
Organizzazione del lavoro clinico e organizzazione gestionale dello studio: due aspetti che spesso nel passato sono stati trascurati, ma che al giorno d’oggi sono indispensabili per mantenere o avviare un’attività di successo.
La trasformazione digitale a cui assistiamo può avere poi un impatto positivo sul posizionamento competitivo dello studio odontoiatrico e anche questo cambiamento oramai indispensabile richiede precisi presupposti logistici e organizzativi.
Ad esempio, bisogna aver ben presente che le potenzialità diagnostiche e terapeutiche, correlate alle nuove tecnologie, supportano il medico se quest’ultimo possiede, oltre a una consolidata esperienza, un’adeguata competenza digitale.
In secondo luogo, l’ambiente clinico tecnologico digitale deve interfacciarsi con applicativi e programmi extra clinici e amministrativi; la mancata integrazione/flusso dei dati crea sprechi di tempo e risorse e diseconomie oggi non più sostenibili.
Inevitabile diventa quindi organizzare lo studio secondo criteri imprenditoriali e questo vale in particolar modo per i giovani Colleghi che desiderano aprire un nuovo studio, ma anche per chi vuole restare competitivo.
Siamo pronti? Facciamoci un rapido check-up con Lorenzo Balsano che da anni studia l’organizzazione degli studi odontoiatrici e auto-valutiamo le nostre chance di affrontare con serenità le sfide che il futuro ci propone.
Che rapporto c’è tra l’ergonomia odontoiatrica e una buona gestione dello studio?

L’ergonomia è una scienza multidisciplinare che trova ampia applicazione nel produrre benessere organizzativo. Correttamente applicata, in ambito odontoiatrico, supporta le competenze del clinico e la qualità del processo di cura. Nei processi extra clinici ottimizza l’utilizzo del tempo e delle risorse; ne consegue una miglior qualità e profittabilità della prestazione.
Quali sono i problemi più importanti che si trova ad affrontare un giovane dentista che vuole aprire uno studio?
Le difficoltà sono molteplici in relazione alle ingenti risorse economiche e alla mole di adempimenti burocratici. Richiede conoscenze che non sono proprie di un giovane laureato in odontoiatria: sintetizzare in un business plan un progetto imprenditoriale implica dare identità, analizzare il mercato, individuare un piano finanziario. In realtà territoriali più isolate c’è ancora spazio per uno studio mono professionale magari rilevando un piccolo studio esistente. In aree con competitor più strutturati i giovani possono fare squadra. Nello studio di famiglia il “passaggio generazionale” è certamente una strada da percorrere con convinzione e innovazione.
Qual è la dimensione più adatta di uno studio dentistico per affrontare le sfide del giorno d’oggi?
Non esiste una “dimensione ottima” applicabile in ogni contesto, dipende dalla geolocalizzazione dello studio e dai competitor. In generale assistiamo a un rallentamento delle nuove aperture di centri appartenenti a catene e a una progressiva riduzione del numero dei piccoli studi odontoiatrici: chiudono i più piccoli a favore di studi più strutturati in tecnologia, gestione e fatturato. Per essere vincenti gli studi, ancor prima che nella dimensione, devono offrire un servizio che dia attenzione al paziente a 360 gradi.
Si parla sempre del costo della qualità nei nostri studi… ma quanto costa la non qualità invece?
Il settore odontoiatrico pecca ancora di autoreferenzialità nel definire la qualità; in passato c’era spazio per godere di questo “privilegio”. Attualmente il prezzo da pagare per non qualità è alto: una perdita progressiva del valore e della attrattività dello studio.
Come impatta una buona organizzazione sui costi finali della prestazione?
La qualità clinica costa! Anche strutturare un indispensabile servizio “patient care” per la qualità relazionale ha costi elevati. È indispensabile implementare un nomenclatore delle prestazioni e determinarne i tempi medi di esecuzione, i costi diretti, i costi fissi e il valore percentuale di ogni voce sul totale delle prestazioni che si eseguono. Sono parametri essenziali per una politica di prezzo profittevole e di valorizzazione della qualità della prestazione. Senza una buona organizzazione non è possibile!
Posizionamento dello studio e trasformazione digitale: quali le sfide e quali le criticità
La sfida è riuscire a implementare il digitale integrato anche nelle piccole realtà professionali, creando potenzialità nel posizionamento strategico della attività. Il digitale se ben governato può portare a un cambio di paradigma: si può essere relativamente piccoli, ma attraenti. L’integrazione/flusso dei dati crea ottimizzazione della gestione del tempo e delle risorse. Le criticità sono legate alle competenze e agli investimenti necessari ad interfacciare il clinico con applicativi e programmi extra clinici e amministrativi.
Che eredità ha lasciato l’epidemia di Covid-19 nella gestione dei nostri studi?
Il covid è stato un acceleratore di processo: gli studi poco organizzati hanno sofferto e vedono un futuro incerto. Gli studi più strutturati sono stati premiati dai pazienti. Oltre a questo, ci ha lasciato le mascherine FP2 e molta confusione sulle indicazioni operative.



