Gli innesti ossei nelle procedure di rialzo del seno mascellare

La stabilità degli innesti ossei autologhi dopo intervento di rialzo del seno: uno studio comparativo tra prelievi nella zona anteriore e posteriore della cresta iliaca e sito donatore intraorale

Stability of autogenous bone grafts after sinus lift procedures: a comparative study between anterior and posterior aspects of the iliac crest and an intraoral donor site

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Thorwarth M, Srour S, Felszeghy E, Kessler P, Schultze-Mosgau S, Schlegel KA. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod. 2005;100(3):278-84

Il presente studio clinico riporta vari gradi di mineralizzazione e riassorbimento di innesti di osso autologo prelevati da siti intra ed extraorali. Queste differenze, correlabili alla differente qualità ossea del sito donatore, si mantengono anche nella zona di innesto a distanza di tempo dal trapianto. 

Un prerequisito fondamentale per il successo impianti dentali osteointegrati è un volume osseo sufficiente per ottenere la stabilità a lungo termine. Severe atrofie dei processi alveolari mascellari conseguenti alla perdita di elementi dentari posteriori richiedono l’utilizzo di innesti ossei per incrementare il volume osseo residuo. Tra i materiali da innesto sono stati proposti i sostituti ossei che però non possiedono elementi cellulari necessari all’osteogenesi, consentendo solo l’osteoconduzione. A oggi l’osso autologo è considerato il gold standard nelle procedure rigenerative di ampi difetti ossei e negli interventi di rialzo del seno mascellare. I siti donatori di osso autologo possono essere intraorali (mento e la regione retromolare) ed extraorali (calvaria, la tibia, la costa e la cresta iliaca). La cresta iliaca è il sito donatore di prelievo più comune per prelevare ampi volumi di osso autologo. La porzione anteriore è preferita da molti autori a causa della semplicità della tecnica di prelievo. La parte posteriore può essere utilizzata in caso di grandi prelievi perché permette di ottenere più del doppio dell’osso rispetto alla parte anteriore. Questa ricerca si è proposta una valutazione istologica di innesti di osso autologo prelevati da differenti siti intra ed extraorali per il rialzo del seno mascellare.

Per lo studio sono stati selezionati 57 pazienti (25 donne e 32 uomini) che presentavano un’atrofia di classe Cawood 4-5 nella regione posteriore del mascellare e richiedevano il rialzo del seno mascellare. La scelta del sito donatore è stata eseguita valutando la quantità necessaria di osso necessario per ogni singolo caso. Il rialzo del seno è stato effettuato con uno dei seguenti siti di prelievo: zona anteriore della cresta iliaca, zona posteriore della cresta iliaca e regione retromolare. Quindici pazienti sono stati sottoposti a prelievo dalla porzione anteriore della cresta iliaca (30-40cm3), 28 pazienti a prelievo dalla parte posteriore della cresta iliaca (60-80cm3) e 14 a prelievo dalla regione retromolare
(2-3cm3). Durante la prima fase chirurgica sono stati prelevati campioni di osso monocorticale per analizzarne la densità di mineralizzazione. Dopo 6 mesi sono stati posizionati impianti dentali in titanio. In questa fase sono state prelevate nuove biopsie del sito di innesto da confrontare con quelle iniziali. I campioni bioptici sono stati processati non decalcificati per l’inclusione in resina e successiva analisi microradiografica. Le radiografie sono state quindi scannerizzate e sottoposte ad analisi d’immagine digitale con un apposito software per quantificare la densità ossea. I valori di mineralizzazione pre e post-innesto sono stati confrontati in ciascun gruppo di pazienti con un test non parametrico (test dei ranghi con segno). Durante il periodo di guarigione non sono state osservate differenze cliniche tra i vari tipi di innesti. Non sono state evidenziate né fratture né complicanze nel sito ricevente.

Dopo 6 mesi dall’innesto, tutti i siti mostravano la formazione di nuovo osso lamellare con segni di rapido rimodellamento. Il valore medio di mineralizzazione dei prelievi iniziali eseguiti nella porzione retromolare è stato di 68.7%±8.75%. I prelievi eseguiti dalla porzione anteriore della cresta iliaca presentavano una mineralizzazione media di 35.1%±7.6% e dalla porzione posteriore di 30.7%±9.5%. Dopo 6 mesi dalla guarigione, il valore medio di mineralizzazione ottenuto nelle aree con innesti ossei dalla porzione retromolare è stato di 53.9%±5.15%; nelle aree innestate con porzioni anteriori della cresta iliaca è stato di 36.1%+/–7.59%; nelle aree innestate con porzioni prelevate dalla parte posteriore della cresta iliaca è risultato 34.5+/–6.47%. Non sono state riscontrate differenze di sesso nella mineralizzazione ossea di prelievi e innesti. Pertanto, a 6 mesi si è osservato un decremento della mineralizzazione ossea nelle aree innestate con prelievi ottenuti dalle regioni retromolari a differenza delle altre aree con prelievo dalla cresta iliaca che si mantengono stabili nel tempo (vedi figura). Queste differenze sono ascrivibili alla diversa struttura ossea dei siti donatori: i prelievi iliaci presentano un sottile strato di osso corticale con abbondante midollo osseo; al contrario, i prelievi mandibolari sono costituiti prevalentemente da osso corticale. Le numerose cellule provenienti dal midollo osseo stimolano un rapido rimodellamento dell’osso trapiantato dalla cresta iliaca mediante rilascio di precursori osteogenetici. In conclusione questo studio prospettico ha dimostrato differenze nel grado di mineralizzazione ossea in funzione del sito di prelievo, che si mantengono anche a 6 mesi dal trapianto.

Gli innesti ossei nelle procedure di rialzo del seno mascellare - Ultima modifica: 2007-12-14T10:18:21+00:00 da elisabettadolzan

1 commento

  1. Tipologie di innesti ossei preliminari all’inserzione di impianti | DM Il Dentista Moderno

    […] particolato, inserito a colmare i piccoli spazi fra i blocchi di osso innestato. Fra i differenti lembi proposti in letteratura che garantiscano la corretta e stabile copertura dell’innesto, ci sentiamo […]

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