La conservativa, più che una pratica, una filosofia

Francesca Manfrini

Quali sono i punti salienti del suo programma?
A parte il congresso nazionale del prossimo aprile (19 e 20 aprile 2013, ndr), a cavallo tra il 2013 e il 2014 inizierà il Continuing Education, un corso che si sviluppa in quattro incontri di due giorni ciascuno, dove si alternano teoria e pratica. È rivolto prevalentemente ai giovani laureati che nei primi anni della loro professione hanno bisogno di acquisire informazioni e nozioni pratiche per iniziare la loro attività lavorativa. Il Continuing Education porta il nome di Samuele Valerio, il Presidente dell’Accademia che per primo lo ha istituito, un nostro socio che purtroppo è venuto a mancare qualche anno fa. L’obiettivo è quello di dare ai giovani odontoiatri un metodo per approcciarsi ai problemi e riuscire a fare diagnosi e impostare una terapia corretta. Nell’aprile del 2014 ci sarà un corso organizzato assieme ad AIOP, a Riccione, dove è invitato un relatore di fama internazionale, Frank Spear; seguirà poi una giornata in cui si alterneranno relatori dell’AIOP e relatori dell’AIC; nell’autunno del 2014 terremo un simposio a Catania, scelta fatta con il preciso scopo di andare laddove generalmente non arriviamo con i nostri congressi, che vengono svolti prevalentemente nel Nord o centro Italia; abbiamo avuto già dei contatti con il Professor Rapisarda, un docente universitario di Catania, per organizzare al meglio questo meeting. Nell’aprile del 2015 avremo il congresso internazionale.

Di cosa si parlerà invece nel vostro prossimo congresso nazionale?
Il congresso, intitolato “Tessuto dentale: mantenimento e restauro
– Diagnosticare prima per curare e conservare meglio”, si focalizza sull’importanza del mantenimento dell’elemento dentale: in un mondo come quello di oggi, dove l’impianto sembra essere la risoluzione a tutti problemi, è importante trasmettere ai giovani, che sono il pubblico più numeroso dei nostri eventi, quanto sia importante invece recuperare l’elemento dentale.

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È una consapevolezza diffusa?
Oggi più di ieri, anche perché credo che la minor disponibilità economica abbia condizionato in maniera positiva questo fattore. La crisi attuale ha dischiuso aspetti che prima forse non venivano presi in considerazione e anche nel mondo dell’odontoiatria sta cambiando qualcosa.

Su quali ambiti della professione ci si dovrebbe concentrare per affrontare il futuro?
Credo che in questo momento non si dovrebbe dare niente per scontato. Mai come oggi è necessario lavorare intensamente, anche nell’ambito dell’Accademia, per renderla capace di rispondere con concretezza ed efficacia alle esigenze e alle necessità di una realtà così incerta e mutevole. Non dobbiamo vedere la crisi economica solo dal lato negativo, dobbiamo affrontarla con ottimismo ed entusiasmo, accettando anche le trasformazioni che porta con sé. Credo che i giovani debbano continuare a puntare sulla conoscenza, ma anche su altri valori come lo spirito di sacrificio, la pazienza, il rispetto degli altri, l’umiltà e la modestia, la curiosità, perseverando nel realizzare i sogni che non devono mai mancare.

Come occupa il suo tempo libero?
Quello è sempre pochissimo. Accantonati sempre più sci e tennis, le attività sportive che prediligo, mi rubo del tempo per fare lunghe passeggiate sulle rive del Garda. Inoltre mi diverte e mi rilassa cucinare: per questo mi piace organizzare cene per gli amici, con l’aiuto di mio marito Giovanni e di mia figlia Silvia, ambedue avvocati, che ho contagiato in questa mia passione.

A proposito di sogni e progetti, invece: ne ha uno che desidererebbe realizzare?
Sì, mi piacerebbe tornare a collaborare con la Fondazione Bambini in emergenza, un’associazione fondata dal giornalista Mino D’Amato, con la quale ho collaborato come volontaria per una decina d’anni. Dopo la morte del suo fondatore, la fondazione ha ridotto l’attività. Appena gli impegni professionali me lo permetteranno, voglio tornare a occuparmi di chi ha disperato bisogno di noi. I bambini soprattutto. Non è retorico affermare che il miglior compenso per un medico non è quello economico ma quello morale. Trasformare lo sguardo triste di un bambino in un sorriso felice (magari solo transitorio) appaga l’animo e ti spinge a dare di più.

La conservativa, più che una pratica, una filosofia - Ultima modifica: 2013-02-27T11:47:19+00:00 da Redazione

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