L’università rumena sbarca in Italia e dice addio ai test d’ingresso

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Dopo un anno di profonda riflessione su quella che dovrebbe essere l’istruzione dei futuri medici e odontoiatri nel nostro Paese, dopo i tentativi di autocritica, di miglioramento e di regolamentazione che hanno toccato da vicino i nostri atenei, ad Enna è arrivata una facoltà che promette di scavalcare tutto questo, permettendo ai giovani aspiranti medici di accedere ai corsi senza sostenere il test.

Dalle prime notizie che stanno circolando in queste ore, la nuova facoltà nascerebbe da una collaborazione tra la Fondazione Proserpina e l’Università “Dunarea de Jos” di Galati, Romania. Una succursale che prevederà inizialmente due corsi di laurea: “Medicina e Farmacia” e “Professioni Infermieristiche”. L’amministratore delegato della Fondazione Proserpina, Mirello Crisafulli, giustifica la situazione spiegando che si tratta di un’università straniera, in cui si parlerà rumeno e il cui accesso sarà regolamentato da un test obbligatorio di lingua, da sostenersi dopo dieci settimane di corso preparatorio obbligatorio. 

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L’iscrizione a tali facoltà costerà 9000 euro all’anno, creando per la prima volta in Italia una differenza di possibilità tra studenti con diverse situazioni economiche, in una logica di mercato che vede dato ai più ricchi l’accesso diretto al corso.

La segreteria sarà attiva già dalla prossima settimana, con personale proveniente dall’università rumena, così come rumeni saranno i docenti e l’intera struttura dirigenziale. Per il primo anno sono previsti 60 posti per ogni corso di laurea, che però verranno probabilmente raddoppiati già a partire dall’anno successivo.

“La “Dunarea de Jos” di Galati in Romania è una Università certificata e assolutamente affidabile”, spiega Crisafulli, Fondazione Proserpina. “La laurea che noi rilasceremo sarà immediatamente valida in tutta Europa, Italia compresa”.

Una possibilità in più dunque per tutti quegli studenti che, non riuscendo a passare il test medicina in Italia, hanno ormai preso l’abitudine di conseguire la laurea all’estero, con spese maggiori e meno anni di studio. O di iniziare l’università in altri Stati, per poi ottenere al secondo anno le autorizzazioni necessarie per rientrare nel loro Paese e concludere gli studi con tutti gli altri studenti.
“Proprio per questo io proporrò di non rilasciare attestati almeno fino al secondo anno”, spiega Crisafulli “Per garantire continuità didattica”.
Roberta Cheversani, presidente dell’Ordine dei Medici, ha manifestato le proprie perplessità, riservandosi comunque la possibilità di analizzare la situazione in maniera più approfondita: “In generale non sono favorevole a situazioni che potrebbero rappresentare un modo per sottrarsi alle normative vigenti su test d’ingresso, ma va capito cosa accade nello specifico”

Le prime proteste si stanno già facendo sentire. Se da un parte c’è chi sembra entusiasta della novità, molte sono le critiche.

In una nota congiunta, i rappresentanti dell’Udu di Palermo, Messina e Catania si chiedono “come sia possibile che, a distanza di così pochi chilometri, nello stesso territorio possa avvenire una simile discriminazione: chi potrà pagare un’università privata avrà accesso agli studi in Medicina mentre tutti gli altri resteranno vincolati dalla legge che regolamenta l’accesso a tale facoltà. Il diritto agli studi non può in alcun modo essere vincolato dal potere finanziario degli aspiranti studenti”. 

Dure anche le dichiarazioni che giungono dal MIUR: “Un plauso va certamente fatto alla coerenza degli uomini di governo, dopo la presa di posizione in favore del numero chiuso da parte dell’onorevole Davide Faraone – sottosegretario al ministero dell’Istruzione in quota Pd, ndr – decidono poi di presenziare all’apertura di questa nuova facoltà con il nuovo assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi. Provino a chiarirsi le idee e chiarirle a tutti noi”. 

Per approfondimenti sull’argomento:

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/universita-6ef85ac9-0650-404a-9df6-3a2067b802f9.html

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/08/29/news/alla_kore_la_facolta_di_medicina_rumena_insorgono_gli_universitari_dell_udu-121850291/

L’università rumena sbarca in Italia e dice addio ai test d’ingresso - Ultima modifica: 2015-08-30T10:26:15+00:00 da Redazione

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