Quali casi richiedono di interpellare uno specialista?

La prima delle modalità con le quali si definisce il territorio delle competenze dell’odontoiatra rispetto ad altre specialità di ambito medico è di tipo anatomico e topografico. L’odontoiatra si interessa della diagnosi e del trattamento di tutte le patologie a carico del cavo orale in primis, nonché di tutte le strutture con esso continue o contigue. Ciò comprende una serie di strutture situate tra il terzo inferiore del volto e la regione cervicale. A determinare questo interesse, al di là delle effettive competenze del professionista, che è naturalmente addestrato su una serie di condizioni cliniche che non attengono alla propria pratica quotidiana, è il paziente. Questi, da una parte, riconosce nell’odontoiatra la figura deputata a intercettare talune condizioni, dall’altra, più facilmente, ricorre al dentista in quanto accessibile fra le figure specialistiche.

Per tutti questi motivi, l’odontoiatra si trova ad intercettare una serie di condizioni sintomatologiche complesse, e potrà lui stesso considerare di interfacciarsi con un altro specialista, instaurando una collaborazione nella diagnosi e nel trattamento. Un esempio chiaro è costituito dalle patologie delle ghiandole salivari maggiori, che possono avere forti ripercussioni sulla salute dell’apparato stomatognatico (banalmente, una diminuita detersione salivare favorisce il ristagno della placca, predisponendo alla patologia cariosa).

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Uno dei vantaggi per il clinico è la possibilità di ricorrere, quando queste sono disponibili, a linee guida, redatte da istituti autorevoli e affidabili sul piano clinico e su quello del background scientifico. Nell’ambito pediatrico, è stato fatto più volte riferimento alle linee guida approvate dal Ministero della Salute. In questo caso, vanno citati i Quaderni della professione dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, che possono essere liberamente consultati sul relativo sito. Questa trattazione si propone di integrare alcune di queste nozioni con altre fonti della Letteratura, illustrando alcune condizioni multispecialistiche.

In primo luogo, un “parente prossimo” dell’odontoiatra è senza dubbio l’otorinolaringoiatra. L’approccio condiviso è ormai uno standard nella diagnosi e nel trattamento della sindrome da apnee ostruttive (OSAS) e in tutti quei casi in cui è necessario valutare la pervietà delle vie aeree superiori nell’adulto.

Confrontarsi con l’otorinolaringoiatra può essere particolarmente utile anche nell’intercettare condizioni tipicamente pediatriche. È il caso ad esempio della respirazione orale, abitudine viziata connessa a disgnazia e, in maniera più ampia, a un preciso pattern di sviluppo, che si manifesta nel quadro denominato facies adenoidea. L’aspetto puramente odontoiatrico è la risoluzione di un fattore predisponente una malocclusione, ma è chiaro come un intervento impostato correttamente possa agire positivamente su tutto il quadro clinico.

Quali casi richiedono di interpellare uno specialista? - Ultima modifica: 2017-02-21T07:13:42+00:00 da redazione

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