In ambito ortodontico, uno dei topic maggiormente dibattuti è senza dubbio l’approccio linguale.

Oltre ad essere una tematica estremamente stimolante per i professionisti e in particolare per gli specialisti ortodontisti, si tratta di un argomento che interessa fortemente la popolazione generale. L’ortodonzia linguale, infatti, fa parte del complesso ambito comunemente noto come “ortodonzia invisibile”. In questo senso, basta una rapida query sui motori di ricerca per individuare diversi forum in cui sono gli stessi pazienti a dibattere su questo specifico argomento. Questa tecnica ortodontica, difatti, può costituire la giusta risposta per il soggetto di età adulta che decide di mettere in atto una terapia ortodontica al fine di migliorare l’estetica del proprio sorriso. In generale, possiamo dire che tutte le tecniche che si avvalgono di applicazioni estetiche hanno avvicinato un’intera fascia di popolazione all’ortodonzia.

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Questi pazienti, dunque, hanno prima di tutto l’esigenza di essere correttamente informati dal clinico con cui scelgono di relazionarsi.

Come qualunque tecnica in ambito odontoiatrico e, in particolare, ortodontico, l’ortodonzia fissa linguale non ha applicazione universale e dev’essere impiegata nel rispetto delle specifiche basi biomeccaniche e di precisi criteri funzionali.

Il gap tra interesse e scetticismo da parte di clinici e pazienti nei confronti dell’ortodonzia linguale, negli ultimi anni, ha probabilmente subito variazioni a seconda di alcuni dei seguenti fattori.

Il primo di essi è proprio il feedback che il paziente rilascia: se egli è il primo a non mostrarsi favorevole a portare a termine il trattamento, difficilmente gli si potrà garantire il successo clinico.

Il primo fattore da considerare è il dolore, che può comunemente essere riferito in alcune precise fasi della terapia: alcuni sostengono però che questo sintomo possa essere esacerbato e prolungato nel caso di applicazione linguale dei bracket ortodontici. Per quanto gli studi su questa tematica siano scarsi sul piano meramente numerico, non paiono esserci differenze significative dal punto di vista della valutazione complessiva del dolore. Sembra piuttosto che alcune zone precise dell’arcata dentaria soffrano maggiormente da questo punto di vista la presenza di applicazioni linguali, così come altre risentano di quelle vestibolari.

Una problematica estremamente delicata nell’approccio ortodontico linguale è costituita dai potenziali cambiamenti della fonesi. Sembra in particolare che, a causa delle modificazioni a carico della zona retroincisale, la pronuncia della lettera “s” possa subire delle variazioni.

Negli ultimi anni, la realizzazione di bracket dal design innovativo (in particolare, più sottile) ha portato alcuni miglioramenti nel comfort generale, con ricaduta positiva sulla fonesi e anche sulla masticazione, la quale può comunque comportare dei disagi maggiori rispetto alla classica applicazione buccale, soprattutto nella fase iniziale del trattamento.

Ortodonzia linguale, dubbi e vantaggi per il “trattamento invisibile” - Ultima modifica: 2015-09-15T08:31:36+00:00 da redazione

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