Dental sleep disorders, cosa deve sapere l’odontoiatra

I dental sleep disorders, cioè i disturbi del sonno di competenza odontoiatrica, sono diversi e da non sottovalutare. Così, sulla scia del World Sleep Day, la Giornata mondiale del sonno che ogni anno si celebra il 17 marzo, torniamo anche noi su questo tema. Proprio come ha fatto Straumann Group insieme con Laura Paini, medico specialista in odontostomatologia e ortognatodonzia. Per celebrare degnamente questa giornata, ha diffuso notizie utili ai pazienti, ma anche agli odontoiatri che sul tema non dovrebbero mai abbassare la guardia.

Con i dental sleep disorders, impossibile dormire sonni tranquilli

In Italia sono 7,5 milioni le persone che soffrono di dental sleep disorders. Tra le cause di questo disturbo vi è l'ostruzione delle vie aeree. Questa condizione può generare la cosiddetta Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Un disturbo che se trascurato può portare a complicanze metaboliche, cardiovascolari e neurologiche. Aumentando persino il rischio di ictus, ipertensione arteriosa, coronopatie e aritmie, ma anche il rischio di andare incontro al diabete. Eppure, secondo dati diffusi da Aio, l'Associazione Odontoiatrica Italiana, soltanto a un paziente su 5 è stata effettuata la diagnosi e solo il 3-4% del totale accede alle terapie. Mentre ben l'80% di chi ne soffre non sa di averla. «Le apnee ostruttive del sonno - ricorda Laura Paini - sono dovute ad una riduzione del volume delle vie aeree, che può verificarsi a causa di malocclusione dovuta a palato stretto o arretramento mandibolare, oppure per via del rilassamento dei tessuti molli del palato, tipico, per esempio, nelle donne in post menopausa. Ecco perché l’ortodontista assume un ruolo fondamentale, da sentinella».

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L'OSAS è un problema serio. Non per niente, è stata di recente presentata in Parlamento una risoluzione in merito al “Riconoscimento dell'Apnea Ostruttiva nel Sonno come malattia cronica e invalidante”, anche e soprattutto per facilitare l'accesso alla diagnosi e alla terapia.

Cosa può fare concretamente l'odontoiatra

Per quel che è di sua competenza, perché l'OSAS richiede un approccio multidisciplinare, l'odontoiatra può far molto. Innanzitutto aiutare il paziente a far emergere il problema. Poi, laddove necessario, può intervenire. «Esistono diverse armi a disposizione dei professionisti del settore dentale - dice Paini - come i dispositivi terapeutici che possono lavorare sull’avanzamento mandibolare, bite e allineatori trasparenti che lavorano sulla funzione dei denti riposizionandoli nel modo corretto. L’ultima strada è quella di intervenire chirurgicamente sui tessuti molli, modificando la conformazione del palato o della lingua». Inoltre, ricordare ai pazienti che l'edentulia parziale nella zona posteriore potrebbe accentuare il problema. Di qui la necessità di intervenire con soluzioni implanto-protesiche adeguate a ristabilire le normali funzioni della bocca.

La miglior strada resta però la prevenzione

Per intercettare il problema, che può colpire anche i bambini, è bene stare ad occhi aperti e invitare i pazienti a prestare attenzione a figli e partner, nonché a seguire i consigli degli esperti. Se un bambino dorme con la bocca aperta, per esempio, una visita dall’ortodontista, ma non solo, potrebbe essere la soluzione. Gli adulti, invece, ricorda Paini, dovrebbero stare attenti ad alcuni segnali. Russamento, abrasioni dentarie, risvegli ripetuti, contrazioni facciali e momenti di grande stress vanno riportati allo specialista di fiducia. Senza mai dimenticare che il lavoro di squadra, per la diagnosi e la cura di questi disturbi, resta la soluzione migliore. Ecco perché neurologo, otorinolaringoiatra, odontoiatra e ortodontista non dovrebbero mai smettere di dialogare tra loro.

Dental sleep disorders, cosa deve sapere l’odontoiatra - Ultima modifica: 2023-03-23T15:29:16+00:00 da Pierluigi Altea
Dental sleep disorders, cosa deve sapere l’odontoiatra - Ultima modifica: 2023-03-23T15:29:16+00:00 da Pierluigi Altea