Studio dentistico: Odontoiatria in vetrina

Studio dentistico: Odontoiatria in vetrina

Sempre più frequentemente per l’apertura di uno studio odontoiatrico vengono scelti locali abitualmente adibiti a uso commerciale, con affaccio diretto sulla strada. In caso di metrature superiori al necessario, è possibile un’operazione di frazionamento: prima di procedere è bene però effettuare alcune considerazioni.

È noto che il mercato immobiliare abbia, negli ultimi anni, registrato una flessione, soprattutto per gli immobili a uso commerciale. Questa flessione ha fatto sì che anche gli odontoiatri siano sempre più interessati a stabilire il proprio ambulatorio in unità a uso commerciale, con affaccio diretto sulla strada. Quest’opzione offre diversi vantaggi:

Pubblicità
  • assenza di barriere architettoniche;
  • ingresso indipendente dallo stabile di pertinenza;
  • maggiore visibilità.

Può accadere che le dimensioni delle unità commerciali disponibili superino però quelle necessarie a un ambulatorio di medie dimensioni, costituito da:

  • reception;
  • una comoda attesa;
  • antibagno e bagno pazienti;
  • ufficio privato;
  • due/tre sale operative;
  • locale sterilizzazione;
  • vano da adibire a banco ritocchi;
  • una sala macchine;
  • uno spogliatoio;
  • un bagno per il personale dello studio.

Spesso le metrature importanti hanno prezzi di vendita più appetibili rispetto alle unità più contenute: di norma, infatti, maggiore è la grandezza del locale, inferiore è il suo costo a metro quadro. Nel caso in cui il negozio a disposizione sia di interesse, ma abbia una superficie superiore a quella necessaria, si potrebbe prendere in considerazione un frazionamento, procedendo perciò alla suddivisione dell’unità in n. 2 subalterni. Dal punto di vista burocratico, il frazionamento non comporta particolari difficoltà; prima di procedere è bene però effettuare alcune considerazioni.

In primis, verificare lo stato dell’impianto di riscaldamento: infatti se è autonomo, con canna fumaria dedicata, vi sarà la necessità di realizzare un secondo impianto. Con l’aiuto di un termotecnico si possono prendere in considerazione varie soluzioni. Sul mercato vi sono proposte impiantistiche tecnologicamente evolute e con elevate prestazioni energetiche.
È possibile, per esempio, prevedere un impianto di climatizzazione che soddisfa le seguenti funzioni:

  • riscaldamento invernale;
  • condizionamento estivo;
  • ricambio aria per gli ambienti carenti di ventilazione naturale.

La valutazione dell’impianto di climatizzazione più idoneo per una specifica unità immobiliare viene eseguita in funzione della tipologia costruttiva del fabbricato, a basso impegno energetico, in funzione della destinazione d’uso degli ambienti da climatizzare e considerando principalmente i seguenti aspetti:

  • comfort degli ambienti con termoregolazione per ogni singolo locale;
  • utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
  • tecnologia evoluta;
  • costi di gestione vantaggiosi;
  • costi di manutenzione contenuti;
  • semplicità e flessibilità di utilizzo;
  • semplicità di realizzazione;
  • impianto unico con la funzione di riscaldamento invernale e condizionamento estivo;
  • assenza di acqua nei macchinari posizionati all’esterno e nell’intero impianto.

DM_2014_009_architettura003

Alla luce dei suddetti aspetti, la tecnologia ci offre impianti di climatizzazione in pompa di calore a espansione diretta di gas frigorifero con tecnologia inverter a volume variabile, controllo della temperatura di espansione e accumulo termico, essenzialmente costituiti da:

  • una o più unità esterne collegate in batteria;
  • linea gas frigorifero a due tubi con o senza collettori di distribuzione;
  • unità interne di vario tipo posizionabili a parete o in controsoffitto;
  • termoregolatore in ogni singolo ambiente;
  • centralizzatore dei comandi per la gestione integrale dell’impianto da unica postazione.

Il rendimento invernale dei sistemi a pompa di calore si attesta mediamente a 4, il che significa che per 1 kW di energia elettrica utilizzata si ottengono 4 kW di energia termica erogata in ambiente. In riferimento agli impianti di ventilazione meccanica controllata per il ricambio aria, obbligatori per i locali con insufficiente ventilazione naturale e facoltativi per gli altri ambienti, consideriamo un sistema a doppio flusso con recupero di calore in quanto ci permette di contenere i consumi energetici migliorando la classificazione energetica del sistema edificio-impianto, rendendo più confortevoli i locali con permanenza di persone.

Il caso
Di recente abbiamo seguito una giovane odontoiatra che ha scelto di trasferire la propria attività all’interno di un negozio. Ha optato per uno spazio di circa 250,00 m2, con l’idea di adibire ad ambulatorio solo una parte di circa 140,00 m2. La superficie restante ha subito suscitato l’interesse di un imprenditore deciso a inserirvi un’attività commerciale. In accordo con il Committente abbiamo lasciato la caldaia esistente, con relativo condotto fumario al subalterno destinato all’attività commerciale. Per l’ambulatorio, previo consenso condominiale per l’occupazione di un esiguo spazio esterno, si è realizzato un impianto come sopra descritto. Dopo la prima gestione invernale, il nostro Committente si è detto soddisfatto del risultato sia come comfort del microclima, sia come funzionamento e, non da ultimo, in merito al rapporto costo-beneficio.

DM_2014_009_architettura004

La peculiarità di questo progetto riguarda l’eccezionalità di aver potuto dimensionare i locali in base alle esigenze del Cliente e non in base agli spazi predeterminati a disposizione. Ogni aspetto della realizzazione è stato curato per esprimere quell’io che vuole gli spazi distribuiti in continuo rapporto con il contesto. Un progetto, come un vestito, “cuce” lo studio sul suo proprietario e l’immagine globale risulta essenziale e sobria. L’ampia sala di attesa dotata di ogni comfort accoglie il paziente in un luogo minimalista e moderno essenziale e luminoso, per nulla convenzionale, con un accento personalissimo, voluto dalla proprietaria per manifestarvi la propria idea estetica. Entrando non si ha per nulla la percezione di trovarsi all’interno di un ambulatorio odontoiatrico, ma in un ambiente accogliente e rilassante. I colori di base appartengono alla gamma dei colori della terra, dal beige/tortora per i dettagli della reception, al color cioccolato per la parete di fondo, che contribuisce a rendere morbido ed elegante l’ambiente.

DM_2014_009_architettura005

Il filo conduttore di questo ambulatorio è la cura del dettaglio, la trasparenza e la continuità. Si è infatti deciso di non realizzare la bussola di ingresso, ma di dividere la zona di accesso da quella di attesa per mezzo di un elemento architettonico realizzato in legno e in cristallo. Lo stesso, oltre che funzionale, delimita la zona di ingresso evitando che soprattutto in inverno le folate d’aria investano i pazienti già in attesa.
Un vano leggermente appartato dalla zona ingresso-attesa, ma ben visibile dalla reception, è destinato ad accogliere cappotti, soprabiti e ombrelli, in modo che il paziente possa accedere alla zona di attesa libero da impedimenti. L’antibagno pazienti, ben illuminato, è dotato di ampio specchio e mensola di appoggio. La presenza di fiori, profumatore ambiente, fazzoletti di carta e una piccola pattumiera di servizio fanno presagire al paziente l’attenzione che a lui verrà riservata. La struttura rimane pura e le forme ricche di presenze geometriche decise.

DM_2014_009_architettura006

Ben poco è appeso alle pareti: un grande orologio, un porta riviste in cristallo, alcune comunicazioni di servizio. Attraverso una porta in cristallo si accede alla zona clinica. Fra le due sale operative, piuttosto comode, trova collocazione la sterilizzazione; a fianco della sala protesi, un vano per il banco ritocchi. Il paziente può accedere all’ufficio privato direttamente dalla sala di attesa, come dalla zona operativa a seconda delle esigenze. Questo è un ulteriore elemento che non solo rende funzionali i percorsi, ma torna a sottolineare la centralità della figura del paziente all’interno dello studio. La presenza di una sala macchine, in grado di accogliere un tecnico senza che questo possa ostacolare l’attività operativa, un piccolo break che consente una preziosa pausa, un’ampia zona di stoccaggio, un comodo spogliatoio sono tutti ulteriori elementi che contribuiscono a rendere gradevole la giornata lavorativa.

Studio dentistico: Odontoiatria in vetrina - Ultima modifica: 2014-09-26T09:52:48+00:00 da Redazione

7 Commenti

  1. […] in virtù della crisi che anche il settore odontoiatrico sta attraversando ho notato che due sono gli […]

  2. […] Nello specifico, le modalità operative di sterilizzazione sono: […]

  3. […] Chi ha questi dubbi? Essenzialmente, due tipologie di professionisti: il giovane (neo) laureato che ha appena rilevato lo studio o l’ha ereditato; oppure, al contrario, l’anziano dentista al quale mancano pochi anni al pensionamento. Nel primo caso, l’esigenza è quella di riadattare alcuni spazi al fine di ottenere una distribuzione logistico-strutturale più confacente alla nuova organizzazione dello studio. Nel secondo caso, il restyling e l’adeguamento alla normativa vengono effettuati per migliorare la struttura, in modo che al momento della cessione (in affitto o in vendita) abbia maggior valore sul mercato, migliore in ogni caso rispetto a quello di uno studio «invecchiato su se stesso». […]

  4. […] Un’importante verifica da effettuare in un ambiente seminterrato è la presenza di un vespaio areato. In questo caso, è stato riscontrato che una porzione dell’ambiente non ne era dotata. Si è provveduto anche a questa realizzazione mantenendo comunque invariati i tempi di consegna e con una non rilevante incidenza sui costi preventivati. Trattandosi di un seminterrato si è data particolare importanza alla progettazione illuminotecnica, al fine di conferire all’ambiente una luminosità che non facesse percepire la particolare collocazione dell’ambulatorio. Sono state impiegate lampade a basso consumo energetico e ad alta resa con un ottimo rapporto qualità/costo. La scelta delle pavimentazioni, delle porte, dei rivestimenti, degli arredi – con l’utilizzo di colori chiari che non assorbono luce, ma anzi la riflettono – hanno contribuito alla realizzazione di un ambiente luminoso. […]

  5. […] punto di vista progettuale si è puntato a mediare l’ergonomia di lavoro dello studio con […]

  6. […] accorgeremmo solo al momento di trovarselo all’interno dello studio. Troppo tardi. Un pulsante di allarme posto sotto il banco della receptionist, magari udibile solo nelle sale operative, potrebbe essere […]

  7. […] miglior sistema per attuare questa analisi è sicuramente quello di redigere un elenco di tutte le funzioni […]

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome