La clorexidina è stata oggetto di revisione della letteratura in Medline/PubMed, Ovid Embase e Cochrane Library. I ricercatori della King Saud Bin Abdulaziz University for Health Sciences di Riyadh, in Arabia Saudita, hanno infatti analizzato le pubblicazioni, apparse tra il 1980 e il 2021, riguardati l'uso della clorexidina come disinfettante di impronte e protesi nella pratica protesica. I risultati dello studio, pubblicato su Cureus, si sono rivelati conformi alle pratiche in uso tra gli odontoiatri. Sono emersi inoltre alcuni dettagli utili, ma anche la necessità di approfondirne altri per migliorare le procedure di disinfezione.

Le infezioni crociate, un problema per il mondo della protesi

I microrganismi potenzialmente patogeni che colonizzano la cavità orale e il tratto respiratorio superiore sono diversi. Tra questi, i più temuti sono il virus dell'epatite B, il virus dell'epatite C, Mycobacterium tuberculosis, stafilococchi e streptococchi. Per evitare la contaminazione crociata tra gli studi odontoiatrici e i laboratori odontotecnici, impronte e protesi devono essere adeguatamente disinfettate.

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Il focus della revisione

Le linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention considerano le protesi dentarie "dispositivi semi-critici". Il disinfettante destinato a questi dispostivi deve infatti possedere proprietà antibatteriche, fungicide e virucide. Quelli in uso sono diversi. Ce ne sono alcuni a base di ipoclorito di sodio al 5,25%, di glutaraldeide al 2%, di perossido di idrogeno al 3%, di composti fenolici e clorexidina gluconato (CHX) al 2-4%. Ed è proprio su quest'ultima sostanza che i ricercatori si sono concentrati, analizzando 42 studi sui 338 inizialmente rilevati per svolgere la revisione.

Clorexidina, la più usata per le sue proprietà

La clorexidina è una sostanza antimicrobica, con un ampio spettro antibatterico e alcune proprietà antivirali e antimicotiche. Risulta tra le più utilizzate, perché è biocompatibile con i tessuti orali e ha la capacità di rimanere in superficie e di rilasciarsi gradualmente. Inoltre, il disinfettante a base di clorexidina non è corrosivo e non danneggia la plastica o altri materiali in gomma. Per disinfettare adeguatamente un'impronta, è necessario immergerla completamente in una concentrazione minima dello 0,2% per almeno 10 minuti. Tuttavia si è rivelato efficace anche l'uso dello spray.

Cos'altro c'è da sapere

La soluzione di CHX al 4% non risulta efficace contro la Candida albicans che per il 50% sopravvive dopo 10 minuti di immersione. In alcuni casi, la clorexidina può causare una leggera riduzione della rugosità della protesi, ma avere anche un impatto negativo su durezza e rugosità delle resine acriliche. Per queste ed altre ragioni, i ricercatori sostengono sia necessario compiere ulteriori ricerche in questo delicato ambito.

La Clorexidina resta il miglior disinfettante nella pratica protesica - Ultima modifica: 2023-01-26T18:41:44+00:00 da Pierluigi Altea
La Clorexidina resta il miglior disinfettante nella pratica protesica - Ultima modifica: 2023-01-26T18:41:44+00:00 da Pierluigi Altea

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