L'intelligenza artificiale (IA) sta cambiando radicalmente il panorama dell'odontoiatria. In particolare la conservativa e l'endodonzia, come ha spiegato Jasmine Marwaha, ricercatrice presso il Maharishi Markandeshwar College of Dental Sciences and Research di Mullana, Haryana, India. Secondo un suo recente studio, infatti, i professionisti del settore stanno utilizzando l'IA per migliorare la diagnosi, la pianificazione dei trattamenti, le decisioni cliniche e la previsione dei risultati.
Come si sta impiegando questa nuova tecnologia
Le reti neurali convoluzionali e artificiali vengono impiegate per analizzare l'anatomia dei canali radicolari, misurarne la lunghezza, identificare patologie periapicali e fratture radicolari. Ma anche per prevedere il successo dei ritrattamenti e valutare la vitalità delle cellule staminali della polpa dentale. Tuttavia, nonostante questi progressi, secondo l'autrice dello studio, ci sono ancora zone d'ombra da illuminare.
I limiti dell'IA
L'IA, per esempio, non si adatta facilmente ai nuovi programmi di imaging o a particolare hardware, rendendo necessari ulteriori test per individuare gli algoritmi analitici più efficaci per diverse situazioni. Inoltre, la formazione e il miglioramento degli algoritmi di IA richiedono l'accesso ai dati personali dei pazienti, sollevando importanti questioni riguardo alla protezione della privacy e alla riservatezza. L'utilizzo di dati classificati in modo errato, inoltre, può compromettere i risultati e il settore sanitario è ancora cauto riguardo alla trasmissione sicura dei dati. Per integrare efficacemente l'IA nella pratica odontoiatrica, è essenziale sviluppare sistemi che proteggano le informazioni personali e superino le attuali limitazioni tecniche.
Cosa ne pensano le nuove generazioni
Secondo uno studio condotto da Universita Peruviana di Lima, Paulista University di San Paolo e Università di Granada, gli studenti di odontoiatria hanno una percezione ancora un po' confusa di questa tecnologia. La ricerca, che ha coinvolto 200 giovani universitari ed è stata pubblicata su Dentistry Journal, mostra infatti un quadro ambivalente. L'86% degli studenti intervistati concorda sul fatto che l'intelligenza artificiale porterà a grandi progressi nell'odontoiatria. Tuttavia, il 45% dei partecipanti non crede che l'intelligenza artificiale sostituirà i dentisti in futuro. In ogni caso, due studenti su tre concordano sul fatto che l'uso dell'intelligenza artificiale dovrebbe essere parte integrante degli studi pre-laurea e post-laurea
Un esempio concreto d'applicazione
Sono molteplici i campi dell'odontoiatria che potranno beneficiare dell'IA. Uno su tutti è la protesi, come mostra uno studio sulla progettazione di una corona dentale, condotto presso l'Università di Hong Kong. La ricerca dimostra quanto sia potente il sistema di deep learning preso in esame: capace di apprendere, 3D-DCGN è in grado imitare molto bene i denti naturali sia sul piano morfologico, sia su quello biomeccanico, e dunque di progettare corone dentali personalizzate con elevata precisione. Questa ricerca, insieme con lo studio realizzato da Jasmine Marwaha e pubblicato su Journal of Conservative Dentistry and Endodontics, mostra la via, ormai tracciata.