L'allattamento al seno è fondamentale per la salute, anche orale, del bambino.
Il latte materno è il miglior alimento per il neonato e contiene tutti i nutrienti necessari ai primi mesi di vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo considera uno dei pilastri della salute pubblica globale, grazie al suo valore nutrizionale unico e alla sua capacità di prevenire numerose malattie (1).

L’allattamento al seno (Figura 1) offre benefici fondamentali sia per il bambino che per la madre. Eppure, nonostante il 44% dei neonati venga attaccato al seno entro la prima ora di vita, solo il 38% prosegue con l’allattamento esclusivo fino al sesto mese (2).
Numerose sono le figure professionali che possono sostenere le madri in questo fondamentale percorso: ostetriche, consulenti dell’allattamento; esistono anche associazioni atte a ciò, come La Leche League (organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata nel 1956, negli Stati Uniti, con l’obiettivo di offrire sostegno, incoraggiamento e informazioni alle madri che desiderano allattare al seno); anche il dentista può e deve, se necessario, dare il suo contributo e aiutare mamma, bambino e famiglia in questo percorso (Figura 2).

Le linee guida dell’OMS raccomandano di allattare in modo esclusivo fino ai sei mesi e di continuare, se possibile, fino ai due anni o oltre, finché madre e bambino lo desiderano. Ma c’è un aspetto che spesso viene trascurato: l’igiene orale del neonato, un fattore essenziale per prevenire problemi dentali futuri (3). L’allattamento al seno non nutre soltanto, ma contribuisce anche allo sviluppo corretto del mascellare superiore e alla formazione di una respirazione nasale fisiologica, creando le basi per una crescita armoniosa del cavo orale (4).
Tuttavia, alcuni problemi del cavo orale possono ostacolarlo. Uno di questi è il frenulo linguale o labiale corto, che può rendere difficile l’attacco al seno e portare all’abbandono precoce dell’allattamento.
I sintomi e segni legati a questa condizione possono riguardare sia la madre che il bambino (5).
- Nella madre possono manifestarsi: dolore durante l’allattamento, masticazione del capezzolo, scarso o incompleto drenaggio del seno, con conseguenti dotti ostruiti e ingorghi mammari, sino alla comparsa di mastite e frustrazione durante l’allattamento al seno.
- Anche nel neonato esistono diversi sintomi di questa condizione: l’irrequietezza, la produzione di un caratteristico rumore di schiocco con ingestione di aria, gonfiore addominale, eruttazione e/o rigurgito, coliche e/o flatulenze (6).
Nonostante vi siano molteplici cause di coliche e reflusso, quando un bambino manifesta entrambi i sintomi è consigliabile valutare i frenuli orali prima di ricorrere a trattamenti farmacologici. Non sempre la forma del frenulo ne rivela la reale funzionalità, per cui è necessaria una valutazione accurata per decidere se intervenire tempestivamente. L’intervento precoce, che deve essere eseguito preferibilmente con tecnica laser (7) entro il primo mese di vita (30-45 giorni), è fondamentale per risolvere le restrizioni funzionali della lingua e consentire un allattamento al seno efficace.
Un rilascio tardivo del frenulo, eseguito dopo il quarto mese, annulla gran parte dei vantaggi iniziali, mentre la madre potrebbe già aver considerato l’interruzione dell’allattamento (8). In questo contesto, dialogo e collaborazione tra Odontoiatra Pediatrico, neonatologo e Pediatra sono fondamentali (Figura 3).

Un altro ostacolo, seppure raro, è la presenza di denti natali o neonatali, spesso instabili o con radici poco sviluppate (9). Possono essere rilevati al momento della nascita (natali), ma possono erompere anche in seguito (neonatali). Se devono essere estratti precocemente per queste ragioni:
- il dente è mobile (rischio di ingestione/aspirazione);
- provoca difficoltà nell’allattamento (per la mamma o per il neonato);
- ci sono segni di irritazione alle gengive o alla lingua del bambino (es. ulcera di Riga-Fede).
È importante ancora una volta condividere con il pediatra ogni aspetto, al fine di valutare un’eventuale integrazione di vitamina K, essenziale per la coagulazione e quindi per poter effettuare l’estrazione nelle migliori condizioni di sicurezza, comfort per il bambino e serenità per la famiglia (Figura 4).

Per le mamme che allattano, è fondamentale prendersi cura dell’igiene orale del bambino fin dai primi mesi, già prima che spuntino i primi dentini, ed è indicato pulire le gengive con una garza morbida o un guantino di cotone o un ditale di silicone almeno 2-3 volte al giorno; in seguito, una volta erotti, i dentini vanno lavati con delicatezza, idealmente dopo ogni poppata10, con spazzolini dedicati ai primi dentini. Ciò contribuisce anche a un positivo addestramento della buccalità del bambino, che accetterà via via volentieri e in modo sereno l’ingresso nella sua bocca di presidi per l’igiene orale (Figura 5).

Se la mamma può cambiare il pannolino dopo ogni popò… può lavare anche i dentini dopo ogni poppata
Attenzione, però: il latte materno, se combinato con batteri cariogeni (come quelli trasmessi attraverso la saliva degli adulti) e carboidrati introdotti con la dieta, può favorire l’insorgenza della carie. Per questo, oltre a promuovere l’allattamento al seno e con il latte materno, sarebbe opportuno che già i neonatologi, i pediatri e gli altri operatori sanitari dell’epoca neonatale (ostetriche, consulenti dell’allattamento, eccetera) dedicassero l’attenzione necessaria a promuovere con le neomamme queste buone e sane abitudini, che sottendono a stili di vita corretti che la famiglia dovrebbe adottare da subito.
In molti Paesi, questa consapevolezza si traduce già in opuscoli informativi, materiali educativi per bambini e iniziative rivolte alle famiglie. Anche in Italia, inserire l’educazione alla salute orale nei controlli pediatrici di routine, nelle campagne vaccinali, nei programmi di prevenzione o nei corsi pre-parto potrebbe fare la differenza, aiutando a ridurre l’incidenza delle carie precoci e a diffondere buone pratiche di salute fin dalla prima infanzia.
La salute inizia con la prevenzione, non dalla cura
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