Studio odontoiatrico: tra sogno e realtà

Studio odontoiatrico: tra sogno e realtà

Vorrei raccontare di un caso e di una situazione ricorrente nella nostra professione: risulteranno entrambi utili per sgombrare il campo da diversi equivoci che circondano l’attività di progettazione e di realizzazione di ambienti sanitari. Per dirla molto chiaramente: per separare ciò che per ogni progettista è quasi sempre un sogno da ciò che è quasi sempre la realtà.  Qual è il sogno? Che il nostro cliente si rivolga allo studio di progettazione ancor prima di aver pianificato la propria attività, vale a dire nel momento dell’acquisizione dell’unità immobiliare nella quale realizzare la struttura ambulatoriale o poliambulatoriale che sia. La cui scelta verrebbe così effettuata anche con l’opinione dell’architetto, rendendolo quantomeno corresponsabile nel definire la metratura, le difficoltà tecniche della ristrutturazione, la valutazione di mercato della tipologia dei pazienti e le analisi delle funzioni esercitate.

L’ubicazione: i perché della scelta                                       

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Magari fosse così! Magari potessimo disporre di tanta influenza noi progettisti. In trent’anni, mi è quasi sempre capitato il contrario. Per aprire l’attività il cliente valuta la scelta dell’immobile da affittare o da acquistare, sulla base di precise caratteristiche, e cioè:

  • la zona. Normalmente tende a scegliere quella dove è conosciuto, dove ha delle relazioni, dove in buona sostanza presuppone di mantenere o conquistarsi un più ampio “parco pazienti”;
  • le opportunità di parcheggio e il servizio offerto dai mezzi pubblici affinché i suoi futuri pazienti possano raggiungerlo comodamente;
  • la tipologia dello stabile e l’ubicazione dell’appartamento all’interno dello stesso;
  • il costo dell’affitto o dell’acquisto.

Di conseguenza, è condizionato a scegliere quello che il mercato offre. E abitualmente i vincoli strutturali o impiantistici vengono risolti dal progettista con un particolare occhio di riguardo alle soluzioni che garantiscono il miglior risultato nel rapporto costi/benefici.

Nel seminterrato di casa

Fine della premessa. Eccoci a un caso concreto da noi recentemente affrontato. Si tratta di uno studio monospecialistico odontoiatrico realizzato nei primi anni Novanta. Il titolare è stato uno dei primi laureati in odontoiatria presso l’Università degli Studi di Milano. La famiglia di origine abitava in una villetta monofamiliare nell’hinterland milanese, costituita da un piano seminterrato e da un piano rialzato. Quando il nostro Committente fu in grado di poter esercitare la professione, i familiari trasformarono il piano seminterrato in studio odontoiatrico, assolvendo a tutte le norme di legge in vigore in quegli anni.

Perché proprio li? Perché lì erano conosciuti e poi costava meno adattare quei locali che acquisirne di nuovi.  A distanza di circa 18 anni, nasce nel professionista l’esigenza di voler esercitare la propria professione in un ambiente più consono alle proprie esigenze e ai dettami attuali.

Ristrutturare o trasferirsi?                                                        

Il professionista decide quindi di valutare se riprogettare lo spazio a disposizione o, in alternativa, cercare una nuova collocazione. La ricerca di una nuova collocazione risulta però vana, in quanto:

  • nella zona non sono disponibili appartamenti da ristrutturare che rispondano alle caratteristiche desiderate;
  • ciò che è disponibile sul mercato è attualmente in costruzione, ma è distante dall’attuale ubicazione e, di conseguenza, c’è il timore che i pazienti non gradiscano lo spostamento;
  • i tempi di consegna di uno stabile in costruzione non sono mai brevi;
  • i costi di acquisizione dell’appartamento e di realizzazione dell’ambulatorio, per quanto in linea con il mercato, significano un esborso significativo rispetto alla ristrutturazione dei locali esistenti;

l’affezione per una proprietà di famiglia, la piacevolezza del giardino privato sul quale affacciano due lati dello studio, l’abitudine a una certa indipendenza (il piano superiore è attualmente abitato dal fratello), convincono a optare per la ristrutturazione radicale dell’unità esistente. Anche le residue perplessità vengono superate, come quella relativa al fermo tecnico dello studio, risolta affrontando i lavori a cavallo della pausa delle vacanze estive, con una rigorosa programmazione, poi mantenuta.

Nuovi e diversi ambienti                                              

Lo studio, in origine, comprendeva ingresso, due sale operative, la zona sterilizzazione collocata in una nicchia del corridoio, l’ufficio privato, un bagno e un locale adibito a spogliatoio. Il nuovo progetto prevede:

  • nella zona extra-clinica, ingresso, sala d’attesa, reception, bagno e antibagno per i pazienti;
  • nella zona clinica, tre sale operative, locale sterilizzazione e un piccolo vano adibito a banco ritocchi, nonché l’ufficio privato;
  • nella zona personale, spogliatoio e bagno;
  • nella zona tecnica, una sala macchine contenente: compressore, aspiratori, caldaia a basamento, addolcitore, filtri, boiler ad accumulo.

La nuova progettazione ha consentito dunque un migliore utilizzo degli spazi a disposizione, ricavando una terza sala operativa, un locale sterilizzazione con uno sviluppo lineare di ben 4,60 metri lineari di piano di lavoro, un localino banco ritocchi collocato di fronte alla sala protesi e, non ultimo, una reception e un bagno per i pazienti.

L’importanza della luce

Un’importante verifica da effettuare in un ambiente seminterrato è la presenza di un vespaio areato. In questo caso, è stato riscontrato che una porzione dell’ambiente non ne era dotata. Si è provveduto anche a questa realizzazione mantenendo comunque invariati i tempi di consegna e con una non rilevante incidenza sui costi preventivati. Trattandosi di un seminterrato si è data particolare importanza alla progettazione illuminotecnica, al fine di conferire all’ambiente una luminosità che non facesse percepire la particolare collocazione dell’ambulatorio. Sono state impiegate lampade a basso consumo energetico e ad alta resa con un ottimo rapporto qualità/costo. La scelta delle pavimentazioni, delle porte, dei rivestimenti, degli arredi – con l’utilizzo di colori chiari che non assorbono luce, ma anzi la riflettono – hanno contribuito alla realizzazione di un ambiente luminoso.

In conclusione                                   

Quasi mai l’ubicazione della struttura (acquisto o affitto che sia) viene scelta unicamente in funzione del progetto. Al contrario, spetta al progettista saper trarre il massimo da quello che ha a disposizione, dando al proprio cliente uno strumento di lavoro adeguato e prestando particolare attenzione ai costi e ai tempi di realizzo. Vale a dire a ottenere un risultato che rispecchi e ripaghi il corretto investimento effettuato.

 

 

Studio odontoiatrico: tra sogno e realtà - Ultima modifica: 2009-09-19T12:23:18+00:00 da Redazione

1 commento

  1. In radiologia perseguire i principi di giustificazione e di ottimizzazione | DM Il Dentista Moderno

    […] che devono essere necessariamente individuate al fine di organizzare in piena sicurezza gli ambienti radiografici […]

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