La possibilità di attuare un controllo di gestione efficace si regge su due principi fondamentali: fissare degli obiettivi, e poi verificare se li si è raggiunti, e andare a fondo rispetto ai dati che l’attività produce, sviluppando una vera “cultura del dato”.
Da qualche anno si legge spesso del “controllo di gestione” come di una tecnica da applicare negli studi dentistici. Con tali parole, nel linguaggio aziendalistico ci si riferisce a particolari metodologie contabili il cui prodotto informativo è riservato ai vertici dell’azienda, ai suoi titolari e, dove ci sono, ai suoi manager.
Concettualmente queste pratiche afferiscono alla “contabilità interna”, distinta da quella “esterna” dedicata a rappresentare agli estranei, in modo coerente con gli obiettivi della direzione aziendale, la situazione economica e finanziaria: nel caso del professionista si può pensare, per esemplificare questa rappresentazione, a un prospetto creato per la banca o la società di leasing in occasione della richiesta di un finanziamento. Per una società di capitali invece, la manifestazione plastica di questa contabilità “esterna” la si rinviene nell’obbligo di rendere a tutti manifesta la propria situazione annuale attraverso la pubblicazione del bilancio di esercizio nel Registro delle imprese al quale chiunque può accedere.
A differenza di quella tenuta per motivi fiscali dal commercialista, questa particolare contabilità non è obbligatoria, non ci sono cioè norme che la impongono, trattandosi dunque di una scelta del tutto volontaria, libera e perfino creativa nelle sue concrete modalità applicative.
La giustificazione alla base dell’inevitabile investimento di tempo e di denaro per attuare queste specifiche attività amministrative e contabili è quella di ottenere una conoscenza di quanto avviene nell’attività più dettagliata rispetto a quanto si può ricavare dalle contabilità puramente finanziarie – si pensi ai prospetti periodici forniti al dentista dal commercialista – o comunque ad un resoconto di cassa prodotto direttamente dal dentista o dai suoi assistenti. Prospetti che rivelano il punto di arrivo di fenomeni già avvenuti, ma non i motivi per cui li si è arrivati né, tantomeno, dove ci si troverà nel prossimo futuro.
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