Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione

2. Analisi ortopantomografi ca secondo Ganss, per il terzo molare superiore

Per il terzo molare inferiore è importante per una corretta eruzione oltre l’esistenza di uno spazio suficiente in arcata, una deviazione curvilinea del tragitto di maturazione del germe secondo la curva di Capdepont in cui l’asse lungo del dente passa da circa 11° con il piano mandibolare a circa 83°. Se avviene una deviazione da tale tragitto, si potrà avere ectopia e inclusione con diversa posizione dell’elemento incluso a seconda dell’angolazione: il 45% delle inclusioni è obliqua mesiale (tra 75° e 35°), il 39% è verticale (tra 90° e 75°), l’11% è orizzontale (tra 35° e 0°), il 2-3% è obliqua distale (tra 90° e 140°), l’1-2% è orizzontale trasverso (tra 0° e 350°). Per il terzo molare inferiore numerosi sono gli autori che hanno proposto diversi metodi di previsione di inclusione.

Già negli anni 1956, 1963 e 1972, Bjork et al.6, su studi circa la direzione di crescita condilare, concludono che una sua direzione verticale limita il riassorbimento della zona anteriore del ramo, con conseguente aumento della frequenza d’inclusione del terzo molare inferiore, mentre una direzione sagittale la favorisce limitando il rischio d’inclusione dentale. Negli anni 1973, 1987, 1988, 1989, Richardson7 studia l’angolo di eruzione del dente come precedentemente descritto.

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Nel 1972, Ricketts8, valutando più di 1.000 scheletri, conferma gli studi di Bjork et al.6 Schulhof e Turley4 introducono il punto Xi come centro geometrico del ramo mandibolare (figura 3) dal quale misurare la distanza con il punto più distale del secondo molare inferiore; tale misura viene considerata lo spazio disponibile per l’eruzione del terzo molare inferiore e, come per il superiore, confermato poi da Langlade9 nel 1986, danno percentuali di probabilità di corretta eruzione anche per il germe del terzo molare inferiore: per una corretta eruzione sono necessari 30 mm, con 25 mm si ha il 50% di possibilità di avere un’inclusione e con 20 mm il 90%. Nel 1978, Tweed10 propone di misurare, sull’ortopantomografia eseguita su piccoli pazienti di 8 anni, la distanza tra il punto distale del primo molare superiore e il margine anteriore del ramo mandibolare che deve essere maggiore o uguale alla somma dei diametri mesio-distali del secondo e terzo molare inferiori.

Ricketts3, sempre nel lavoro del 1979, propone, per il terzo molare inferiore, di valutare sulla teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale il rapporto del germe con la linea verticale passante per il margine anteriore del ramo mandibolare: con una posizione del germe avanti la suddetta linea la probabilità di una sua corretta eruzione è del 50% (figura 4). Nel 1981, Olive e Basford11 propongono di utilizzare sulla teleradiografia due tangenti perpendicolari al piano occlusale e passanti una per il punto distale al secondo molare inferiore e l’altra per il margine anteriore del ramo mandibolare: se la distanza tra queste due linee è maggiore o uguale al diametro mesio-distale del germe del terzo molare ci saranno buone possibilità di una sua corretta eruzione, se minore o uguale le possibilità saranno basse.

E’ importante per una corretta eruzione del terzo molare inferiore una deviazione curvilinea del tragitto di maturazione del germe secondo la curva di Capdepont.

Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione - Ultima modifica: 2009-10-25T12:58:10+00:00 da Redazione

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