Rapporti occlusali: selezione e montaggio degli elementi posteriori

30. Rappresentazione schematica dei rapporti intermascellari visti sul piano trasversale.
Un angolo inferiore a 67° rispetto al piano
occlusale rende necessario il montaggio in
«morso inverso».

Montaggio in morso inverso
Spesso, quando la differenza di larghezza tra le due creste è evidente, non è possibile evitare il cosiddetto «montaggio incrociato» nella zona dei denti laterali (figura 30). Nel caso sia di lieve entità, si ricorre al montaggio in «occlusione minima» mediante un opportuno e mirato molaggio del tavolato occlusale: si spostano leggermente le fosse dei denti inferiori lingualmente, senza modificare la posizione dentale per non ridurre eccessivamente lo spazio linguale.

31. Rappresentazione schematica del montaggio in occlusione minima: quando la differenza di larghezza tra la cresta superiore e inferiore non è eccessivamente marcata si ricorre alla cosiddetta occlusione minima, che consiste nel modificare la fossa inferiore spostandola lingualmente e, contemporaneamente, ridurre le cuspidi vestibolare sia superiore sia inferiore.

Questo accorgimento, combinato con il taglio obliquo della cuspide vestibolare superiore, consente di posizionare le cuspidi palatine dei denti superiori perpendicolarmente al centro della cresta alveolare in modo stabile (figura 31). Quando la discrepanza tra le creste ossee, superire e inferiore, è tale da richiedere un morso incrociato, saranno le cuspidi vestibolari opportunamente molate a occludere nelle fosse dei molari inferiori (figura 32 a-b).

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Generalmente, nei morsi incrociati, la prima coppia di diatorici superiore/inferiore viene posizionata rispettando un rapporto di normocclusione (figura 33), la seconda con un rapporto di transizione e la terza incrociata in morso inverso (figura 34 a-b).

33. Il montaggio del primo premolare superiore rispetta il rapporto di normocclusione; la cuspide vestibolare dell’inferiore occlude nella fossa mesiale del superiore.

La stabilizzazione del manufatto superiore mediante il morso incrociato, si basa fondamentalmente sulla direzione delle forze occlusali in direzione palatale; questa condizione si verifica soltanto quando le cuspidi vestibolari e palatali dei denti superiori si trovano alla stessa altezza (figura 35).

34 a-b. a) Il montaggio del secondo premolare risulta di «transizione», mentre il primo molare è in morso inverso; b) visione dei rapporti occlusali osservati dal lato posteriore dell’articolatore.

Al fine di evitare il restringimento dello spazio linguale, svantaggio molto frequente nel cross-bite, è possibile montare al posto del primo, il secondo molare ed è altrettanto possibile eseguire mediante un opportuno molaggio della punta cuspidale dei denti superiori, lo spostamento linguale della cuspide vestibolare.

35. Morso inverso secondo Schumann: la protesi risulta più stabile se le cuspidi vestibolari e palatine del primo molare si trovano alla stessa altezza.

Montaggio atipico
È noto che la stabilità delle protesi, superiore e inferiore, sono assicurate da meccanismi identici, quali i fattori di tenuta; quelli fisici sono indubbiamente più forti per la protesi superiore che non per quella inferiore.

36 a-b-c. Montaggio atipico: a) a causa del notevole riassorbimento della zona
anteriore del mascellare superiore la protesi preesistente, erroneamente confezionata ai fini statici, scivolava in avanti; b) allo scopo di stabilizzare il nuovo manufatto, vengono montati inferiormente solo dei premolari con evidenti faccette di retropulsione; c) visione completa del montaggio ultimato.

A tale proposito, nella prassi quotidiana, durante l’analisi dei modelli, occorre valutare quale mascellare sia ancora sufficientemente ritentivo e, mediante un’opportuna conformazione occlusale, cercare di stabilizzare la protesi che si prevede meno statica.

Non di rado, capita che, in seguito a una forte atrofia anteriore del mascellare, il manufatto superiore scivoli in avanti durante la funzione masticatoria a causa della forte divergenza anteriore tra le arcate superiore e inferiore.

È possibile ovviare a questo problema tentando di stabilizzare la protesi superiore mediante l’utilizzo delle cosiddette faccette di retropulsione (figura 36 a-bc).

Considerando, inoltre, la componente mascellare deficitaria per la ritenzione protesica, si può scegliere, in virtù della presenza di un pavimento orale profondo, di estendere l’area sublinguale per evitare lo scivolamento sagittale della protesi inferiore (piani di stop) (figura 37 a-b).

37 a-b. In presenza di un pavimento orale profondo è opportuno estendere l’area sublinguale, al fine di evitare lo scivolamento sagittale della protesi inferiore.

In conclusione, non essendoci linee guida generalmente valide per il montaggio dei diatorici, ogni montaggio andrebbe adattato alla specifica situazione morfologica, allo scopo di mantenere in situ la protesi durante la dinamica mandibolare (figura 38 a-b-c).

Controllo del montaggio denti sul paziente

Una volta ultimato il montaggio dei denti, si deve eseguire la prova sul paziente e, oltre ai parametri funzionali e fonetici, viene valutato anche l’aspetto estetico della protesi. In questa fase non chiediamo al paziente di pronunciare specifici fonemi, ma preferiamo intrattenere con lui una breve conversazione a una certa distanza, al fine di valutare la qualità della pronuncia e osservare l’integrazione dei denti in rapporto alla fisionomia del soggetto.

Analizziamo, quindi, i seguenti fattori.

  • Aspetto: Si valuti la correttezza della linea mediana in rapporto a eventuali caratteristiche del naso. Si dovrà esaminare la posizione del piano occlusale ricordando che, se un lato del labbro si solleva più dell’altro, è opportuno che il suo orientamento risulti lievemente inclinato in direzione del labbro sollevato. Si osservi il profilo del paziente e la porzione dentale esposta durante i movimenti labiali.
  • Fonetica: Si ricerchi, durante la fonetica, un eventuale contatto dentale a livello posteriore associato a un rumore fastidioso. Si controlli la posizione labiopalatale dei denti anteriori superiori al fine di evitare un contatto prematuro tra lingua e denti. Gli incisivi superiori e inferiori devono essere quasi a contatto, in modo che l’aria fuoriesca da un piccolo spazio interincisale.
  • Altezza del piano occlusale: Il piano occlusale dei denti inferiori deve essere sotto l’equatore della lingua, è indispensabile esaminare la protesi osservando la lingua in posizione di riposo.
  • Uniformità del contatto occlusale: I denti dovrebbero contattare contemporaneamente e uniformemente durante i movimenti di chiusura. Durante questa fase è opportuno mantenere ferma la protesi inferiore appoggiando i due indici sulla superficie buccale finché non si ottiene il contatto definitivo.
  • Stabilità in presenza di carichi occlusali: Si applichi una certa pressione, mediante il polpastrello di un dito, in area premolare e molare, ed è importante che la forza risulti perpendicolare alle superfici occlusali. Qualora la pressione esercitata causi il sollevamento della protesi sul lato opposto significa che i denti montati sul lato di applicazione della forza non sono unilocalmente stabili. Solo ora, se clinicamente tutti i parametri ricercati sono stati ottenuti e avremo l’approvazione da parte del paziente invieremo le protesi all’odontotecnico per la finitura.
Rapporti occlusali: selezione e montaggio degli elementi posteriori - Ultima modifica: 2009-10-29T08:59:08+00:00 da Redazione

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