra ortodontisti e chirurghi orali ed evidenzia una certa tendenza all’over-indication all’estrazione profilattica.

Riferimenti bibliografici sull'eruzione del terzo molare
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34568986/
Abilità predittiva da parte degli specialisti dell’eruzione del terzo molare - Ultima modifica: 2021-10-28T06:54:02+00:00 da redazione
Abilità predittiva da parte degli specialisti dell’eruzione del terzo molare - Ultima modifica: 2021-10-28T06:54:02+00:00 da redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome