Perimplantite: approccio chirurgico e protesico

Negli ultimi anni si è cominciato a parlare molto diffusamente di perimplantite. Sicuramente questa patologia ha conosciuto una diffusione importante, e costituisce oggigiorno una realtà clinica degna di grande attenzione. Nel corso degli anni, l’informazione sui caratteri fondamentali di tale patologia non ha corrisposto del tutto a quanto ormai assodato per la letteratura. Oggi la perimplantite viene definita come una patologia infiammatoria associata alla progressiva perdita del supporto osseo che circonda l’impianto. Non equivale quindi al fallimento dell’impianto, bensì può essere considerata come il corrispettivo della malattia parodontale. La malattia può in effetti condurre, nel lungo termine, alla perdita dell’impianto, compromettendo definitivamente una precedente terapia riabilitativa, complessa e dispendiosa sotto diversi punti di vista. Il ruolo dell’implantologo moderno, dunque, è sempre più votato alle terapie di mantenimento del restauro implanto-protesico. Il paziente deve sempre essere rigorosamente istruito e motivato alla corretta gestione igienica del manufatto, subito dopo le fasi chirurgica e protesica, quindi lungo tutto il percorso clinico di richiamo. Come nella maggior parte delle patologie di interesse odontoiatrico, dunque, l’arma della prevenzione è fondamentale e passa per la corretta igiene orale.

Oltre a quanto detto finora, tuttavia, devono essere necessariamente rilevati degli importanti aspetti clinici peculiari riguardanti la perimplantite, tra i quali si ritrova una varietà di fattori di rischio, come le caratteristiche della fixture implantare, alcuni aspetti riguardanti la tecnica chirurgica e quella protesica e la ricettività del soggetto.

Pubblicità

YouTube: please specify correct url

Video updated on Youtube by Nikos Mattheos

Oltre a queste caratteristiche proprie, la perimplantite presenta delle affinità con la progressione di patologia tipica della malattia parodontale. Uno di questi è rappresentato dal ruolo del film microbico orale: più semplicemente, la placca batterica e alcuni ceppi in particolare. Anche per questo motivo, sono stati introdotti negli anni dei protocolli che mutuano le tecniche – di competenza del parodontologo e in parte anche dell’igienista dentale – utili alla decontaminazione della superficie radicolare: in questo caso, la radice è artificiale ed è costituita ovviamente dall’impianto.

A tal proposito, il video allegato a questo breve articolo documenta un caso di perimplantite trattato con lo stesso razionale di una resettiva parodontale. Il clinico adotta un duplice presidio, sia chirurgico – la decontaminazione delle superfici implantari, accompagnata da una gengivoplastica – che protesico – la ridefinizione del disegno della protesi – allo scopo di permettere al paziente un’igiene orale domiciliare adeguata. Il follow up a un anno sembra evidenziare un’evoluzione compensatoria in un paziente, comunque, già parzialmente compromesso anche dal punto di vista estetico.

Perimplantite: approccio chirurgico e protesico - Ultima modifica: 2016-04-17T07:43:33+00:00 da redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome