Vittorio Dibello, PhD Candidate presso la ACTA di Amsterdam

"La fragilità orale e i suoi fattori determinanti nell’età anziana: una revisione sistematica" è il titolo in italiano dello studio apparso ad agosto su The Lancet Healthy Longevity e del quale l’odontoiatra e ricercatore Vittorio Dibello, PhD Candidate presso la ACTA di Amsterdam, è primo autore.

La revisione sistematica ha esaminato il ruolo di 12 indicatori di salute orale in rapporto a diversi modelli di fragilità, introducendo brevemente il concetto di fragilità orale come una diminuzione della funzione della bocca associata con un coesistente declino delle funzioni cognitive fisiche.

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Quali sono, dottor Dibello, punti salienti e aspetti più innovativi della ricerca?

L’idea è che la fragilità orale possa essere considerata come una sindrome geriatrica e sottoposta a screening di routine in età avanzata. L'importanza di questo fenotipo è legata alla potenziale reversibilità di tutti i deficit di salute orale e, pertanto, al suo possibile ruolo come fattore di rischio per la malattia di Alzheimer e altre condizioni neurodegenerative. Mantenere una adeguata funzione orale nel tempo potrebbe diminuire l'impatto della fragilità orale e conseguentemente determinare un miglioramento dello stato alimentare e funzionale nelle persone anziane, riducendo il rischio di mortalità e di altri esiti negativi per la salute.

Il tema suggerisce la necessità di un approccio multidisciplinare: quali i partner ideali?

La salute orale è un aspetto cruciale ma spesso trascurato della medicina riabilitativa, e questo è particolarmente evidente nei soggetti anziani che, una volta ammessi in ospedale per le più svariate patologie, vanno incontro statisticamente a un minor recupero funzionale, minori opportunità di dimissione e tassi di mortalità più alti se presentano, come spesso accade, una scarsa salute orale.

Pertanto, la diagnosi precoce dei deficit del cavo orale, l’intervento tempestivo da parte degli odontoiatri, l'educazione alla gestione orale per infermieri e altri professionisti non dentali - geriatri, neurologi, psichiatri, nutrizionisti, per esempio - e la riabilitazione orale multidisciplinare sono essenziali, così come la collaborazione medico-odontoiatrica.

Come e perché la ricerca uscita su The Lancet supera o integra altri studi precedenti?

In letteratura sono presenti a oggi altre due revisioni sistematiche sul rapporto salute orale-fragilità in età avanzata. Nella prima, del 2015 (Tôrres LH, Tellez M, Hilgert JB, Hugo FN, de Sousa MD, Ismail AI. Frailty, frailty components, and oral health: a systematic review) nessuno studio longitudinale esaminato mostrava evidenze sulla possibilità che una scarsa salute orale potesse aumentare la probabilità di sviluppare segni di fragilità. La seconda del 2019 (Hakeem FF, Bernabé E, Sabbah W. Association between oral health and frailty: a systematic review of longitudinal studies. Gerodontology) identificava cinque studi che davano prove di una relazione longitudinale tra numero di denti, funzione masticatoria e fragilità. I nostri risultati evidenziano l'importanza della salute orale come possibile fattore predittivo della fragilità, fornendo prove che dimostrano la necessità di applicare indicatori di salute orale nelle indagini sanitarie e nella pratica clinica.

Quali sono le direttrici future della sua attività di ricerca sulla fragilità?

Scopo primario è valutare i parametri orali selezionati all’interno della systematic review presso un campione di anziani reclutati nell’ambito di uno studio di popolazione sull’invecchiamento, così da esaminarne i rapporti con la fragilità e altre condizioni cliniche e patologiche.

 

Invecchiamento e fragilità orale: la relazione pericolosa - Ultima modifica: 2021-09-24T12:58:17+00:00 da redazione
Invecchiamento e fragilità orale: la relazione pericolosa - Ultima modifica: 2021-09-24T12:58:17+00:00 da redazione