Endodonzia: semplificazione e rapidità nella pianificazione dei trattamenti

“In un’epoca in cui gli impianti dentali hanno fatto passi in avanti importanti, in termini di programmazione, progettazione e realizzazione, la parola d’ordine resta comunque sempre la stessa ed è quella di salvare i denti naturali”, dice Marco Martignoni, medico odontoiatra di Roma, professore a contratto presso l’Università di Siena dove insegna al Master in Endodonzia restaurativa, “anche alla luce di quanto hanno dimostrato tutte le ricerche degli ultimi anni: i denti naturali, seppur compromessi, dopo un adeguato trattamento endodontico possono funzionare ancora per moltissimi anni e assolvere la funzione masticatoria ed estetica meglio di un impianto”.

L’approccio al dente malato, fa notare Martignoni, è quello di sempre ed è basato sulle 4 fasi della terapia endodontica classica. “Ciò che è cambiato e che via via cambierà anche nel prossimo futuro”, prevede Martignoni, “sono le modalità con cui si attua la terapia canalare, il modo in cui si esegue la disinfezione e l’otturazione del dente, per poi compierne la ricostruzione”.

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La demolizione avviene nel pieno rispetto della struttura naturale del dente, grazie all’ausilio di strumenti che permettono di intervenire in modo minimale sull’elemento, allontanando così il rischio di un danno iatrogeno: per questa ragione i pazienti hanno sempre meno paura di sottoporsi alle terapie endodontiche che sovente sono anche molto più rapide rispetto ad un tempo.

“Quando si riesce ad avere un canale pronto per essere otturato e ricostruito, è sicuramente più conveniente farlo nella medesima seduta”, dice Martignoni, “non solo per l’operatore e per il paziente, ma anche e soprattutto per l’elemento dentario stesso che viene reintegrato nella struttura ed è quindi meno esposto al rischio di andare incontro ad un danno tra un appuntamento e l’altro, dato che l’otturazione provvisoria può sempre saltare e che la masticazione espone il dente non ancora ricostruito ad un maggior rischio di frattura”.

Rispetto al futuro prossimo, Martignoni ha i piedi per terra, ma è ottimista. “Non credo tanto alla robotica, così come la si può immaginare applicata anche al nostro settore”, dice, “quanto allo sviluppo di sistemi computerizzati in grado di rendere ancora meno invasiva la terapia canalare, affinché le nostre procedure divengano ancor più semplici e rapide, nonché sicure, anche rispetto ai risultati clinici che il paziente si attende”.

Endodonzia: semplificazione e rapidità nella pianificazione dei trattamenti - Ultima modifica: 2022-02-18T14:59:39+00:00 da Paola Brambilla
Endodonzia: semplificazione e rapidità nella pianificazione dei trattamenti - Ultima modifica: 2022-02-18T14:59:39+00:00 da Paola Brambilla