L’anestesia dentale di precisione rappresenta una svolta nel trattamento odontoiatrico moderno. Questo articolo approfondisce la tecnica intraossea computer-guidata, una metodica innovativa che consente un’anestesia mirata, efficace e meno dolorosa. Scopri come funziona, quali sono i vantaggi per il paziente e perché sempre più professionisti scelgono l’anestesia computerizzata per interventi rapidi, sicuri e confortevoli.
Un controllo efficace del dolore è fondamentale per garantire il successo delle cure odontoiatriche, migliorare il comfort del paziente e favorirne la collaborazione. Un’esperienza dolorosa durante la seduta può lasciare un ricordo negativo, alimentando la paura del dentista e spingendo molti pazienti a rimandare visite e trattamenti. Questo atteggiamento può compromettere la salute orale nel tempo, aumentando il rischio di complicazioni che rendono necessari interventi più complessi e invasivi.
L’anestesia locale rappresenta da sempre il cardine della gestione del dolore in odontoiatria ma l’iniezione tradizionale continua ad essere una delle principali fonti di ansia e paura. Per rispondere a questa esigenza, l’innovazione tecnologica sta rivoluzionando il settore odontoiatrico sviluppando sistemi sempre più avanzati che rendono la somministrazione dell’anestesia più confortevole e meno traumatica.
Tra le soluzioni più promettenti degli ultimi anni spicca l’anestesia intraossea computer-guidata, che consente di ottenere un’anestesia mirata ed efficace, riducendo alcuni degli effetti collaterali indesiderati delle tecniche convenzionali, come la parestesia di labbra e guance. Questa tecnologia contribuisce in modo significativo al benessere del paziente, riducendo i livelli di ansia e rendendo l’esperienza odontoiatrica più serena e positiva. Ma come funziona esattamente l’anestesia intraossea?
Come funziona: l’anestesia intraossea in pratica¶
Il dispositivo è gestito da una centralina elettronica compatta, che regola automaticamente la velocità di somministrazione dell’anestetico in base alla tecnica utilizzata e alle caratteristiche dei tessuti del paziente, e azionato da una pedaliera wireless, che offre all’operatore massima libertà di movimento.
Il manipolo, con un’ergonomica impugnatura a penna, è progettato per garantire massima precisione e stabilità. Alla sua estremità è presente un ago rotante brevettato, dotato di un particolare bisello a micro-bisturi. Questo design, unito al movimento dell’ago, permette di perforare la corticale ossea in modo delicato e atraumatico, rendendo l’iniezione quasi impercettibile e consentendo il rilascio dell’anestetico esattamente nel punto desiderato.
Superata la corticale, infatti, l’anestetico viene rilasciato direttamente nell’osso spugnoso, in prossimità dell’apice radicolare. Bypassando il perinevrio, struttura connettivale che avvolge i fasci nervosi e che nelle tecniche convenzionali può rallentare l’insorgenza dell’anestesia, l’anestetico diffonde rapidamente e in modo efficace tanto da indurre un effetto pressoché immediato. Questo aspetto è particolarmente utile nel trattamento dei molari mandibolari (Badr N & Aps J, 2018; Park D, 2024).
Passiamo ora alle fasi operative. Prima di tutto, è fondamentale anestetizzare la mucosa sopra il sito di perforazione. Per farlo, è necessario applicare l’ago alla base della papilla interdentale distale al dente da trattare, mantenendo un’angolazione quasi parallela alla mucosa per assicurare una profondità di penetrazione minima. Il rilascio di alcune gocce di anestetico crea una piccola ischemia circolare, segnale che l’area è pronta per la perforazione dell’osso (Figura 1).
Per garantire una corretta somministrazione, l’ago va posizionato:
- al centro dello spazio interdentale, al vertice della papilla (Figura 2);
- con angolazione mesio-distale parallela all’asse della radice;
- con inclinazione vestibolo-linguale di 15°-30° rispetto all’asse del dente (Figura 3).

L’effetto anestetico insorge rapidamente, spesso in pochi secondi, e la sua durata varia tra i 15 e i 60 minuti a seconda della quantità di farmaco somministrata e della presenza o meno di un vasocostrittore (Lee CR, 2019).
Durante la procedura, il paziente può avvertire una leggera resistenza mentre l’ago attraversa strati ossei di diversa densità. Questa sensazione non è dolorosa e rappresenta un prezioso segnale per l’operatore, confermando che l’ago sta avanzando nella corretta direzione.
È fondamentale ricordare che durante la perforazione l’ago non deve cambiare direzione per evitare il rischio di rottura e che, al termine, va estratto senza effettuare rotazioni.
Vantaggi: precisione, rapidità ed efficacia
• Onset rapido: l’effetto anestetico è quasi immediato (solitamente 10-20 secondi) rispetto ai 3-5 minuti richiesti dalle tecniche tradizionali, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’efficienza operativa dello studio. Questo consente di intervenire immediatamente anche in situazioni urgenti.
• Precisione: l’anestetico viene depositato esattamente dove serve, evitando blocchi nervosi o infiltrazioni multiple (ad esempio palatali o linguali, spesso mal tollerate dal paziente) e assicurando un effetto localizzato.
• Gestione efficace di casi complessi e denti con infiammazione pulpare: la tecnica risulta particolarmente utile in situazioni in cui le metodiche tradizionali non garantiscono risultati ottimali, ad esempio in presenza di infiammazioni e di denti pulpitici, dove i blocchi alveolari inferiori possono fallire. La diffusione diretta dell’anestetico nel midollo osseo bypassa il problema dell’acidificazione dei tessuti infiammati.
• Minor utilizzo di anestetico: grazie all’elevata precisione, spesso è sufficiente una quantità inferiore di anestetico rispetto alle tecniche tradizionali.
• Assenza di parestesia: eliminando il rischio di diffusione dell’anestetico nei tessuti molli circostanti, l’anestesia intraossea non causa intorpidimento prolungato di labbra, guance e lingua, riducendo il rischio di morsicature accidentali soprattutto nei pazienti pediatrici.
• Maggiore comfort per il paziente: la riduzione del dolore da iniezione e l’assenza della classica sensazione di “gonfiore” migliorano l’esperienza globale del paziente. Una recente revisione della letteratura indica che su 12 studi analizzati, 11 riportano una riduzione di dolore e disagio rispetto alle tecniche tradizionali, mentre uno non evidenzia differenze statisticamente significative (Min KH, 2024). Nei bambini, l’anestesia intraossea sembrerebbe generare minor dolore e ridurre la morbilità post-operatoria (Prol Castelo A, 2022; Dixit A, 2024). Tuttavia, è importante sottolineare che, ad oggi, gli studi disponibili sono ancora limitati.
• Versatilità: può essere impiegata in una vasta gamma di interventi odontoiatrici, dalla chirurgia orale a procedure meno invasive, adattandosi alle diverse esigenze del paziente.
• Design innovativo: elimina l’associazione con la classica siringa e ha un impatto positivo su pazienti odontofobici, pediatrici… e sui genitori (Smaïl-Faugeron V, 2019; Alkhouli M, 2024).
• Immagine: contribuisce a creare un’immagine più moderna e all’avanguardia dello studio dentistico.
• Fidelizzazione: garantendo ai pazienti un’esperienza odontoiatrica più avanzata e piacevole, questa tecnologia favorisce il ritorno allo studio con maggiore fiducia e continuità.
Tali vantaggi, uniti a una formazione adeguata e a una buona familiarità con la tecnica, rendono l’anestesia intraossea una valida alternativa alle metodiche tradizionali. Inoltre, questo metodo si è dimostrato particolarmente promettente per anestetizzare i denti affetti da MIH, con un tasso di successo del 93,5%, come evidenziato in uno studio francese condotto su 46 molari (di cui 32 mandibolari) (Cabasse C, 2015). Se questi risultati fossero confermati, l’anestesia intraossea potrebbe diventare una pratica di routine per professionisti qualificati.
Effetti indesiderati e limiti
• Possibile sensazione di pressione, vibrazione o lieve fastidio durante la perforazione dell’osso corticale: è sempre consigliabile informare preventivamente il paziente per evitare che possa spaventarsi.
• Possibile tachicardia transitoria: è dovuta al passaggio diretto dell’adrenalina nel circolo sistemico, poiché la soluzione anestetica viene iniettata direttamente nell’osso spugnoso, riccamente vascolarizzato. L’aumento della frequenza cardiaca e della pressione media, strettamente legato alla velocità di iniezione, è di breve durata, rientra nei limiti della normalità e non rappresenta un rischio cardiovascolare significativo (Gaudin A, 2023).
• Durata dell’anestesia: l’effetto anestetico intraosseo tende a essere efficace per un tempo più limitato rispetto ai blocchi nervosi, il che potrebbe richiedere ulteriori somministrazioni nel corso di procedure più lunghe.
• Limitazioni anatomiche: in presenza di osso molto denso, come nella mandibola posteriore di alcuni pazienti adulti, la perforazione può risultare più difficoltosa. Inoltre, un’anatomia radicolare particolarmente complessa o la presenza di infezioni parodontali o periapicali acute possono influenzare l’efficacia della tecnica. È consigliabile evitarne l’uso in prossimità del forame mentale e nei siti interessati da tali infezioni.
• Tempo operativo leggermente superiore: rispetto a un’infiltrazione tradizionale, la preparazione e l’esecuzione dell’anestesia intraossea possono richiedere più tempo, specialmente nelle fasi iniziali di apprendimento.
• Curva di apprendimento: la tecnica richiede una certa manualità e un periodo di formazione per essere eseguita in modo efficace e sicuro; il posizionamento dell’ago e la perforazione della corticale ossea possono risultare complessi per operatori meno esperti.
• Rischio di infezioni o complicanze minori: anche se raro, il rischio di infezioni locali o microfratture della corticale ossea esiste, soprattutto se la tecnica non viene eseguita correttamente. Inoltre, l’applicazione ripetuta nello stesso sito potrebbe, teoricamente, influenzare la salute parodontale a lungo termine.
• Investimento economico maggiore per l’acquisto di apparecchiature specifiche, che richiedono l’uso di aghi dedicati.
Conclusioni
L’anestesia dentale intraossea computer-guidata rappresenta un’opzione innovativa che offre numerosi vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali, tra cui un’insorgenza rapida, un’azione mirata e un maggiore comfort per il paziente. Sebbene i costi iniziali, la curva di apprendimento e alcune limitazioni anatomiche ne possano influenzare l’adozione su larga scala, i benefici in termini di efficacia e tollerabilità la rendono una soluzione interessante, soprattutto nei pazienti pediatrici e odontofobici.
Con il progredire delle ricerche e il miglioramento della strumentazione, è probabile che questa tecnica acquisisca un ruolo sempre più rilevante nella pratica odontoiatrica quotidiana, affiancando o, in alcuni casi, sostituendo le metodiche tradizionali.
Il suo impiego, tuttavia, richiede una formazione adeguata e una valutazione attenta caso per caso, al fine di sfruttarne al meglio i vantaggi e minimizzarne le criticità.
L’ansia odontoiatrica ha un impatto significativo sulla percezione del dolore e sull’efficacia dell’anestesia locale. Il rilascio di catecolamine e cortisolo indotto dallo stress attiva una risposta di iperreattività del sistema nervoso simpatico, provocando vasocostrizione periferica e riducendo il flusso sanguigno locale.
Questo fenomeno può compromettere la diffusione dell’anestetico nei tessuti, rendendo l’anestesia meno efficace e aumentando il disagio del paziente.
L’anestesia intraossea rappresenta una soluzione ideale per bypassare questi effetti neurofisiologici. Poiché l’iniezione avviene direttamente nell’osso spugnoso, l’assorbimento del farmaco non è influenzato dalla vasocostrizione indotta dallo stress. Inoltre, la rapida insorgenza dell’effetto anestetico riduce il tempo di attesa e, di conseguenza, il periodo di ansia anticipatoria.
Dal punto di vista neurobiologico, la somministrazione intraossea garantisce un blocco più selettivo delle fibre nervose A e C, responsabili della trasmissione del dolore, riducendo la necessità di dosaggi elevati. L’uso della guida computerizzata contribuisce ulteriormente al comfort del paziente, minimizzando il dolore da iniezione e garantendo una pressione di somministrazione ottimale. Questo approccio garantisce quindi un’induzione più prevedibile e rapida, indipendentemente dallo stato emotivo del paziente.
- L’anestesia intraossea computer-guidata è meno dolorosa rispetto alle tecniche convenzionali. Grazie a un’iniezione dell’anestetico più mirata, riduce significativamente il rischio di effetti indesiderati come le parestesie e di fallimento anestetico, migliorando l’esperienza complessiva del paziente.
- L’effetto anestetico è rapido e rende possibile l’intervento immediato anche in situazioni di emergenza come la pulpite, riducendo il dolore per il paziente e ottimizzando i tempi di trattamento.
- Nonostante i numerosi vantaggi, l’adozione di questa tecnica richiede un investimento in termini di formazione e tecnologia. Inoltre, potrebbe non essere adatta a tutti i casi clinici, per cui è fondamentale valutare attentamente le caratteristiche specifiche del paziente e della procedura prima di utilizzarla.
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