Il caso che presentiamo questo mese è particolare, circostanziato, ma dà agio alla Suprema Corte di entrare a gamba tesa (ancora) nel mondo sanitario per ribadire concetti, magari già espressi, ma ancora non condivisi se non addirittura contrastati: il professionista medico è un imprenditore.
Così, almeno, si è sentito dire V.O. chiamato per ben due volte dalla Agenzia delle Entrate di fronte all’Autorità Giudiziaria “colpevole” di essersi espressa, in Tribunale prima in Corte d’Appello poi, favorevolmente nei confronti del professionista che si era visto negare un rimborso pari al 90% delle somme versate all’Erario.
Una sentenza particolare e circostanziata. Ma il caso dà agio alla Suprema Corte di “entrare a gamba tesa” nel mondo sanitario per ribadire concetti, magari già espressi, ma ancora non condivisi se non addirittura contrastati.
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