Quale tecnica e quali materiali per la ricopertura delle recessioni gengivali singole?

In tema di recessione gengivale, secondo la letteratura scientifica, sono stati proposti numerosi protocolli per quanto riguarda il riposizionamento del lembo a livello coronale, con risultati prevedibilmente irregolari a seconda delle tecniche adoperate. Due studi affrontano in modo minimamente invasivo e con l’aiuto del microscopio la ricopertura radicolare, ma con l’ausilio di materiali diversi.

A cura di Davide Battaglia

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Valutazione comparativa del trattamento di recessione gengivale mediante innesto sub-epiteliale e membrana in collagene. Tecnica di intervento parodontale minimamente invasivo: uno studio clinico su 40 casi

Comparative evaluation of management of gingival recession using subepithelial connective tissue graft and collagen membrane by periodontal microsurgical technique:
A clinical study of 40 cases. Prasanth Thankkappan, Subrata Roy, and Vivek Bapurao Mandlik.

L’obiettivo di questo studio è il raggiungimento di una buona copertura radicolare soddisfacente dal punto di vista clinico ed estetico adoperando due diversi protocolli operativi.

Le recessioni gengivali sono caratterizzate da un’esposizione di cemento causata della migrazione dell’attacco epiteliale in direzione apicale. Le recessioni gengivali sono state ben documentate e classificate in diversi modi durante il corso degli anni. Prima di cercare di risolvere e trattare queste recessioni bisogna tenere in considerazione l’aspetto funzionale ed estetico da ripristinare nel caso in questione. Spesso infatti il primo è l’aspetto che interessa maggiormente il paziente, mentre il secondo quello su cui si focalizza maggiormente il clinico, ma questi devono integrarsi perfettamente nel piano di trattamento che verrà scelto. L’obiettivo è il ripristino della corretta morfologia dei tessuti molli, che devono essere ricollocati a livello della CEJ, ricreando un normale solco gengivale e un attacco funzionale. Nell’ambito della parodontologia chirurgica mini-invasiva sicuramente le nuove tecnologie e i nuovi strumenti si stanno rivelando un ausilio prezioso in grado di migliorare e semplificare l’applicazione delle moderne tecniche per il trattamento delle recessioni gengivali. Il microscopio ha dimostrato la sua validità e la sua efficacia in diversi atti chirurgici, ma il suo utilizzo è scarsamente documentato per questo scopo. Quando è richiesta massima precisione per ottenere un ottimo risultato estetico, un microscopio chirurgico può essere un valido alleato per dominare nel migliore dei modi il campo operatorio. Basandosi su questi principi l’obiettivo di questo articolo è stato quello di comparare i risultati di interventi di chirurgia mini-invasiva eseguiti per il trattamento di recessioni gengivali, eseguiti adoperando un prelievo di connettivo sub-epiteliale o una membrana in collagene. 40 pazienti sono stati arruolati nello studio con un’età compresa tra 20 e 50 anni. I criteri di inclusione comprendevano una buona igiene orale (monitorata per un mese dopo l’ablazione), una recessione gengivale isolata che rientrasse nella prima o seconda classe di Miller con < 2 mm di gengiva cheratinizzata presente, papille intatte sia dalla parte mesiale che distale del difetto, nessun segno di mobilità, assenza di carie o otturazioni, nessun trauma da occlusione riscontrato. Sono stati esclusi anche donne gravide, fumatori e pazienti con denti con malocclusioni importanti. I soggetti sono stati divisi in due gruppi, A e B. Il gruppo A è stato trattato con un innesto di connettivo sub-epiteliale e un lembo riposizionato coronale, mentre il gruppo B ha visto associato allo stesso tipo di lembo l’utilizzo di una membrana di collagene.

Tutte le procedure chirurgiche sono state eseguite da uno stesso operatore esperto con l’ausilio di un microscopio che fornisse un ingrandimento 6X. Una comparazione tra i risultati raggiunti dai due gruppi è stata effettuata a 1, 3, 12 mesi dalla baseline. Si è notato che la ricopertura radicolare era migliore in tutti i soggetti appartenenti al gruppo A a ogni momento di follow-up. A 12 mesi, il gruppo A ha mostrato tasso di copertura radicolare dell’81.42% mentre il gruppo B ha mostrato il 70.08%. Allo stesso modo l’incremento di gengiva cheratinizzata è stato superiore nel gruppo A. La procedura di ricopertura radicolare a causa della presenza di recessioni gengivali è diventata sempre più una delle più frequenti in terapia parodontale chirurgica. La sensibilità della superficie dentale esposta, il rischio di carie radicolari e gli inestetismi dovuti ad alterazioni della morfologia dei tessuti molli, possono essere risolti con questo intervento minimamente invasivo.

Entrambe le tecniche risultano predicibili e soddisfacenti per outcome clinici ma la tecnica che prevede innesto di connettivo sub-epiteliale sembra raggiungere risultati migliori. Nonostante i risultati dal gruppo A si siano dimostrati sempre superiori a quelli del gruppo B e statisticamente superiori a 3 e 12 mesi in termini di guadagno di attacco clinico e di quantità di gengiva cheratinizzata, in tutti i casi, in entrambi i gruppi si è avuto un miglioramento della sensibilità. Inoltre è risultato sovrapponibile il guadagno ottenuto dalle due metodiche in tema di profondità di sondaggio.

Implicazioni cliniche
In mani esperte, con l’aiuto di un microscopio chirurgico, le procedure di innesto connettivale sub-epiteliale e l’utilizzo di membrane in collagene riassorbibili, si configurano come interventi minimamente invasivi e dai risultati altamente predicibili.

Quale tecnica e quali materiali per la ricopertura delle recessioni gengivali singole? - Ultima modifica: 2016-07-14T09:33:58+00:00 da Redazione

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