L’odontoiatria forense nell’identificazione umana

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L’odontoiatria forense prevede l’elaborazione, la revisione e la valutazione di caratteristiche dentali con lo scopo di produrre dati scientifici e oggettivi nei processi legali. Le impronte dentali possono identificare un individuo o offrire le informazioni necessarie alle autorità per stabilire negligenza, frode o abuso. Tradizionalmente l’odontoiatria forense si fondava sul paragonare le impronte e radiografie dentali post-mortem e quelle ante-mortem (del vivente) valutando la presenza di otturazioni dentali, trattamenti endodontici, corone o ponti, la presenza di malocclusioni o fratture dentali per determinare se potessero corrispondere allo stesso individuo. Tali tecniche però ora sono meno diffuse a causa della maggiore efficienza delle tecniche di biologia molecolare. Mediante queste ultime è possibile isolare cellule dello smalto, della dentina e della polpa dentale offrendo una preziosa fonte di DNA. Gli autori hanno condotto una ricerca con PubMed-Medline degli ultimi 5 anni, dal 1 ottobre 2007 al 1 ottobre 2012, usando le seguenti parole-chiave: “Odontoiatria forense” (n = 464 articoli), “odontologia forense” (n = 141 articoli), “identificazione odontoiatria forense” (n = 169 articoli). Oltre a questi iniziali 774 articoli, ne sono stati inclusi altri considerati importanti e ottenuti da una ricerca manuale. Gli autori hanno esaminato i titoli e gli abstract per identificare le pubblicazioni pertinenti. Degli articoli pertinenti è stato poi rintracciato anche il testo completo. Le pubblicazioni sono state quindi divise in tre gruppi:

  • studi buccodentali per l’individuazione comparativa,
  • studi buccodentali per l’identificazione ricostruttiva (determinazione dell’età; rugoscopia e cheiloscopia; determinazione del sesso),
  • studi sul morso come metodo per identificare l’aggressore e ruolo del DNA nell’identificazione dentale.

Studi buccodentali per l’individuazione comparativa

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Mediante il paragone tra impronte dentali, radiografie e esame clinico ante-mortem e post-mortem è possibile approdare all’identificazione degli individui. I dati statistici disponibili indicano che gli studi bucco- dentali contribuiscono all’individuazione delle vittime di catastrofi fino all’80% dei casi. La percentuale di identificazione dipende dalla natura della catastrofe, dalla nazionalità delle vittime, dall’incidenza dei diversi tipi di trattamenti dentali, dalla disponibilità di adeguate impronte dentali e dal grado di deterioramento dei denti.

Studi buccodentali per l’identificazione ricostruttiva 

Questi studi possono portare all’identificazione dell’età del soggetto analizzando le usure occlusali, le recessioni gengivali, la deposizione di dentina secondaria e terziaria, la trasparenza radicolare, la densità ossea. Anche la rugoscopia può essere di fondamentale aiuto nell’identificazione di un soggetto o nella determinazione della sua età. Le rughe palatali sono presenti per la vita, a partire dal terzo mese di sviluppo intrauterino. Sono uniche per ogni individuo (compresi i gemelli) e sono relativamente ben protette dalle labbra, dai denti, dalla bolla di Bichat e dalle ossa mascellari e ciò implica che siano meno influenzate dalla decomposizione e dall’incenerimento. Lo studio delle rughe palatali è da considerare un metodo di identificazione paragonabile a quello delle impronte digitali della persona. La cheiloscopia invece è quella branca che studia le labbra degli individui permettendone anch’essa l’identificazione, fornendo elementi per stabilire età e sesso.

Il ruolo del DNA nell’ Identificazione Dentale

La cavità orale è una fonte utile di DNA. Quest’ultimo è ottenuto dalla saliva, dalle cellule della mucosa orale e dei denti. La fonte principale di DNA è il sangue, anche se in alcune situazioni questo tipo di elemento non è disponibile per l’analisi. Nei denti il DNA si trova nel tessuto pulpare, dentina, cemento, legamento parodontale e osso alveolare e a causa della resistenza dei tessuti duri dei denti alle azioni ambientali quali l’incenerimento, immersione, traumi o decomposizione, il tessuto pulpare risulta un’ottima fonte di DNA. I campioni di tessuto pulpare sono raccolti in tre modi: schiacciamento, sezionamento del dente orizzontale o verticale, oppure tramite un accesso endodontico. 

Forensic dentistry in human identification: A review of the literature

Autori:
Javier Ata-Ali,
Fadi Ata-Ali

J Clin Exp Dent. 2014 Apr 1;6(2):e162-e167. eCollection 2014

L’odontoiatria forense nell’identificazione umana - Ultima modifica: 2014-05-21T08:00:37+00:00 da Redazione

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