I parametri fondamentali per valutare la qualità di una CBTC in odontoiatria

Dentist studying an x-ray cbct

Al termine dell’esecuzione dell’esame, il software accoppiato alla sistematica ha il compito di convertire la mole di dati grezzi acquisita, formando una ricostruzione tridimensionale. Per prima cosa si compie una fase di pre-processing, di tipo sia compensatorio che correttivo.

L’algoritmo impostato effettua una conversione a matrice tridimensionale: al posto dei pixel, vengono considerate delle unità volumetriche (voxel), a ognuna delle quali viene assegnata una tonalità della scala di grigi, dipendente dall’attenuazione operata dal tessuto sulla radiazione. La CBCT non è tendenzialmente in grado di seguire la scala attinente alle Hounsfield Unit (HU), comunemente impiegata nella TC convenzionale.

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La visualizzazione finale potrà considerare anche i singoli piani e tornare, dunque, bidimensionale.

La ricostruzione dell’immagine può seguire 3 modelli differenti:

  • proiezione filtered-back: basata sull’algoritmo Feldkamp-Davis-Kress, sicuramente il più impiegato nella programmazione di una macchina CBCT;
  • tecniche di ricostruzione algebrica: il sistema si basa sulla ripetizione del processo fino al raggiungimento di un preciso livello di accettabilità. Questo esige necessariamente una capacità di calcolo maggiore rispetto a quanto richiesto dal solo algoritmo FDK;
  • tecniche di ricostruzione statistica: anche in questo caso si tratta di una metodica a ripetizione; i dati vengono di volta in volta confrontati con il modello stimato.

In alcuni casi, un singolo esame prevede la raccolta di due FOV a dimensione ridotta, da combinare in seguito in un’immagine unitaria.

A monte, una ricostruzione accurata dell’immagine richiede la programmazione di una geometria: dal punto di vista ingegneristico, è necessario sperimentare la posizione sia del radiogeno che del rivelatore ad ogni passaggio dell’esame.

A questo punto, pare lecito domandarsi quali siano i parametri fondamentali nel considerare la qualità di una CBCT in odontoiatria. Essi sono:

  • risoluzione spaziale: capacità di distinguere due strutture piccole e ravvicinate all’interno dell’immagine; l’importanza della dimensione dei voxel è intuitiva, ma in questo senso non si tratta dell’unica determinante;
  • contrasto: per quanto, come detto, non esista corrispondenza con la scala HU, la resa dei diversi tessuti dipende in ogni caso dalla densità;
  • rumore: variabile casuale che influenza i valori assegnati ai voxel; può formarsi nel momento dell’interazione fra radiazione e materia o nella fase di raccolta dell’impulso;
  • artefatti: la principale differenza con il rumore consiste nella non casualità dell’evento; le fonti più comuni di artefatti nella CBCT sono la presenza di metalli e l’effetto definito “scattering”.

In conclusione, è auspicabile che parte degli sforzi nel prossimo futuro siano incentrati sull’ottimizzazione dell’esame, con particolare attenzione alla fase di esposizione. Al contempo, per quanto riguarda la susseguente fase di elaborazione dell’immagine, si può attendere che l’evoluzione dei software segua il normale sviluppo delle sistematiche.

 

I parametri fondamentali per valutare la qualità di una CBTC in odontoiatria - Ultima modifica: 2017-01-07T07:07:20+00:00 da redazione

2 Commenti

  1. […] La TAC Cone Beam 3D è una moderna metodologia diagnostica che consente di avere una vera e propria ricostruzione tridimensionale delle ossa del cavo orale e mascellare, grazie all’utilizzo di radiazioni acquisite da sensori digitali, che permettono un’elaborazione diretta mediante computer. […]

  2. […] La TAC Cone Beam 3D è una moderna metodologia diagnostica che consente di avere una vera e propria ricostruzione tridimensionale delle ossa del cavo orale e mascellare, grazie all’utilizzo di radiazioni acquisite da sensori digitali, che permettono un’elaborazione diretta mediante computer. […]

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