Otturatori Thermafil® e rimozione nei ritrattamenti canalari

Sin dalla sua comparsa sul mercato, la sistematica Thermafil® ha rappresentato un’interessante alternativa alle tecniche tradizionali di otturazione canalare. Essa si basa sull’utilizzo di carrier in materiale plastico (inizialmente, metallico) ricoperti da uno strato uniforme di guttaperca, da condensare a caldo con uno specifico fornetto al momento dell’utilizzo. Ancora oggi questa sistematica trova impiego in una casistica sufficientemente ampia, dato che garantisce buona sigillatura dei tubuli dentinali e si adatta a diverse anatomie canalari. Come detto, l’attuale configurazione con anima in plastica rappresenta uno sviluppo di quella originaria in metallo. Uno dei razionali di tale sviluppo, secondo quanto riferiscono i produttori, è rappresentato dalla volontà di facilitare il reintervento sull’otturazione canalare. Il fine consiste nella preparazione del substrato per il posizionamento di un perno endocanalare e nel ritrattamento. L’accumulo di un serbatoio tossinfettivo di dimensioni anche molto modeste può causare in alcuni casi la reinfezione del sito, anche se trattato nel pieno rispetto dei protocolli. Un canale otturato secondo la metodica Thermafil®, nonostante le precise volontà progettuali e la tecnologia a disposizione dei professionisti, viene ancora frequentemente percepito come particolarmente complesso da aggredire nell’ottica di un ritrattamento. Pare perciò interessante illustrare quali sono le metodiche consigliate per rimuovere un carrier Thermafil® da un canale. È chiaro che non potranno semplicemente essere impiegati gli strumenti da ritrattamento comunemente previsti dalle principali sistematiche rotanti Ni-Ti. La prima tecnica consigliata dagli stessi produttori è puramente manuale: dopo aver ammorbidito la guttaperca con un solvente, si accede al carrier mediante un K-file o, meglio, una lima Hedstrom, con l’intento di rimuoverlo in monoblocco. L’ingaggio è favorito da una scanalatura longitudinale appositamente incisa sulla plastica.

Tecnica per la rimozione di Thermafil dall’endodonto

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Una variazione consiste nell’abbracciare il carrier con uno o più H-file (braiding technique). Nel caso si vogliano ugualmente utilizzare strumenti rotanti, alcuni Autori ne consigliano di flessibili ma, contemporaneamente, resistenti agli stress torsionali (ad esempio Profile 06.25 o ProTaper F1), da impiegare rigorosamente a velocità e torque controllati. In alternativa, il carrier può essere rimosso tramite l’impiego di mezzi fisici, ed esattamente termici. Si possono utilizzare spreader riscaldati a rosso o Touch ‘n’ heat; la metodica più frequentemente consigliata prevede l’uso del System B. Si posiziona la punta al centro del carrier, per poi incrementarne la temperatura per un paio di secondi. A raffreddamento completato (2-3 minuti), la punta verrà estratta e, con essa, il carrier. Quelle elencate sono solo le tecniche più comuni. Nulla vieta al clinico di sperimentarne di diverse o di abbinare le predette tra loro o con l’uso di solventi diversi o ultrasuoni. Per completezza, sono già disponibili sul mercato prodotti che ricalcano il sistema Thermafil®, abbinandovi anche l’anima in guttaperca (GuttaCore™).

Otturatori Thermafil® e rimozione nei ritrattamenti canalari - Ultima modifica: 2016-11-11T07:10:14+00:00 da redazione

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