Testa o Croce?

siervo

La sostituzione di elementi mancanti con impianti osteointegrati è una realtà clinica imprescindibile, con studi che dimostrano una sopravvivenza – N.B. non un successo – compresa tra il 95% e il 98% a 10 anni. Questi risultati hanno fatto si, che in molti casi si è preferito estrarre degli elementi naturali compromessi per sostituirli con impianti. Negli anni le evidenze scientifiche hanno fatto cambiare gli orientamenti clinici: molti studi dimostrano come elementi naturali compromessi e recuperati con idonee terapie possano essere affidabili quanto ricostruzioni sostenute da impianti. La differenza più importante nella scelta che il clinico è obbligato a fare – mantenere l’elemento naturale o optare per la sostituzione implantare – sta nella possibilità di gestire in un futuro le eventuali complicanze. Un elemento parodontalmente compromesso può essere trattato con protocolli ben definiti a secondo della tipologia del difetto. Un impianto che perde i tessuti di sostegno – la cosiddetta periimplantite – non può essere trattato con terapie predicibili e scientificamente validate, poiché non vi è ancora sufficiente consenso. Se pensiamo a quanti impianti vengono inseriti quotidianamente nei pazienti in tutto il mondo e ci ricordiamo che il 18.8% di pazienti e il 9.6% di impianti possano andare incontro a un’infezione che noi – a oggi -non sappiamo come trattare con certezza, dovremmo meditare. Invece di avere a disposizione tanta letteratura su estetica estrema o su terapie implantari funamboliche vorremmo avere più certezze su protocolli operativi dedicati a problemi reali. Non è sano usare il sistema del “testa o croce” per trattare i nostri pazienti.

Testa o Croce? - Ultima modifica: 2016-10-10T00:06:25+00:00 da redazione

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