Microbioma orale, questo amico sconosciuto

Luigi Paglia

Siamo abituati a considerare il biofilm batterico presente nel cavo orale come colpevole a diverso titolo e con diverse responsabilità delle due malattie a eziologia infettiva con cui quotidianamente ci confrontiamo: la malattia cariosa e la malattia parodontale. Anche in altri campi della medicina c’è un interesse scientifico molto alto sul microbioma, in particolare su quello intestinale, sino a ipotizzare che molte condizioni patologiche possano da questo essere condizionate e modulate.

Ma andiamo con ordine. Nella nostra pratica quotidiana siamo abituati a combattere, e se possibile eliminare, con mezzi meccanici o chimici, i ceppi batterici patogeni presenti nel nostro cavo orale. Negli anni Novanta si è tentato anche di mettere a punto un vaccino contro di loro per tentare di liberarci definitivamente dalla malattia cariosa che – ricordiamolo – è la patologia di gran lunga più diffusa nel mondo occidentale. I nuovi studi sul microbioma salivare, che è una parte del microbioma dell’intero organismo, potrebbero condurre a conclusioni differenti. Si è visto infatti che il tentativo di eradicare alcuni batteri dal cavo orale, come dall’ambiente intestinale, potrebbe essere illusorio o addirittura dannoso!

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Un obiettivo più realizzabile e clinicamente utile sarebbe quello di creare un ambiente “ostile” per i ceppi patogeni e salutare invece per i batteri non patogeni, che potrebbero avere il sopravvento, favorendo quindi il controllo della malattia.

Recenti studi 1,2 suggeriscono altre due interessanti considerazioni: la prima è che il microbioma salivare sembra essere più sensibile a fattori ambientali e abitudini di vita piuttosto che a fattori geneticamente determinati, confermando quindi che un corretto stile di vita possa tenere sotto controllo la patogenicità del microbioma salivare, influenzando quindi l’andamento della malattie odontoiatriche. La seconda considerazione è che sembrerebbe possibile diagnosticare alcune malattie croniche e degenerative attraverso l’analisi del profilo del microbioma salivare, proprio come si sta facendo per il microbioma intestinale. E questo aprirebbe nuovi orizzonti, ristabilendo l’anello di congiunzione tra odontoiatria e medicina, forse troppo frettolosamente reciso nel passato.

E i batteri, vecchi nemici, potrebbero diventare preziosi alleati.

Luigi Paglia

 

Bibliografia
  1. Shaw L et al.The human salivary microbiome is shaped by shared environment rather than genetics:evidence from large family of closely related individuals. American Society for Microbiology 2017 september/october;8 (5).
  2. Lira R junior, Akerman S et al.Salivary microbial profiles in relation to age, periodontal, and systemic diseases. 2018 march 14; https//doi.org/10.1371/journalpone.0189374.
Microbioma orale, questo amico sconosciuto - Ultima modifica: 2018-08-29T09:26:27+00:00 da Luigi Paglia

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