Impronta di precisione in protesi fissa: caratteristiche dei materiali

Tempi di lavorazione e indurimento

Il tempo che intercorre fra l’inizio della miscelazione (M) del materiale da impronta e il completamento della polimerizzazione è noto come “Tempo di indurimento”; il lasso temporale da M al momento in cui un’ulteriore manipolazione introdurrebbe distorsioni o inaccuratezze (nell’impronta e nel modello) è denominato “Tempo di lavorazione”38. Un adeguato tempo di lavorazione, periodo nel quale il materiale possiede uno stato plastico che consente l’intimo adattamento alle strutture intraorali, è di grande aiuto clinico per la riproduzione di pilastri protesici multipli. Allo scadere del tempo di lavorazione, quando il materiale ha ormai acquisito le caratteristiche di elasticità e perso quelle di plasticità28, è auspicabile un rapido completamento dell’indurimento, al fine di ridurre il tempo di permanenza del cucchiaio nel cavo orale e il discomfort per il paziente.

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I moderni materiali da impronta, all’interno delle stesse case produttrici, sono spesso commercializzati nelle versioni regular e fast-set (Tabella 4), proprio in base alla capacità di fornire all’odontoiatra tempi di lavorazione e indurimento compatibili con le differenti necessità cliniche (registrazione di preparazioni singole o multiple, per esempio). Molto genericamente, gli elastomeri hanno un tempo di lavorazione di circa due minuti e un indurimento compreso fra i due e i 6 minuti.

a) 11a-d. Realizzazione di un’impronta di precisione su un dente anteriore con silicone per addizione; si è impiegata una tecnica monofase bimateriale (Heavy/Light), utilizzando due fili impregnati per la retrazione dei tessuti molli gengivali;

Inoltre, lo sviluppo delle proprietà viscoelastiche del materiale e della cinetica di indurimento è strettamente dipendente dalla temperatura28 di conservazione del materiale (stoccaggio, refrigerazione ecc.) prima ancora della miscelazione, e di quella del cavo orale. Relativamente al tempo di lavorazione, una caratteristica saliente del polietere è lo snapset: si tratta di una proprietà che consente il mantenimento della massima scorrevolezza del materiale wash fino all’esaurimento del tempo di manipolazione, superato il quale la reazione di polimerizzazione procede rapidamente fino all’indurimento (con un concomitante aumento della viscosità) (Figura 9).

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Alcuni moderni siliconi per addizione sono in grado di avvicinarsi alla cinetica di snap-set, tipica del polietere, per mezzo di formulazioni chimiche sensibili alla temperature del cavo orale. Clinicamente, quando si vuole utilizzare una tecnica monofase bimateriale (utilizzando cioè due viscosità: una heavy o putty per il cucchiaio, e un light o regular sui monconi) è preferibile accoppiare materiali (naturalmente della stessa casa produttrice) con tempi di lavorabilità similari; per evitare distorsioni, il materiale nel cucchiaio dovrebbe essere introdotto nel cavo orale per sospingere il wash quando il tempo di lavorazione di entrambe le viscosità non sia ancora completato.

Resistenza allo strappo

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I materiali da impronta devono possedere una resistenza adeguata per essere rimossi dal cavo orale senza lacerarsi. Quando l’elastomero viene stirato oltre il limite elastico (vedi il paragrafo “Recupero elastico e deformazione permanente”), si assiste alla comparsa di una deformazione permanente; superato questo punto critico, e in presenza di un prolungarsi dello stiramento, il materiale da impronta va incontro a lacerazione. Da un punto di vista clinico è auspicabile che lo strappo si verifichi immediatamente dopo il superamento del limite elastico: al contrario, l’impronta subirebbe una deformazione permanente “invisibile” all’odontoiatra.

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In altre parole, sulla curva stress-allungamento è preferibile un punto di rottura molto prossimo al limite elastico. Uno studio pilota sulla resistenza allo strappo degli elastomeri è stato condotto dagli Autori: i risultati preliminari, e i metodi impiegati, sono riportati nella Figura 10.

Considerazioni conclusive

11e. Dettaglio dell’impronta

L’ottenimento di un’impronta accurata è un obiettivo difficile da raggiungere; la conoscenza e la scienza dei materiali devono essere combinate all’arte clinica, all’esperienza e alla corretta applicazione delle tecniche (Figure 11a-11f ) per il raggiungimento dei risultati attesi e per la realizzazione di restauri indiretti precisi. In alcuni casi, due o più tentativi possono essere necessari per la registrazione di un’impronta soddisfacente e/o priva di importanti difetti. Studi scientifici in vitro e in vivo dovranno convalidare l’efficacia delle più recenti tecnologie, basate su scanner intraorali accoppiati a sistematiche CAD/CAM, le cui promesse aprono la strada verso un’impronta digitale in grado di superare molte delle attuali limitazioni.

Corrispondenza
Gabriele Augusti
Istituto Stomatologico Italiano
Via Pace, 21 – 20122 Milano
g.augusti@libero.it

Impronta di precisione in protesi fissa: caratteristiche dei materiali - Ultima modifica: 2013-07-10T14:35:15+00:00 da Redazione

1 commento

  1. Fili di retrazione gengivale nella rilevazione di impronte dentali | DM Il Dentista Moderno

    […] protesi fissa su dente naturale le impronte dentali di precisione è una fase clinica dall’importanza […]

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