Trattamento ortodontico: come valutare l’età ossea

Trattamento ortodontio: come valutare l'età ossea

Nella pianificazione di un trattamento ortodontico in un soggetto subadulto e in crescita, la valutazione della fase di accrescimento delle basi ossee è un dato di fondamentale importanza. L’intervento in corrispondenza del picco di crescita, infatti, costituisce il momento auxologico che porta il trattamento al massimo impatto a livello scheletrico e dev’essere ragionevolmente monitorato durante tutto il periodo.

Nel corso degli anni, sono state messe a punto diverse metodiche che cercavano, partendo da esami radiologici, di evidenziare lo stato di crescita dei tessuti.

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Grande importanza storica, a livello italiano e anche in ambito internazionale, è la valutazione dell’età ossea sulla radiografia del polso, tecnica legata indissolubilmente alla Scuola di Milano e al fondatore di questa, il prof. Ennio Giannì, scomparso proprio nei giorni scorsi. Questa metodica, che nella quotidianità clinica trova oggi meno impiego rispetto al passato, conserva comunque un alto valore didattico, e viene a ragione fatta oggetto di studio, facilitando la comprensione di molti meccanismi della crescita.

Oggigiorno, una metodologia valida che permette un compromesso diagnostico e terapeutico accettabile, anche dal punto di vista della somministrazione di radiazioni ionizzanti, è rappresentato dallo studio della forma delle vertebre cervicali (C2, C3 e C4) che rimangono incluse all’interno della teleradiografia latero-laterale del cranio, che viene richiesta in maniera routinaria. La forma del corpo vertebrale e la radiotrasparenza delle relative porzioni forniscono un’istantanea del grado di ossificazione. La metodica è organizzata in 6 stadi di ossificazione e, ove necessario – si possono quantificare i “casi dubbi” in un 10% del totale – può essere addizionata ad un’altra metodica, quella basata sull’immagine radiografica della seconda falange del dito medio della mano. Ciò comporta naturalmente un piccolo costo biologico, quantificabile in una lastrina delle dimensioni di una endorale periapicale.

In conclusione di questo breve excursus, viene allegato un breve riepilogo delle 6 fasi, con la presunzione che possa tornare utile soprattutto agli studenti e chi sta approcciando a grandi linee a un ambito complesso e stimolante come quello ortodontico.

Nella prima fase (CS1) le 3 vertebre hanno bordo inferiore piatto; C3 e C4 hanno corpo di forma trapezoidale; il picco di crescita è distante non meno di 2 anni.

A CS2, C2 inizia a mostrare una concavità inferiore di circa 1 mm. A CS3, poi, la concavità compare su C3 (non ancora su C4), con i corpi di C3 e C4 che iniziano ad assumere forma rettangolare. La concavità inferiore a C4 compare nella fase successiva. Il periodo fra CS3 e CS4 è il più favorevole all’uso di apparecchi ortopedici/ortodontici.

I due step finali, CS5 e CS6, vedono i corpi vertebrali di C3 e C4 assumere il loro aspetto definitivo (rettangolare ad asse maggiore verticale): il clinico potrà solo constatare l’avvenuto esaurimento del picco di crescita e avrà così potuto valutare l’età ossea. 

Trattamento ortodontico: come valutare l’età ossea - Ultima modifica: 2016-06-09T07:15:34+00:00 da redazione

1 commento

  1. Nel caso in cui allo studio della forma delle vertebre cercivali si dovesse assocciare anche la radiografia del dito medio, quali sono per questa ultima metodica gli indicatori di ossificazione? Sono, forse, tra i nove già considerati dalla metodica della rafiografia della mano per intero, che si riferiscono al terzo dito (dito medio) cioè MP3=, MP3cap, DP3u e MP3u? Oppure sono stati definiti nuovi indicatori di maturità ossea? Grazie mille per l’attenzione. Un saluto.

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