Restauri indiretti: analisi dei materiali e impiego di tecniche CAD/CAM

Nuova concezione di faccette CAD/CAM occlusali ultrasottili in resina composita o ceramica per il trattamento di gravi erosioni dentali
Novel-design ultra-thin CAD/CAM composite resin and ceramic occlusal veneers for the treatment of severe dental erosion
Schlichting LH, Maia HP, Baratieri LN, Magne P. J Prosthet Dent 2011 Apr;105(4):217-26.

L’utilizzo di restauri adesivi indiretti nel trattamento di ampie perdite di tessuto dei settori latero-posteriori sta guadagnando sempre più popolarità. Infatti, a fronte di una semplice tecnica operativa e costi contenuti (rispetto a preparazioni totali), permettono di preservare tessuto sano, ottenendo un’ottima integrazione estetica. Tuttavia, le diverse proprietà ottiche e meccaniche dei materiali comunemente utilizzati rendono l’interpretazione del piano di trattamento più corretto un argomento a tutt’oggi molto dibattuto.

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Scopo di questo studio è valutare l’influenza della scelta del materiale CAD/CAM (ceramica vs resina composita) sulla resistenza alla fatica di faccette occlusali ultrasottili (table top overlays).

Nei trattamento di severe erosioni dei settori occlusali posteriori, le faccette adesive ultra sottili rappresentano un’alternativa conservativa a intarsi tradizionali e corone totali. In letteratura mancano dati riguardanti la selezione del materiale più appropriato e sull’ influenza che il materiale stesso ha sulla resistenza alla fatica, la quale influisce a sua volta sulla longevità del restauro.

Per valutare questi parametri è stata effettuata una preparazione standardizzata non ritentiva (che simulasse un’avanzata erosione dentale) su 40 molari estratti. Dopo la rimozione di smalto e la sigillatura della dentina mediante procedure adesive (Optibond FL), tutti gli elementi venivano restaurati con una faccetta occlusaledi 0.6 mm di spessore (Cerec3 Chairside CAD/CAM system).

I blocchi utilizzati per fresare il manufatto derivavano da ceramiche rinforzate (Empress CAD e e.max CAD) e resine composite (Paradigm MZ100 e XR – blocchi sperimentali). Le superfici del restauro venivano mordenzate con acido idrofluoridrico e silanizzate (per le ceramiche) oppure sabbiate con ossido di allumina e silanizzate (per le resine composite). Le preparazioni, invece, venivano sabbiate e mordenzate prima dell’inserzione del restauro. Tutte le faccette occlusali venivano cementate adesivamente mediante Filtek Z100 pre-riscaldato.

Un carico isometrico ciclico venivaapplicato con una frequenza di 5 Hz, partendo da un carico di 200N (x5,000), seguito da fasi a 400, 600, 800, 1000, 1200 e 1400N con un massimo di 30.000 cicli ciascuna. Una volta registrato il numero di cicli che procurava il fallimento iniziale (propagazione della cricca), i campioni venivano sottoposti a carico sino al fallimento catastrofico (perdita di un frammento) oppure fino a un massimo di 185.000 cicli. Successivamente i gruppi sono stati analizzati mediante la “life table survival analysis” (α=.008, metodo di Bonferroni).

I risultati dimostrano che le ceramiche hanno avuto un fallimento iniziale a un carico medio di 500N e 800N rispettivamente per Empress CAD ed e.max CAD. Nessun campione di ceramica ha resistito a tutti i 185.000 cicli di carico (survival 0%); invece per i campioni in resina composita la percentuale di sopravvivenza è statadel 60 e del 100%, rispettivamente, con MZ100 e XR.

Implicazioni cliniche

Entrambe le resine composite analizzate (MZ100 e XR) se comparate ai materiali ceramici utilizzati in questo studio (Empress CAD ed e.max CAD) aumentano la resistenza alla fatica delle faccette occlusali ultra sottili (P<.001).

Restauri indiretti: analisi dei materiali e impiego di tecniche CAD/CAM - Ultima modifica: 2011-11-26T16:34:54+00:00 da saramagni

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