Siti infetti: Impianti postestrattivi e provvisorizzazione immediata

Nel passato e, in particolare, nel marzo 2016 queste stesse pagine hanno avuto modo di occuparsi di tematiche rilevanti che riguardano gli aspetti principali dell’implantologia postestrattiva, detta anche implantologia immediata secondo una diversa traslitterazione dalla lingua inglese.DM_il dentista moderno_impianti postestrattivi siti infetti L’aspetto certamente più interessante – accattivante, in un certo senso – riguarda quelli che sono i campi di applicazione di tale metodologia, sempre più conosciuta e utilizzata. Diversi Autori sottolineano il grado accettabile di sicurezza acquisito dalla procedura, che ha il suo principale obiettivo nel contrastare i fenomeni di assorbimento dei volumi ossei ai quali l’alveolo postestrattivo va fisiologicamente incontro. Va comunque sottolineato come la cresta vada incontro a fenomeni di rimodellamento anche dopo l’inserimento di una fixture implantare.

Uno dei vantaggi per il paziente, invece, consiste nel risparmiare la preparazione, clinica e farmacologica, ma anche psicologica, ad un secondo intervento chirurgico.

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Naturalmente, i casi indicati riguardano tipicamente quegli elementi che permangono in arcata, pur essendo già stati giudicati hopeless dal punto di vista clinico.

Nello stesso intervento, successivamente all’avulsione non traumatica dell’elemento compromesso e alla sua sostituzione con un impianto, è possibile procedere alla provvisorizzazione immediata. Anche in questo caso, il paziente beneficia di una riduzione del numero di sedute. Dal punto di vista clinico, invece si vuole condizionare la guarigione dei tessuti molli, affinché questi garantiscano un’anatomia corretta e duratura.

Si allega un interessante caso riguardante proprio un esempio di impianto postestrattivo soggetto a provvisorizzazione immediata.

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Naturalmente, la procedura può presentare alcuni svantaggi, quale ad esempio la frequente necessità a ricorrere a innesti ossei (solitamente xenoinnesti) per colmare i gap tissutali che inevitabilmente si formano fra alveolo e sito implantare, e/o a tecniche di gestione dei tessuti molli, il che comporta dei costi dal punto di vista economico e, in una certa misura, biologico.

Un’aspetto puramente biologico di rilevanza estrema è, invece, lo stato dei tessuti prima dell’intervento. Come già riportato anche in precedenti lavori, classicamente si tendeva ad evitare qualsiasi caso di infezione acuta del sito postestrattivo. Studi anche recenti hanno messo parzialmente in dubbio tale convinzione, almeno in senso assoluto. Tanto che alcuni Autori hanno sentito la necessità di mettere a punto un protocollo di orientamento clinico per i casi che si decide di trattare. A tal proposito, la Letteratura osserva come, al fine di assicurare il successo clinico, sia fondamentale il rispetto di precisi criteri chirurgici (riguardanti principalmente revisione e detersione del sito) e farmacologici (in particolare, la somministrazione di antibiotico).

 

Siti infetti: Impianti postestrattivi e provvisorizzazione immediata - Ultima modifica: 2016-07-20T07:21:25+00:00 da redazione

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