Tra diagnosi e progettazione: ceratura diagnostica

 

Nell’ambito di una riabilitazione protesica complessa, le fasi di comunicazione fra studio e laboratorio rappresentano dei momenti particolarmente delicati: un misunderstanding durante uno di questi passaggi può ripercuotersi in tutte la fasi di lavoro successive. Oggigiorno, dunque, l’attività clinica prevede, soprattutto se il caso è ritenuto complesso, la previsualizzazione del risultato finale, di modo da assicurare il pieno accordo con l’odontotecnico ed anche con il paziente.

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Ceratura diagnostica: ruolo dell’odontotecnico

L’odontotecnico andrà dunque a realizzare la ceratura diagnostica del caso (in inglese wax up), che potrà facilmente evolvere in mock up, da far sperimentare al paziente in prima persona. Nella produzione della ceratura diagnostica, il tecnico dovrà seguire un processo preciso, in accordo con il clinico. I protocolli sono molteplici: qui viene ad esempio riportato quello proposto nel Facially Generated Treatment Planning. I modelli, una volta sviluppati, andranno posizionati in articolatore: per quanto riguarda il superiore, la posizione viene determinata attraverso un sistema di trasferimento orizzontale personalizzato o semipersonalizzato, ovvero un arco facciale. Successivamente, si inserirà il modello mandibolare, la cui posizione riprenderà – tramite una cera di masticazione – quella della mandibola del paziente in relazione centrica. Da qui in poi, tutta la fase protesica sarà indirizzata sempre sulla relazione centrica. Sarà comunemente possibile osservare disallineamenti o inclinazione dei piani: la storia clinica del paziente può essere di dirimente importanza, soprattutto nel caso in cui siano presenti delle disfunzioni.

Fasi di realizzazione della ceratura diagnostica

La fase successiva consiste nel primo passaggio della ceratura diagnostica vera e propria. Cominciando dal gruppo frontale superiore, per poi passare al corrispettivo inferiore, vengono individuati: inclinazione dell’aspetto vestibolare, posizione dei margini incisali – e, di conseguenza, orientamento del piano e lunghezza delle corone – linea mediana. Terminata la modellazione dell’aspetto labiale, si passerà al versante palatale.

Nel complesso, al termine di questi due passaggi saranno già stati determinati gli spazi necessari alla cementazione del restauro, il grado di escursione consentito e la dimensione verticale. Una volta completata la modellazione dell’intero settore frontale, si potrà passare a quello posteriore, cominciando dalle cuspidi vestibolari degli elementi superiori, per poi modellare le cuspidi, buccali e linguali degli inferiori. Saranno così individuabili il piano occlusale, la curva di Spee e la curva di Wilson e potranno essere stimati aspetti estetico-funzionali quale, ad esempio, il corridoio labiale. Aggiungendo infine agli elementi superiori le cuspidi palatali risulterà, così, completa la morfologia occlusale e si potranno infine determinare i contatti in massima intercuspidazione. La ceratura diagnostica sarà quindi rifinita e sottoposta all’odontoiatra.

Tra diagnosi e progettazione: ceratura diagnostica - Ultima modifica: 2016-10-18T07:01:20+00:00 da redazione

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