Nuovi emostatici in chirurgia orale

Nuovi emostatici in chirurgia orale

In chirurgia orale, adottare misure efficaci di controllo del sanguinamento è un’esigenza fondamentale sia nel periodo intraoperatorio che in quello postoperatorio. Un sanguinamento protratto può complicare il trattamento se non comprometterne la buona riuscita. In alcuni casi, solitamente in soggetti portatori di determinate condizioni croniche di patologia, può portare rischi potenzialmente gravi anche per la salute generale. Mettere in atto alcuni accorgimenti operativi atti a ridurre il sanguinamento e riconoscere quei pazienti che effettivamente richiedono monitoraggio più stretto costituiscono due misure preventive indispensabili. In ogni caso, però, il chirurgo deve contemplare l’eventualità di dover fronteggiare la complicanza o prevedere quando questa potrebbe ragionevolmente manifestarsi nelle ore successive. La misura più immediata è di tipo locale e consiste nell’uso di agenti emostatici. I prodotti utilizzabili a tale scopo sono molteplici, così come diverse sono le vie di somministrazione. Verranno ora brevemente analizzati alcuni tra quelli introdotti recentemente (in alcuni casi si tratta di molecole di uso clinico già noto da tempo, che sono state reintrodotte sotto diversa formulazione).

Prodotti a base di chitosano: sono tutti polimeri contenenti N-acetil-glucosamina; tra di essi acido ialuronico, chitina e chitosano. Quest’ultimo è stato riconosciuto come il più efficace localmente: agisce formando un reticolo che intrappola gli elementi cellulari del sangue, inducendo la formazione di un coagulo particolarmente viscoso. L’effetto positivo si mantiene anche in fase di guarigione. Il farmaco è indicato anche nei pazienti in trattamento anticoagulante: anche in questi casi si ottiene emostasi efficace entro 2 minuti. Inoltre, nonostante sia un prodotto di origine naturale, ricavate da alcuni crostacei, non è controindicato nel caso delle relative allergie alimentari. Ha in più un’azione batteriostatica su alcune specie microbiche. È commercializzato sotto forma di spugna (HemCon).

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Un possibile sviluppo, non ancora disponibile all’uso odontoiatrico, sono i prodotti a base polisaccaridica. Sono molecole maggiormente acetilate, derivate da alghe microscopiche.

Derivati sintetici dell’amminoacido lisina: la categoria comprende l’acido epsilon-aminocaproico (EACA) e l’acido tranexamico. Sono entrambi antifibrinolitici efficaci; il secondo, tuttavia, primeggia sia per potenza che per emivita. Disponibile in soluzione al 4.8%, viene somministrato tramite sciacquo. Particolarmente indicato nei soggetti con problematiche croniche dell’emostasi, per via della facilità d’uso può essere impiegato pre, intra e postoperatoriamente (10 ml 4 volte al giorno per 7 giorni). EACA può costituire un’alternativa.

Da ultimi vengono citati i farmaci che inducono l’emostasi locale del tessuto osseo attraverso un’azione di barriera meccanica (tamponamento). I più conosciuti sono probabilmente le comuni cere da osso. Un’alternativa promettente è rappresentata da Ostene®, un materiale biocompatibile e, a differenza delle cere da osso, riassorbibile perché non derivato dalla cera d’api.

Nuovi emostatici in chirurgia orale - Ultima modifica: 2017-10-30T07:29:36+00:00 da redazione

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