La mini-invasività nella rimozione della lesione cariosa correlata all’adesione delle resine composite

L’efficacia nella rimozione della carie e il potenziale di mini-invasività delle tecniche di escavazione: un’indagine con micro-tomografia computerizzata
Caries-removal effectiveness and minimal-invasiveness potential of caries-excavation techniques: a micro-CT investigation
Neves Aline de A, Coutinho E, De Munck J, Van Meerbeek B .J Dent 2011 Feb;39(2):154-62.

L’avvento dell’“odontoiatria adesiva” ha semplificato enormemente le linee guida per le preparazioni delle cavità. Il disegno e l’estensione cavitaria vengono attualmente definiti in base alla morfologia della lesione cariosa, secondo il concetto di odontoiatria mini-invasiva. Le nuove tecniche introdotte per la rimozione selettiva del tessuto cariato producono però differenti substrati di ricettività per le procedure adesive.

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Obiettivo di questo studio è determinare l’efficacia nella rimozione della carie (CRE) e il potenziale mini-invasivo (MIP) delle contemporanee tecniche di rimozione delle lesioni cariose. 

La possibilità di legare adesivamente il materiale di restauro alla struttura del dente ha radicalmente cambiato i principi generali per la preparazione cavitaria dettati da G.V.Black.

Infatti dal disegno di geometrie ritentive si è passati a una rimozione selettiva del tessuto infiltrato. Di conseguenza l’odontoiatria è passata dal concetto di “extension for prevention” a quello di “prevention of extension” a favore di una terapia minimamente invasiva.

Ad oggi, il grado di estensione della cavità per il raggiungimento di un’adesione micromeccanica ottimale è ancora dibattuto.

Infatti non esiste uno strumento diagnostico per definire clinicamente il limite della preparazione e che assicuri la completa rimozione del tessuto carioso senza però estendersi oltre il tessuto sano.

Inoltre, le diverse metodiche attualmente disponibili per la rimozione della carie/preparazione della cavità producono substrati dentinali di natura differente a cui corrispondono diverse ricettività di adesione.

In questo articolo sono stati scansionati (mediante micro-TC) denti molari prima e dopo la rimozione di lesioni cariose destruenti, tramite l’utilizzo di 9 tecniche diverse:

  • convenzionale tramite frese (carbon-steel, tungsten-carbide, polimeric, ceramic),
  • con tinte rivelatrici di carie (0,5% fucsina / 1% propilene acid-red),
  • escavazione chimica-meccanica (ipoclorito di sodio),
  • escavazione pepsin based (SFC-VIII),
  • escavazione sono-abrasion (punte in plastica/diamantate),
  • escavazione air-abrasion (con ossido di allumina),
  • escavazione fluorescence aided (FACE) (con fonte ottica a luce violetta),
  • escavazione laser aided fluo (LIF) (con fonte ottica laser, DIAGNOdent),
  • escavazione laser (erbium/ittrio, Er:YAG) .

La CRE è stata determinata in base al volume di carie residua calcolata grazie alla densità minerale del pavimento cavitario (DM).

Il MIP veniva invece misurato in base alle dimensioni della cavità relativamente allo stato iniziale della lesione cariosa.

I risultati indicano che sia la CRE che il MIP variano molto con l’utilizzo di laser Er:YAG (Kavo) nonostante il suo sistema di fluorescenza indotta (LIF). Infatti mentre alcuni campioni riportano carie residua, altri evidenziano un’estensione cavitaria in dentina sana. Inoltre, con la più elevata ampiezza cavitaria media il laser Er:YAG ha dimostrato di avere il MIP più basso.

Gli strumenti sonici e rotanti hanno rivelato una più favorevole CRE con qualche tendenza alla sovra-preparazione, a eccezione delle frese CeraBur (Komet-Brasseler) e Cariex (Kavo) che lasciano residui cariosi rispettivamente sul pavimento e sulle pareti cavitarie.

L’escavazione chimico-meccanica (Carisolv, exp. SFC-V e SFC-VIII), quando coadiuvata da escavatori metallici convenzionali, riporta i migliori risultati di CRE e MIP, mentre quando è associata a escavatori in plastica tipicamente residua tessuto carioso.

In conclusione, l’utilizzo del laser Er:YAG con LIF risulta in una rimozione non selettiva della carie.  Gli strumenti oscillanti/rotanti, quando associati a rivelatori di carie (Kuraray) possono portare a una sovra-preparazione, mentre questo rischio si riduce se usati singolarmente.
Al contrario, Cariex e CeraBur evidenziano la tendenza a sottopreparare la cavità.

I metodi chimico-meccanici sembrano essere più selettivi nella rimozione della carie, preservando il tessuto sano.

Implicazioni cliniche

Le proprietà di adesione della dentina sono correlate al metodo di escavazione e al limite di rimozione della carie. Nonostante questo, la tenacità del legame alla dentina cariosa raggiungibile oggi dai moderni sistemi adesivi è notevolmente migliorata.

La mini-invasività nella rimozione della lesione cariosa correlata all’adesione delle resine composite - Ultima modifica: 2011-07-26T11:46:35+00:00 da elisabettadolzan

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