Salute orale e sport: il ruolo dell’odontoiatra sportivo nel team che segue l’atleta

Fig. 14b

Il lavoro clinico svolto negli anni dagli odontoiatri sportivi ha portato a numerose conoscenze sulle principali patologie che affliggono gli atleti, tra cui traumi, carie, erosioni, disordini gnatologici. È stata rivolta grande attenzione verso l’utilizzo del paradenti individuale, per la sua consolidata funzione protettiva dai traumi dentali, come serbatoio di sostanze atte a controllare le variazioni ecologiche che avvengono nel cavo orale e come ausilio alla performance dell’atleta mediante il controllo e stabilizzazione dell’occlusione.

 

Domenico Tripodi

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1985, specialista in Odontostomatologia e in Ortognatodonzia. Ricercatore confermato presso l’Università di Chieti. È titolare degli insegnamenti di Pedodonzia del CLMOPD e di Organizzazione ed ergonomia della professione e Pedodonzia del CLID dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Direttore dei Corsi di perfezionamento in Odontostomatologia dello Sport, Odontoiatria pediatrica, Igiene e profilassi in odontoiatria pediatrica e sportiva per igienisti dentali.
Docente presso la Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia, Odontoiatria pediatrica, Pediatria e Geriatria. Direttore del Servizio di Pedodonzia.
Past President e responsabile scientifico della Società Italiana di Odontostomatologia dello Sport e membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Odontoiatria Infantile.

Simonetta D’Ercole

Laureata in Odontoiatria e Protesi dentaria e in Tecniche di Laboratorio biomedico, è specialista in Ortognatodonzia e dottore di ricerca in Scienze biomediche. Perfezionata in Odontostomatologia dello Sport. È docente presso la Scuola di specializzazione in Odontoiatria pediatrica dell’Università di Chieti. Attualmente svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze mediche, orali e biotecnologiche dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. È presidente della Società Italiana di Odontostomatologia dello Sport. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.

 

Riassunto
La prevenzione delle patologie orali, degli eventi traumatici e dei disordini gnatologici rappresenta un punto cardine nell’odontoiatria moderna. La salute orale può influenzare le abilità degli atleti, agonisti e non agonisti, sia durante gli allenamenti sia durante le competizioni e da un’ attenta analisi in una vasta gamma di discipline sportive si ricava che lo stato di salute orale degli atleti sembra essere scarso. Grande importanza riveste il ruolo dell’odontoiatra sportivo, che deve essere inserito nel team che segue l’atleta. Inoltre, è fondamentale portare a conoscenza tutto il mondo sportivo dell’utilità del paradenti di tipo individuale. Il custom-made mouthguard, se costruito rispettando i principi ideali, si configura come un mezzo in grado di raggiungere tutti gli obiettivi di prevenzione. Questo dispositivo, infatti, assicura la già ben nota e adeguata protezione traumatologica, fornisce la possibilità di veicolare sostanze come clorexidina, fluoro e caseina per il controllo delle variazioni ecologiche del cavo orale indotte dall’attività sportiva stessa, e offre all’atleta un supporto psicologico e una migliore stabilità occlusale, che andrà a influire positivamente sulla prestazione sportiva. Alla luce di tutti questi vantaggi, il paradenti individuale dovrebbe essere adottato in tutte le discipline sportive, ma solo se progettato e realizzato da odontoiatri e odontotecnici specializzati.

Pubblicità

 

La prevenzione delle malattie orali è lo scopo principale dell’odontoiatria moderna.
L’odontoiatria applicata allo sport si concentra sullo studio, il riesame, la prevenzione e il trattamento delle patologie orali e concentra l’attenzione sul mantenimento della salute dentale dell’atleta e sulla diffusione di nuove conoscenze nell’ambito della comunità della medicina dello sport. L’odontostomatologia dello sport può essere considerata come un’area preminente dell’odontoiatria, poiché la scarsa salute orale può limitare le abilità degli atleti, professionisti e non, sia durante gli allenamenti sia durante le competizioni.
Il lavoro clinico e scientifico svolto negli anni dagli odontoiatri sportivi ha portato a numerose conoscenze circa le principali patologie che affliggono gli atleti, tra cui traumi, carie, erosioni, disordini gnatologici, e circa le variazioni che avvengono nei fattori che regolano l’ecologia del cavo orale, quali pH salivare, flusso salivare, carica microbica, livelli di S-IgA. Grande attenzione è stata rivolta poi verso l’utilizzo del paradenti o mouthguard individuale, al quale è stata conferita una triplice veste:

  • la ben consolidata funzione protettiva contro i traumi dentali;
  • serbatoio di sostanze, quali clorexidina, fluoro, caseina e quant’altro, atte a prevenire le patologie del cavo orale; 
  • ausilio alla performance dell’atleta mediante il controllo e stabilizzazione dell’occlusione.

Per ottenere lo stato di salute dell’atleta è necessario che l’odontostomatologia sportiva si ponga come parte integrante di un quadro fondamentale di multifattorialità, nel quale si possono inserire diverse figure professionali sanitarie, come per esempio: medico di base, pediatra, psicologo, allergologo, logopedista, otorinolaringoiatra, fisiatra, fisioterapista, e non sanitarie, come per esempio: istruttori e allenatori di varie discipline sportive.

L’attività sportiva e la salute orale

L’attività motoria può essere uno strumento ideale per il miglioramento della qualità della vita e per creare un fondamentale presidio terapeutico nella promozione della salute intesa come una costruzione di benessere invece che contenimento del malessere.
I dati dell’Istat descrivono come, dal 2013 a oggi, la cultura degli italiani nei confronti della pratica sportiva sia cambiata. I numeri dei praticanti sono aumentati in maniera considerevole in tutte le fasce d’età, in entrambi i generi e in tutte le regioni, raggiungendo soglie record.
Complessivamente la popolazione attiva in Italia è composta da 35 milioni 593 mila individui che svolgono uno o più sport o qualche attività fisica nel proprio tempo libero1. Tra i 6 e i 10 anni d’età si raggiunge la percentuale più alta di praticanti sportivi in forma continuativa, il 59,7% dei bambini è sportivo.

Fig. 1a
Fig.1b
1a, b. Esiti di traumi dentali occorsi durante lo svolgimento delle attività sportive

La salute orale è un elemento fondamentale della salute in generale, dello stato di benessere e della qualità della vita dello sportivo2. La letteratura scientifica da tempo afferma come la salute orale sia strettamente correlata al contesto sociale e all’attività fisica3.

I principali problemi orali correlati allo svolgimento delle diverse attività sportive sono legati a traumi, disturbi gnatologici, alterazioni e/o malattie orali, come carie, erosioni, discromie dentali, malattia parodontale e infezioni respiratorie (Figure 1a,b).

Da una revisione della letteratura circa la connessione tra attività fisica e salute orale emerge che la salute orale degli atleti sembra essere scarsa in una vasta gamma di discipline sportive4-9. Needleman e coll. riportano una incidenza di carie tra 15-75%, erosioni dentali tra 36-85%, malattie parodontali 15%4,5. Gay Escoda e coll7, in uno studio condotto sui calciatori del Cf Barcelona, descrivono indici di placca di 2.3 e DMFT di 5.7.

Scarsa attenzione alla salute orale è dimostrata anche dall’osservazione in giovani calciatori di maggior indice di placca, aumento delle discromie dentali, maggiore frequenza di abitudini viziate (deglutizione atipica, onicofagia), e più bassa frequenza di spazzolamento quotidiano rispetto a soggetti che non praticavano alcun tipo di attività sportiva6.

Particolare esposizione all’insorgenza di discromie dentali estrinseche si riporta nei nuotatori, con incidenza variabile nei diversi autori (D’Ercole et al, 11,76%; Escartin et al, 60,2%)8,9. La differenza è da imputare a diversi fattori: pH delle acque della piscina, pH salivare, ore settimanali di allenamento in piscina, disinfettanti usati nelle piscine, abitudini alimentari.

Nessuna differenza è stata trovata sull’incidenza delle diverse patologie tra gli atleti dei paesi sviluppati rispetto a quelli in via di sviluppo, sembrerebbe quindi che la scarsa salute orale sia comune in tutti gli atleti professionisti.

È importante sottolineare che la scarsa salute orale potrebbe influire sulle prestazioni atletiche: il 28-40% degli atleti è preoccupato che la propria salute orale abbia un impatto sulla propria vita e il 5-18% degli atleti ha l’impressione che ciò abbia effetto anche sulla performance sportiva4,5.

L’attività sportiva e l’ecosistema orale

La cavità orale ha una popolazione microbica residente con una caratteristica composizione che sussiste, nella maggioranza dei casi, in armonia con l’ospite; essa è quanto mai varia e comprende protozoi, miceti, batteri e virus.

Fig. 2 – Raccolta di saliva stimolata direttamente a bordo campo, grazie all’utilizzo di kit specifico
Fig. 3a
Fig. 3b
3 a, b. Traumi facciali ed orali causati da incidenti durante l’attività sportiva. In 3a l’uso del casco e del paradenti ha protetto l’atleta da traumi dentali

L’ambiente offerto dalla cavità orale non è uniforme e le condizioni variano nel corso della vita in rapporto allo stile di vita, alle abitudini igieniche e alimentari, all’eventuale somministrazione di farmaci e, non da ultimo, allo svolgimento di attività sportive10,.

Alimentazione, frequenza settimanale e ore di allenamento, condizioni climatiche e condizioni di stress psicofisico possono avere ripercussioni sulla salute orale degli atleti, poiché determinano variazioni importanti nell’ecosistema orale10.
Diversi autori hanno riportato che un esercizio fisico intenso comporta una riduzione del flusso salivare, decremento nella produzione delle IgA secretorie, e conseguente diminuzione delle difese dell’organismo ospite e quindi suscettibilità aumentata verso particolari patologie quali infezioni del primo tratto respiratorio e nello specifico del cavo orale8,10-12.
Gli effetti negativi dell’abbassamento delle S-IgA, legate a un minore tasso di flusso salivare rispetto all’inizio delle competizioni, permangono nel corso dell’intera giornata di allenamenti13.

Il decremento delle S-IgA avviene già dopo un breve esercizio compiuto in massima fatica, e i bassi livelli permangono anche se c’è una pausa di 5 minuti fra un esercizio e l’altro, perché si assiste a un generale decremento del tasso di flusso salivare14.
D’Ercole e coll6 hanno dimostrato che i giovani calciatori analizzati presentavano una carica microbica salivare, relativamente a ceppi cariogeni quali S. mutans, Lactobacillus spp., statisticamente superiore rispetto a ragazzi che non praticavano alcuna attività sportiva, sia nel pre- che nel post-allenamento. Nel post-allenamento si assisteva anche a una diminuzione statisticamente significativa della concentrazione delle S-IgA. I giovani calciatori sembrano correre un rischio maggiore nello sviluppo di patologie del cavo orale rispetto ai soggetti sedentari, causato sia da una scarsa attenzione alla salute del proprio cavo orale sia dagli effetti di alterazioni microbiologiche e immunologiche che si verificano durante l’allenamento. D’Ercole e Tripodi15 hanno evidenziato su giovani nuotatori che si allenavano per 2 ore al giorno per 5 giorni a settimana che la presenza di ceppi patogeni quali S. mutans, S. sanguis, L. fermentum e A. gerenseriae aumentava statisticamente nel post-allenamento. Inoltre, i valori medi della carica batterica erano significativamente più alti nei nuotatori rispetto a persone che non praticavano l’attività sportiva. Il tempo dell’allenamento è il periodo caratterizzato da una più intensa funzione salivare e fisiologica risposta, come il decremento nella produzione delle S-IgA, e quindi può essere considerato una finestra aperta per l’esposizione a patologie del cavo orale.

Lo svolgimento del nuoto però a livello agonistico comporta valori medi più alti di S-IgA, sia prima che dopo l’allenamento, rispetto a nuotatori non agonisti. Nel cavo orale dei nuotatori agonisti, inoltre, albergano, oltre ai microrganismi cariogeni, quali S. mutans e S. sobrinus, anche batteri protettivi, come S. sanguinis, che si associa in tal caso a una minore incidenza di carie attive, rispetto a nuotatori non agonisti8 (Figura 2).

L’attività sportiva e i traumi

I traumi dentali sono eventi di frequente riscontro e possono essere legati a molteplici situazioni; si va dai traumi dentali in ambito scolastico, a quelli in ambito lavorativo, passando per quelli conseguenti ad attività ludico-sportive, causati da atti di violenza e agli incidenti stradali.
Qualunque sia la causa, questi eventi si riflettono sulla qualità della vita dei pazienti, imponendo attenzione non solo al trattamento immediato, ma anche alla risoluzione delle sequele che nel futuro potrebbero manifestarsi, con un conseguente impegno sanitario ed economico.

Fig. 4a
Fig. 4b
Fig. 4c
Fig. 4d
4a-d. Reimpianto dopo trauma sportivo con avulsione dentale. Splintaggio e controllo finale dopo 1 anno dall’infortunio. Si ringraziano i dottori A. Filippakos e I. Tsilividis per la collaborazione

Le lesioni traumatiche dento-alveolari sono eventi molto frequenti in dentatura sia decidua sia permanente; mediamente, si calcola che 3 soggetti ogni 10 subiscano una lesione orale16 e almeno uno di tali soggetti veda riconosciuta nell’attività sportiva la causa di tale evento17. Sono soprattutto le fasce d’età pre-adolescenziali in dentatura permanente (8-12 anni) e i soggetti nella fascia d’età 1-3 anni, in dentatura decidua, quelle particolarmente esposte a tali lesioni. I traumi occorsi durante la pratica sportiva oscillano attorno a una percentuale del 25-30% del totale. Sono più frequenti tra gli 8 e i 21 anni. La loro frequenza diminuisce con l’aumentare dell’età dei soggetti18 (Figure 3 a,b).
È innegabile che vi siano delle specialità sportive che predispongano ai traumi dento-facciali, di converso altre specialità possono essere ritenute solo potenzialmente a rischio (Tabella 1) (Figure 4a-d). Indagini statistiche hanno evidenziato che la distribuzione dei traumi in base agli sport è la seguente: 26% ciclismo, 16% basketball, 16% calcio, 10% arti marziali, 8% pattinaggio, 8% Hockey, 5% equitazione, 5% skateboarding, 6% altri sport.

In uno studio condotto presso il Dipartimento di Scienze mediche, orali e biotecnologiche dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, sono stati valutati 234 atleti di età compresa tra 6 e 13 anni e 348 con età uguale o superiore a 14 anni, per un totale di 582 atleti praticanti diverse discipline sportive appartenenti alle classi degli sport statisticamente e potenzialmente pericolosi. Come metodo di valutazione sono stati utilizzati questionari e esami clinici. Valutando i soggetti per tipo di dentizione si osserva come in dentizione mista c’è un’alta prevalenza di traumi (43,60%), mentre in dentizione permanente la percentuale di traumi diminuisce (36,20%). 

Gli atleti sono stati valutati anche relativamente all’uso del paradenti. È stato evidenziato un basso utilizzo di paradenti (5,13%) in dentizione mista, che aumenta (15,50%) in dentizione permanente. In particolare l’utilizzo di paradenti era motivato dalla pregressa esperienza traumatica nel 90% del campione preso in esame.

Valutando gli atleti divisi per disciplina praticata si è visto che negli sport svolti da soggetti con età media inferiore, la percentuale di utilizzo del paradenti è pressoché nulla. All’aumentare dell’età media, tale percentuale aumenta. Mentre in tutti gli sport ci sono alte prevalenze di traumatismi dento-alveolari (11,11%-54,50%).

L’attività sportiva e i paradenti

Il paradenti, o protettore orale o mouthguard, è un dispositivo resiliente, che viene inserito nella cavità orale, al fine di ridurre i traumi che coinvolgono la regione oro-maxillo-facciale, in particolare i denti e i tessuti parodontali, durante l’attività fisica.19

fig. 5a
FIg. 5b
5a, b. Paradenti individuali

I paradenti sportivi sono designati a proteggere le labbra e i tessuti molli intraorali dalle lacerazioni, i denti dalle fratture e dalle avulsioni e i mascellari da fratture e dislocazioni20.
L’American Standards for Testing Materials classifica i paradenti in tre categorie (Tabella 2).
In Italia si acquistano circa un milione di paradenti quasi esclusivamente presso negozi sportivi, di tipo quindi non personalizzato. La Società Italiana di Odontostomatologia dello Sport (SIOS) da anni ormai promuove attivamente l’utilizzo di paradenti di tipo individuale (Figure 5a, b).

Il paradenti individuale è un manufatto realizzato in laboratorio odontotecnico su prescrizione dell’odontoiatra: deve essere protettivo, adattarsi alle strutture orali, essere ritentivo, avere minima interferenza con la fonazione e con la respirazione, avere spessori adeguati nelle zone critiche, confortevole, poco ingombrante, inodore e insapore (Figure 6a, b, c).

Fig. 6a
Fig. 6b
Fig. 6c
6a, b, c. Tipi di paradenti individuali, realizzati in laboratorio su modelli in gesso, in seguito a prescrizione dell’odontoiatra sportivo

I paradenti individuali offrono al paziente una corretta protezione, comfort nell’utilizzo, scarso ingombro e adeguata estetica grazie al sostegno dei tessuti molli. In base al tipo di sport si utilizzano spessori differenti:

  • massimo spessore in sport come hockey su ghiaccio, arti marziali, rollerblade, skateboarding, rugby, polo;
  • spessore intermedio nel ciclismo, boxe, basket, calcio, judo, lotta grecoromana;
  • spessore ridotto negli sport con contatto minimo.

Per la realizzazione di un paradenti individuale che risponda a tutte le caratteristiche ideali è necessaria una formazione specifica sia per l’odontoiatra che per l’odontotecnico. Il percorso di formazione può essere seguito sia in forma privata che presso strutture universitarie, già operanti nel settore dell’odontoiatria sportiva. È fondamentale precisare che spetta all’odontoiatra sportivo prescrivere una richiesta di paradenti e che poi debba avvalersi di un laboratorio odontotecnico qualificato e specializzato nella realizzazione di mouthgards individuali. 

L’utilizzo delle protezioni intraorali come il paradenti è consolidato da tempo in alcune discipline sportive (boxe, rugby, hockey) a scopo preventivo traumatologico, avendo questi dimostrato di fornire un’efficace protezione sia dei denti sia delle strutture circumorali.
In alcuni Paesi l’uso del paradenti è reso obbligatorio durante le competizioni e si stima invece che, nei Paesi in cui non è obbligatorio, solo il 4-6% degli atleti utilizzi il paradenti21. A riprova dell’importanza sociale che riveste la traumatologia dentale, soprattutto nei soggetti in età evolutiva, anche il Ministero della Salute è intervenuto sul tema diffondendo le linee guida per la prevenzione e la gestione clinica dei traumi e riconoscendo nel paradenti il miglior metodo di prevenzione dei traumi dentali nello sport. Da qui l’obbligo per alcuni sport (talora limitatamente alle fasce d’età più basse e/o al sesso femminile) di utilizzare apposite protezioni extraorali (per esempio: caschi a protezione integrale nell’hockey su ghiaccio per le donne e gli under 16) o intraorali (cioè i paradenti o mouthguard) come in tutte le specialità di combattimento. 

Fig. 7a
Fig. 7b
7a, b. Paradenti usurati e contaminati da muffe, derivanti da cattiva conservazione e detersione del dispositivo orale

L’utilizzo del protettore orale è necessario, oltre che negli sport da contatto, anche negli sport che utilizzano attrezzi o palla, poiché tali mezzi sono responsabili del 74% dei traumi maxillo-facciali.
Un mouthguard fu realizzato per la prima volta nel 1892 a Londra, in una gomma in guttaperca a opera del dentista Woolf Krause. Successivamente, nel 1951, venne utilizzata da Cathcart della guttaperca rinforzata con una tela di rete, per realizzare paradenti dopo la presa di impronte dentarie.
Negli anni sono stati impiegati poi materiali di derivazione petrolchimica, utilizzando inizialmente il polivinilcloruro (PVC) e in seguito il poliuretano, i copolimeri di vinilacetato e i copolimeri di etilene. Il materiale indicato oggi come il più idoneo per la realizzazione di protezioni dentali è l’etilene vinil acetato (EVA), ovvero una plastica polimerica di etilene e acetato di vinile, nota per le caratteristiche di alta flessibilità, elasticità e biocompatibilità certificata21.

Paradenti non ben progettati, usurati e con bordi frastagliati possono causare lesioni alle mucose orali, come ipercheratosi, eritemi e ulcerazioni. Da queste soluzioni di continuo, causate dai paradenti a livello orale, si potrebbe verificare una diffusione nel circolo ematico di tutti i microrganismi presenti nel cavo orale, con conseguenti infezioni opportunistiche a livello sistemico (es. endocardite, pericardite, polmonite, asma, ecc.)22-24 (Figure 7a, b).

La prolungata permanenza in bocca del dispositivo determina cambiamenti nei fattori ecologici del cavo orale, in quanto il paradenti incrementa l’Indice di placca, l’Indice di sanguinamento e causa riduzione del pH salivare e della capacità tampone. Il paradenti, quindi, aumenta la capacità ritentiva nei confronti della placca e inibisce la capacità protettiva della saliva25.

Studi condotti su giocatori di hockey e football hanno riportato che paradenti “boil and bite” albergano un elevato numero di batteri patogeni ed opportunisti, lieviti e muffe.24, 26

La prevenzione dei danni orali che la flora patogena di un paradenti può causare a livello del cavo orale è effettuabile attraverso diverse strategie, come per esempio l’utilizzo di sostanze protettive nel paradenti. Il materiale EVA offre un valido supporto di crescita per diverse specie microbiche.

L’aggiunta di clorexidina all’interno del paradenti contrasta questi effetti e inibisce la proliferazione microbica sul supporto stesso. Inoltre incrementa il valore del pH salivare e della capacità tampone, riducendo contemporaneamente la carica salivare di S. mutans e Candida spp.27 (Figure 8a-c).

Fig. 8a
Fig. 8b
Fig. 8c
8 a, b, c. Indicazione all’utilizzo di paradenti come serbatoio di sostanze protettive per gli elementi dentali e le mucose orali, come clorexidina, fluoro, caseina

Fondamentale inoltre è il rispetto delle basilari norme d’igiene orale prima dell’attività sportiva e di detersione del dispositivo dopo ogni utilizzo. Uno dei fattori che determina scarsa compliance da parte del paziente è la difficoltà di conservazione e pulizia del paradenti che tende ad accumulare al suo interno sia placca che materia alba ed emana di conseguenza cattivo odore; questo inconveniente viene amplificato dalla presenza di batteri e residui salivari e alimentari. Tutto ciò si supera se si ha cura del proprio paradenti riponendolo nel box fornito dall’odontoiatra ed effettuando una corretta e costante disinfezione (acqua, detergenti commerciali, perossido d’idrogeno); è, inoltre, consigliabile non abusare dei detergenti commerciali e non esporre il paradenti a sostanze chimiche aggressive o a collutori per evitare di rovinare il materiale di cui è fatto.

Per la sua conservazione è sufficiente usare le apposite custodie con fori di ventilazione e tamponare il paradenti con un panno prima di riporlo nel proprio contenitore23,27,28 (Figura 9).
Compito dell’atleta è quello di aver cura e controllare costantemente l’usura del proprio paradenti, sottoporlo a controlli periodici da parte dell’odontoiatra; i paradenti individuali hanno una durata di gran lunga maggiore, non si deformano nel tempo e risultano usurati molto tempo dopo rispetto ai dispositivi semi-individuali e standard. Del Rossi riferisce una riduzione dello spessore occlusale pari al 16% nella regione anteriore e del 23% nella regione molare dopo 6 settimane di attività sportiva a livello agonistico in paradenti individuale29.

Fig. 9 Il paradenti deve essere conservato in apposita custodia con fori di ventilazione

Glass e coll.26 hanno messo in evidenza un notevole deterioramento dei paradenti del commercio nell’arco di poche settimane di attività. Attraverso l’ausilio di immagini al SEM, gli autori spiegano come il cambiamento in senso patogeno dei microrganismi presenti nel paradenti possa dipendere proprio dall’usura del materiale stesso e forse dalle difficoltà di conservazione.

Fig. 10a
Fig. 10b
Fig. 10c
10 a, b, c. Triplice funzione del paradenti: protettiva traumatologica, serbatoio di sostanze, d’ausilio nella performance dell’atleta

Al paradenti può essere conferita una triplice veste: oltre alla ben nota funzione protettiva contro i traumi dentali, esso può essere utilizzato come serbatoio di sostanze quali clorexidina, fluoro, caseina e quant’altro, atte a prevenire le patologie del cavo orale. Inoltre il paradenti può essere d’ausilio nella performance dell’atleta, assicurandogli un vantaggio oltre che psicologico anche e soprattutto fisico, soddisfacendo le sue aspettative prestazionali (Figure 1a, b, c). Ricordiamo che con un mouthguard individuale è possibile svolgere tutte le normali funzioni fisiologiche del parlare, fischiare, sciacquare, bere e anche mangiare (Figure 11a, b).

Fig. 11a
Fig. 11b
11a, b. Con un mouthguard individuale è possibile svolgere tutte le normali funzioni fisiologiche del parlare, fischiare, sciacquare, bere, mangiare

Nonostante sia noto il ruolo svolto del paradenti, è necessario ancora tanto impegno per educare gli sportivi circa l’uso dei protettori orali: gli atleti spesso sono riluttanti a indossare paradenti, pur essendo consapevoli dei rischi che possono correre, perché molto spesso sono legati a “vecchi disagi” creati dai paradenti commerciali.

La Federazione Dentaria Internazionale (FDI) raccomanda che le associazioni odontoiatriche nazionali informino la popolazione e gli operatori della salute orale sui benefici dell’utilizzo dei paradenti durante le attività fisiche. Maggiori campagne informative circa il comfort, la possibilità di comunicare tra gli atleti durante l’attività sportiva, la possibilità di non alterare le proprie abitudini alimentari (poter bere o masticare durante l’attività sportiva), unite alle succitate azioni di prevenzione e miglioramento della performance sportiva, porteranno l’atleta a indossare “più volentieri” il paradenti.

L’attività sportiva e la performance atletica

Uno degli aspetti più interessanti della moderna odontoiatria è rappresentato dalla valutazione delle correlazioni tra apparato stomatognatico e postura corporea. Nell’ultimo decennio, i rapporti tra squilibri posturali, malocclusioni e disordini craniomandibolari sono stati ampiamente analizzati. L’interesse verso questo campo dell’odontoiatria è stato peraltro favorito dal grande impatto sociale conseguente alla crescente informazione, legata alla divulgazione di queste problematiche da parte dei mass media.

Fig. 12a
Fig. 12b
Fig. 12c
12a, b, c. Controllo del comfort del paradenti mediante valutazione posturale con pedana stabilometrica, monitoraggio elettromiografico e valutazione mediante altri esami strumentali

La formulazione di numerose ipotesi di correlazione tra occlusione e postura è giustificata fondamentalmente dalla presenza di connessioni anatomo-funzionali tra i due distretti corporei.
Da una analisi della letteratura scientifica si evince che l’esistenza di una correlazione tra occlusione dentale e postura risulta molto probabile: diverse posizioni mandibolari determinano un diverso atteggiamento posturale e l’uso di un bite gnatologico può migliorare il controllo posturale in alcuni soggetti permettendo un miglior rilassamento muscolare e quindi può aiutare nel trattamento delle patologie algiche derivate da atteggiamenti posturali scorretti30-33.
Questa correlazione sembra avere importanza anche in campo sportivo poiché negli ultimi anni ci si è resi conto che la malocclusione può effettivamente ripercuotersi sull’atteggiamento posturale dell’atleta, compromettendo così la prestazione sportiva e aumentando il rischio di infortuni 2.

Negli sportivi professionisti, in modo particolare, una pur minima variazione di equilibrio può tradursi in alterazioni dell’intensità della forza e delle capacità di coordinazione, oltre a provocare l’insorgenza di uno stato di tensioni muscolari che si ripercuotono negativamente sull’intero corpo, diminuendo le potenzialità atletiche globali. La mancanza di stabilità occlusale creerebbe un punto di fuga energetica simile allo scivolamento del piede d’appoggio dell’atleta e uno sbilanciamento tra i muscoli agonisti e antagonisti, collegati tra loro in catene sinergiche, che potrebbe essere la causa di infortuni e strappi muscolari ripetuti30.

Il paradenti quindi potrebbe essere utilizzato anche con l’obiettivo di stabilire un miglior bilanciamento neuromuscolare della muscolatura masticatoria.
Perché un paradenti individuale possa avere un’influenza positiva sulla prestazione sportiva e sulla condizione fisica degli atleti è necessario che esso venga realizzato e perfezionato da un odontoiatra sportivo e un odontotecnico preparato, secondo i canoni stabiliti, che prevedono  una accurata visita gnatologica e l’ausilio di diversi esami strumentali, quali per esempio pedana stabilometrica, elettromiografia, dispositivi di analisi computerizzata dell’occlusione, termografia, accelerometro.

Accertato che nell’attività sportiva i muscoli del distretto cranio-cervicomandibolare vengono interessati, rimane ancora incerto se l’applicazione di un paradenti individuale possa o meno migliorare le prestazioni sportive. Gli studi presenti in letteratura sono pochi e appaiono discordanti. Il motivo di tale discordanza risiede nella variabilità inter-individuale che assume un ruolo fondamentale, perché è ciò che può portare al fallimento di qualsiasi trattamento nonostante siano rispettati i migliori standard di qualità. Sicuramente ogni atleta va valutato individualmente con appropriate analisi cliniche e strumentali31 (Figure 12 a-c).

Raquel e coll33 hanno riportato che con l’utilizzo del paradenti individuale rimangono invariati i parametri elettromiografici misurati prima e dopo l’allenamento. Il paradenti, secondo gli autori, consente quindi un’attività muscolare stabile durante l’allenamento. Uno studio è stato condotto presso il Dipartimento di Scienze mediche, orali e biotecnologiche dell’Università di Chieti-Pescara, per analizzare i muscoli masticatori in atleti portatori di paradenti individuale, mediante esame elettromiografico e per valutare le effettive variazioni sull’equilibrio neuromuscolare della muscolatura masticatoria, che il paradenti stesso induce, facendo il confronto con l’occlusione dentale del soggetto in massima intercuspidazione. È stato dimostrato che il paradenti individuale migliora significativamente il bilanciamento neuromuscolare della muscolatura masticatoria, simmetrizzando il lavoro dei muscoli masseteri e temporali al punto da equilibrare meglio la distribuzione dei carichi occlusali sia in direzione antero-posteriore sia in direzione laterale e offre la possibilità di produrre un maggiore lavoro muscolare (Figure 13a, b).

Fig. 13a
Fig. 13b
13a, b. Controllo finale del paradenti dopo registrazione occlusale e verifica dell’isocinetica e stabilità muscolare

L’attività sportiva e la visita odontoiatrica

Compito dell’odontoiatra sportivo è quello di monitorare le eventuali variazioni che avvengono a livello orale in atleti di diverse discipline sportive. Il protocollo di visita di un’atleta (agonista e non) prevede una accurata raccolta anamnestica, conoscenza delle caratteristiche dello sport seguito (ore di allenamento, ecc.), conoscenza delle abitudini di igiene orale e alimentari, esame clinico del cavo orale, l’impiego di analisi quantitative e qualitative della saliva, visita gnatologica, valutazione posturale mediante pedana stabilometrica, valutazione elettromiografica della muscolatura stomatognatica e ausilio di nuove tecnologie quali ad esempio la termografia e l’accelerometro. Negli sport in cui è raccomandato, è fondamentale realizzare per gli atleti un paradenti individuale e ripetere le valutazioni precedenti.

Contemporaneamente, per valutare l’efficienza del paradenti nel beneficio della salute e miglioramento delle performance, l’odontoiatria sportivo, in collaborazione con il medico sportivo e il preparatore atletico, stabilisce, per ogni disciplina sportiva, degli specifici test di efficienza fisica da effettuare in palestra sotto stretto controllo, con e senza paradenti. I tempi di screening della visita sportiva odontoiatrica prevedono:

  • prima visita;
  • visita prima dell’allenamento;
  • visita post-allenamento.

In caso di applicazione del paradenti:

  • consegna del dispositivo e verifica dello stesso per quanto riguarda comfort e occlusione (Figure 14 a-d);
  • istruzioni circa l’utilizzo, la detersione e la conservazione del mouthguard;
  • visita post-allenamento con utilizzo del paradenti durante l’allenamento stesso;
  • valutazione dei risultati dei test di efficienza fisica, con e senza paradenti.
Fig. 14a
Fig. 14b
Fig. 14c
Fig. 14d
14a-d. Consegna del paradenti all’atleta e prove di adattamento

Prima visita dello sportivo (T0)

  • Si raccomanda l’utilizzo della cartella clinica proposta da SIOS (www.sios.it).
  • Raccolta dati anagrafici e dell’attività sportiva svolta, anamnesi medica e odontoiatrica, abitudini alimentari, formula dentaria, valutazione dello stato di salute/malattia dei tessuti molli e duri, presenza di malocclusioni e abitudini viziate, test salivari alla poltrona, prelievo salivare per test microbiologici  e immunologici, fotografie intra ed extraocclusali.
  • Visita gnatologica, valutazione posturale mediante pedana stabilometrica, valutazione elettromiografica della muscolatura stomatognatica e valutazione mediante nuovi esami strumentali quali ad esempio la termografia e l’accelerometro.
  • Impronte delle arcate, registrazione occlusale, necessari per la realizzazione del mouthguard individuale (Figure 15 a-c).
  • Raccolta di saliva stimolata mediante l’ausilio di kit specifico (Salivette, Sarstedt AG&Co), che si realizza chiedendo allo sportivo di masticare per 1 minuto il rullo di cotone presente nel kit. La saliva raccolta può essere sottoposta ad analisi chair-side o laboratoristiche, al fine di ottenere informazioni sulle variazioni microbiologiche, immunologiche e di numerosi altri fattori ecologici34.
  • Motivazione del paziente e determinazione del grado di igiene orale mediante l’ausilio di plaque indicator, utili per migliorare la compliance dell’atleta.
Fig. 15a
Fig. 15b
Fig. 15c
15 a-c. Registrazione occlusale necessaria per la realizzazione del paradenti individuale
FIg. 16 Dopo la consegna del paradenti è necessario verificarne il comfort e l’occlusione registrata in precedenza
Fig. 17a
Fig. 17b
17a, b. Test salivari

L’analisi salivare alla poltrona (Figura 17a, b) prevede:

  • ispezione visiva del livello di idratazione;
  • valutazione della consistenza della saliva;
  • raccolta di saliva basale e determinazione di flusso basale e pH salivare (non stimolato) mediante test chair-side o pHmetro;
  • raccolta di saliva stimolata (masticazione di 5 min di gomma di paraffina) per la determinazione di: quantità di saliva(stimolata) e capacità tampone mediante test chair-side o determinazione in laboratorio.

Visita dello sportivo in corso di allenamento

  • Visita gnatologica, e rivalutazione strumentale.
  • Test salivari facoltativi (dipende dai risultati della prima visita).
  • Raccolta di saliva stimolata mediante l’ausilio di kit specifico, per il controllo delle variazioni dei fattori ecologici del cavo orale causati dall’attività sportiva e dall’eventuale uso del mouthguard.

Conclusioni

È importante stabilire i cambiamenti che si verificano nel cavo orale di pazienti che svolgono attività sportiva di tipo sia agonistico che non agonistico, e mettere in atto tutte le forme di prevenzione disponibili, al fine di preservare la salute orale dell’atleta che, nella maggior parte dei casi, si trova nel periodo dell’adolescenza. Alla luce di quanto esposto, è evidente che le società sportive, nei loro piani di screening e valutazione medico-sportiva, debbano prevedere e programmare per l’atleta periodiche valutazioni della salute orale, inserendo nel proprio organico un odontoiatra sportivo. Sarebbe opportuna una buona campagna di sensibilizzazione ai medici sportivi, alle società sportive, agli allenatori, ai massaggiatori, a tutta l’equipe sanitaria sportiva e ai genitori, in caso di atleti in età evolutiva. Per una corretta prevenzione a più livelli (disciplinari, medico-legali e assicurativi) è fondamentale l’utilizzo obbligatorio del paradenti di tipo individuale, che assicura, tra i vari vantaggi, maggior durata e protezione rispetto ai dispositivi commerciali, che, come evidenziato da Glass e coll., possono essere considerati “as single-use mouthguards”21.

Come ampiamente dimostrato, il paradenti deve essere consigliato per la sua triplice funzione: protettiva traumatologica, serbatoio di sostanze, d’ausilio nella performance dell’atleta.

Si auspica una maggiore diffusione delle conoscenze della odontostomatologia sportiva su tutto il territorio nazionale mediante l’inserimento di questa disciplina nei programmi dei Corsi di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria e mediante la specializzazione di odontoiatri che già lavorano sul campo.

Inoltre, per mantenere un’ottima salute orale nell’atleta è fondamentale che ci sia una stretta collaborazione di tutto il team sportivo.

Ringraziamenti
Si ringraziano tutti i soci SIOS che hanno collaborato negli anni al nostro progetto.

 

Corrispondenza
tripodi@unich.it

 

Oral health and sport. Role of sport dentist in the team that follows the athlete

Summary
Prevention of oral pathologies, traumatic events and gnatological disorders is a cornerstone of modern dentistry. Oral health may influence athletes ability, competitive and not, both during training and during competitions. A careful analysis shows that the athletes’ oral health appears poor in a wide range of sports disciplines. Role of sport dentist is crucial, and he must be included in the team that follows the athlete. In addition, it is crucial to bring the whole sporting world to the knowledge of the utility of individual mouthguards. The custom-made mouthguard, if built according to the ideal principles, is a mean able to achieve all prevention goals. This device, in fact, provides the already well-known and adequate traumatic protection, provides the ability to transmit substances such as chlorhexidine, fluorine and casein to control the ecological variation of the oral cavity induced by sport activity. It also offers to athlete a psychological support and better occlusal stability, which will have a positive impact on sports performance. So the individual mouthguard should be adopted in all disciplines and sports categories, but only if designed and built by specialized dentists and dental technicians.

 

Bibliografia
  1. I numeri della pratica sportiva in Italia. Dati Istat. 23 Febbraio 2017, Coni. http://www.coni.it/images/1-Primo-piano-2017/CONIok2017.pdf
  2. Needleman I, Ashley P, Fine P, et al. Infographic: oral health in elite athletes. Br J Sports Med 2017;51(9):757.
  3. https://www.istat.it/it/files/2015/07/salute_dei_denti_DEFINITIVA.pdf
  4. Needleman I, Ashley P, Fine P, et al. Oral health and elite sport performance. Br J Sports Med 2015 Jan;49(1):3-6.
  5. Ashley P,  Di Iorio A, Cole E, et al. Oral health of elite athletes and association with performance: a systematic review. Br J Sports Med 2015 Jan;49(1):14-9.
  6. D’Ercole S, Tripodi D, Ristoldo F, et al. Analysis of oral health status and of salivary factors in young soccer players: a pilot study. Medicina dello sport 2013;66 (1):71-80.
  7. Gay-Escoda C, Vieira-Duarte-Pereira DM, Ardèvol J, et al. Study of the effect of oral health on physical condition of professional soccer players of the Football Club Barcelona. Med Oral Patol Oral Cir Bucal 2011 May 1;16(3):e436-9.
  8. D’Ercole S, M Tieri, D Martinelli, Tripodi D. The effect of swimming on oral health status: competitive versus non-competitive athletes. J. Appl. Oral Sci 2016;24(2): 107-13.
  9. Escartin JL, Arnedo A, Pinto V, Vela MJ. A study of dental staining among competitive swimmers. Community Dent Oral Epidemiol 2000 Feb;28(1):10-7.
  10. Spinas E. Odontoiatria e sport. Edi-Ermes, Milano, 2009
  11. Laing SJ, Gwynne D, Blackwell J, et al. Salivary IgA response to prolonged exercise in a hot environment in trained cyclists. Eur J Appl Physiol 2005;93: 665-671.
  12. Giuca MR, Pasini M, Tecco S, at al Levels of salivary immunoglobulins and periodontal evaluation in smoking patients. BMC Immunol 2014 Feb 6;15:5.
  13. Nieman DC, Hanson DA, Fagoaga OR, et al. Change in salivary IgA following a competitive marathon race. Int J Sports Med 2002; 23 (1):69-75.
  14. Ozcelik O, Haytac MC, Seydaoglu G. The effects of anabolic androgenic steroid abuse on gingival tissues. J Periodontol 2006;77(7):1104-9.
  15. D’Ercole S, Tripodi D. The effect of swimming on oral ecological factors. J Biol Regul Homeost Agents 2013;2:551-8.
  16. Andreasen JO, Andreasen FM. Essential of traumatic injuries to the teeth. Copenhagen: Munksgaard, 1990.
  17. Glendor U. Aetiology and risk factors related to traumatic dental injuries: a review of the literature. Dent Traumatol 2009;25:19-31.
  18. Dursun E, Ilarslan YD, Ozgul O, Donmez G. Prevalence of dental trauma and mouthguard awareness among weekend warrior soccer players. J Oral Sci 2015 Sep;57(3):191-4.
  19. Sethi HS, Kaur G, Mangat SS, et al. Attitude toward mouthguard utilization among North Indian school children J Int Soc Prev Community Dent 2016 Jan-Feb;6(1):69-74.
  20. Gould TE, Piland SG, Caswell SV, et al. National Athletic Trainers’ Association Position Statement: Preventing and managing sport-related dental and oral injuries. J Athl Train 2016 Oct;51(10):821-839.
  21. D’Ercole S, Tripodi D. Protettori orali nello sport, Sport&Medicina 2017; Jan-Mar;1:43-49.
  22. Glass RT, Conrad RS, Wood CR, et al. Protective athletic mouthguards: do they cause harm? Sports Health, 2009;1:411-415.
  23. Barton L. Mouthguards: daily sanitizing between uses urged. Updated September 28, 2016.
  24. Glass RT, Wood CR, Bullard JW, Conrad RS. Possible disease transmission by contaminated mouthguards in two young football players. Gen Dent 2007 Sep-Oct;55(5):436-40.
  25. D’Ercole S, Martinelli D, Tripodi D. Influence of sport mouthguard on the ecological factor of the children oral cavity. Bmc Oral Health 2014;14:97.
  26. Glass RT, Conrad RS, Köhler GA, et al. Microbiota found in protective athletic mouthguards. Sports Health 2011 May;3(3):244-8.
  27. D’Ercole S, Tieri M, Fulco D, et al. The use of chlorhexidine in mouthguards. J Biol Regul Homeost Agents 2017;31(2):487-493.
  28. Ogawa T, Yamasaki S, Honda M, et al. Long-term survival of salivary streptococci on dental devices made of ethylene vinyl acetate. Int J Oral Sci 2012 Mar;4(1):14-8.
  29. Del Rossi G, Lisman P, Leyte-Vidal MA. A preliminary report of structural changes to mouthguards during 1 season of high school football. J Athl Train 2007 Jan-Mar;42(1):47-50.
  30. Bernkopf E. L’occlusione dentaria e la postura mandibolare nella pratica sportiva agonistica. Rivista Italiana di Stomatologia 2003;1:17-21.
  31. Baldini A, Cravino G. Dental occlusion and athletic performances. A review of literature Mondo Ortodontico 2011;36(3):131-41.
  32. Spinas E, Aresu M, Giannetti L. Use of mouth guard in basketball: observational study of a group of teenagers with and without motivational reinforcement. Eur J Paediatr Dent 2014 Dec;15(4):392-6.
  33. Raquel G, Namba EL, Bonotto D, et al. The use of a custom-made mouthguard stabilizes the electromyographic activity of the masticatory muscles among Karate-D? athletes. J Body Mov Ther 2017 Jan;21(1):109-116.
  34. Mummolo S, Tieri M, Tecco S, et al. Clinical evaluation of salivary indices and levels of Streptococcus mutans and Lactobacillus in patients treated with Occlus-o-Guide. Eur J Paediatr Dent 2014 Dec;15(4):367-70.

Salute orale e sport: il ruolo dell’odontoiatra sportivo nel team che segue l’atleta - Ultima modifica: 2018-06-22T09:40:40+00:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome