Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione

3. Analisi cefalometrica secondo Schulhof e Turley, per il terzo molare inferiore

Nel 1982, Pfeiffer e Grobety12 semplificano la tecnica di Ricketts introducendo il concetto che la distanza tra il punto Xi, misurata sulla sua proiezione con la tangente verticale del punto distale del primo molare inferiore, è lo spazio a disposizione e deve essere idealmente di 21 mm più il numero di anni d’età del bambino in quanto tale distanza aumenta di 1 mm all’anno: ogni mm in meno rappresenta il 10% in meno di probabilità di assistere a una corretta eruzione del terzo molare inferiore.

Nel 1986, Langlade e Picaud, nel lavoro già citato, propongono un modello di previsione basato su tre parametri che se tutti soddisfatti dà una probabilità di corretta eruzione del terzo molare inferiore del 90%; essi sono: rapporto del germe con il piano occlusale (se quest’ultimo taglia a metà il germe si avrà il 50% di probabilità di una corretta occlusione, se lo taglia nel terzo superiore la probabilità scende al 30%), angolo formato tra l’asse lungo del germe e il piano occlusale (condizione favorevole se maggiore di 40°), vicinanza del germe con la branca ascendente della mandibola (più è vicino più è favorevole). Sempre nel lavoro del 1993, Ganss et al.5, dall’analisi dell’ortopantomografia, propongono per l’inferiore lo stesso metodo del superiore: un rapporto di 1:1 dà una probabilità di corretta eruzione del 70% indipendentemente dall’età, confermato poi dall’analisi cefalometrica delle teleradiografie secondo Schulhof e Turley.

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Un’analisi individualizzata dello spazio d’arcata viene proposto dalla Tweed Foundation13 che suddivide l’arcata inferiore nei settori anteriore (centrale, laterale e canino), medio (premolari e primo molare) e posteriore (secondo e terzo molare) e dalla somma dei bilanci dei tre settori tra spazio disponibile e somma dei diametri mesio-distali di ogni singolo dente misurati sulla teleradiografia e sui modelli ricavano l’indicazione se effettuare terapia ortodontica estrattiva e con quale elemento dentale.

In particolare, nel settore posteriore lo spazio disponibile si ottiene dalla somma della distanza tra il punto più distale del primo molare inferiore e il margine anteriore del ramo mandibolare, dove il piano occlusale lo incrocia, dello spazio che si viene a creare con la crescita di 1,5 mm per lato fino a 14 anni per le femmine e 16 anni per i maschi secondo quanto valutato da Richardson, Langlade e Leyard e conseguente a riassorbimento osseo, con l’entità della migrazione del primo molare conseguente alla permuta dei molari da latte. Durante gli anni Ottanta, i terzi molari venivano molto frequentemente rimossi dopo trattamento ortodontico al fine di prevenire l’affollamento nel settore anteriore.

Rispetto agli anni ’80, negli ultimi anni l’atteggiamento di molti ortodontisti è cambiato verso un approccio più conservativo dei terzi molari.

Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione - Ultima modifica: 2009-10-25T12:58:10+00:00 da Redazione

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