Efficacia clinica di due collutori antiplacca

1. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo A.

Riassunto
Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia di due collutori nella riduzione dell’indice di placca (PI) e del sanguinamento al sondaggio (BOP). Sono stati selezionati 60 pazienti, di età compresa tra 18 e 50 anni, suddivisi, in modo random, in tre gruppi: Gruppo A e B cui venivano forniti rispettivamente i due collutori da testare (Colgate Plax Soft Mint e Colgate Plax Cool Mint), Gruppo C (controllo) cui veniva somministrato un placebo. Nel corso della prima visita, a ognuno dei pazienti sono state impartite corrette istruzioni di igiene orale, forniti spazzolini nuovi e sono stati valutati PI e BOP. Le stesse misurazioni sono state eseguite dopo 30 giorni. In tale occasione è stata altresì rilevata l’eventuale insorgenza di reazioni avverse a carico dei tessuti molli della bocca, la compliance (qualità organolettiche) e la comparsa di discromie dentali. I dati così ottenuti sono stati raccolti e analizzati statisticamente (paired t-test, p < 0,05). Dall’analisi dei valori ottenuti emerge come nei Gruppi A e B si siano registrate delle riduzioni maggiori per PI e BOP rispetto al Gruppo C (controllo). Si può, quindi, affermare come entrambi i collutori testati rappresentino, quando utilizzati in associazione a un adeguato controllo meccanico della placca (spazzolino), dei validi strumenti di igiene orale domiciliare senza peraltro provocare la comparsa di effetti collaterali quali: processi infiammatori dei tessuti molli della bocca, discromie dentali e cattivo sapore. 

Summary
Clinical effectiveness of two plaque removal mouthrinses
The aim of the present study was to evaluate the effectiveness of two mouthrinses in the control of the formation of the supragingival plaque and as an aid for treatment of periodontitis. 60 patients, aged from 18 to 50 years, were selected for the study and randomly divided into 3 groups: Group A and B (test groups) were treated with the two mouthrinses (Colgate Plax Soft Mint e Colgate Plax Cool Mint), while Group C (control) assumed a placebo. During the first visit all patients received correct instructions of oral hygiene and PI and BOP indexes were recorded. After 30 days patients were re-evaluated for PI and BOP and for compliance to treatment and damage hard (dental stains) and soft oral tissues. Data were compared and statistically analysed (paired t-test, p < 0.05). Data showed a better results for PI and BOP in patients of Group A and B than Group C. In conclusion, the two tested mouthrinses proved to be clinically valid for oral hygiene and consequently it can be considered as an effective means for the removal of the supragingival plaque without any adverse reaction.    

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La placca dentale assume un ruolo fondamentale nell’insorgenza delle affezioni parodontali come ben testimoniato da studi presenti in letteratura, nei quali si rileva la stretta correlazione esistente tra presenza di placca e insorgenza di gengivite e/o parodontite1-3; più in particolare, è emerso come a un’adeguata rimozione della placca, sopra- e sotto-gengivale, faccia seguito la completa risoluzione del processo infiammatorio a carico delle strutture del parodonto4,5.
La prevenzione e la terapia delle patologie parodontali devono, pertanto, necessariamente prevedere un idoneo controllo della formazione della placca sia sopragengivale, per la quale è fondamentale l’esecuzione di una sistematica e personalizzata igiene orale domiciliare, che preveda anche un’adeguata motivazione del paziente al corretto uso dei diversi presidi di igiene, meccanici (spazzolino, scovolino, filo interdentale ecc.) e chimici (dentifrici e collutori), sia di quella sottogengivale che, invece, necessita di trattamenti professionali quali la strumentazione meccanica (scaling e root-planing) eventualmente associata a terapia farmacologica locale o sistemica6-9.

Tuttavia, è opportuno sottolineare il ruolo che la placca sopragengivale assume nell’insorgenza delle parodontopatie; difatti, qualora non venga controllata, comporta, come conseguenza della riduzione di ossigeno negli strati più profondi delle tasche parodontali, significativi cambiamenti (qualitativi e quantitativi) della popolazione microbica che costituisce la placca sottogengivale, causando una progressiva sostituzione dei batteri Gram-positivi aerobi in batteri Gram-negativi anaerobi e spirochete, entrambi caratterizzati da una più spiccata azione patogena1,3.
Da quanto fin ora evidenziato, appare chiaro il ruolo cardine assunto dall’applicazione di idonei protocolli di igiene orale domiciliare al fine di impedire, o quantomeno ritardare, lo sviluppo di specie batteriche più pericolose. In tal modo, si favorisce non solo un’adeguata prevenzione nell’insorgenza della malattia parodontale, ma anche nel caso di trattamenti parodontali professionali (chirurgici e non) il raggiungimento del successo a breve e, soprattutto, a lungo termine6,10.

In questo contesto, fondamentale diviene il corretto impiego dello spazzolino dentale che, nel corso degli anni, è stato oggetto di numerose sperimentazioni atte a consentire una sempre più efficace azione di rimozione della placca anche nelle zone critiche (superfici interprossimali, zone di malposizionamento dentale ecc.) per le quali è comunque sempre consigliato l’utilizzo combinato di altri dispositivi come, per esempio, lo scovolino e il filo interdentale11-13.
Tuttavia, non sempre i pazienti riescono ad assicurare un’adeguata rimozione della placca sopragengivale con le sole tecniche meccaniche a causa di molteplici variabili: errate tecniche di spazzolamento, tempistiche non adeguate (spazzolamento inferiore a due minuti e troppo spesso limitato a una sola volta al giorno), scarsa attenzione alla pulizia interdentale.

La difficoltà a ottenere e mantenere adeguati livelli di igiene orale domiciliare con le sole tecniche meccaniche ha condotto, quindi, la comunità scientifica a realizzare preparati chimici, come i collutori, in grado di migliorare il controllo della placca batterica.
I collutori vengono classificati, in funzione della loro composizione, in due gruppi: cosmetici e terapeutici6,10,14. I primi sono costituiti per il 65-80% da acqua, 15-30% da alcol (necessario a migliorare la solubilità degli oli essenziali) e in minime percentuali da componenti aromatiche, per lo più rappresentate da prodotti di origine vegetale (oli di eucalipto, menta verde ecc.), da sostanze coloranti e da dolcificanti non cariogeni, quali lo xylitolo e il mannitolo, al fine di migliorarne le qualità organolettiche. I secondi, in aggiunta ai componenti di base dei collutori cosmetici, presentano principi attivi che ne caratterizzano l’indicazione clinica; per tale motivo vengono classificati come: antimicrobici, ossigenanti, calmanti, astringenti, deodoranti, antiacidi.

Attualmente, la maggior parte dei collutori presenti in commercio esplica prevalentemente un’azione antiplacca15; più in particolare, è in grado di migliorare e potenziare l’azione dei presidi meccanici (spazzolino, filo interdentale, scovolino ecc). I collutori, per poter trovare un sicuro ed efficace impiego clinico, devono possedere alcuni requisiti:

  • non sopprimere la flora microbica saprofita del cavo orale;
  • esercitare un’azione inibente essenzialmente sulle superfici degli elementi dentali;
  • essere di semplice e pratico impiego;
  • non arrecare effetti avversi a carico dei tessuti duri e/o molli del cavo orale.

Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia di due collutori, Colgate Plax Soft Mint e Colgate Plax Cool Mint (Colgate-Palmolive Company, New York, USA), nella riduzione dell’indice di placca (PI) e del sanguinamento al sondaggio (BOP), quando associati a corrette tecniche di controllo meccanico della placca dentale.

Materiali e metodi                                  

Per il seguente studio sono stati selezionati 60 pazienti, di età compresa tra 18 e 50 anni, che presentavano buone condizioni di salute sistemica e almeno 24 elementi dentali presenti in arcata. Sono stati esclusi dallo studio tutti quei soggetti affetti da grave malattia parodontale, portatori di apparecchi ortodontici, di protesi parziali rimovibili, in gravidanza, diabetici, immunodepressi e fumatori. Non sono stati altresì presi in considerazione pazienti che mostravano ridotte capacità motorie nell’esecuzione delle procedure di igiene orale. 

I pazienti sono stati suddivisi, in modo random, in tre gruppi: Gruppo A (Colgate Plax Soft Mint), Gruppo B (Colgate Plax Cool Mint) e Gruppo C (controllo) cui veniva somministrato un placebo. Per ogni paziente sono stati prescritti tre sciacqui al giorno per l’intera durata dello studio (30 giorni). È necessario precisare che i due collutori testati presentano la stessa formulazione chimica e identico principio attivo antiplacca (cetilpiridinio cloruro) differenziandosi unicamente per l’aroma (menta dolce o menta forte). 

Nel corso della prima visita, a ognuno dei pazienti appartenenti ai tre gruppi sono state impartite corrette istruzioni di igiene orale (tecnica di Bass modificata, tre volte al giorno per una durata di tre minuti), forniti spazzolini nuovi e sono stati inseriti in un’apposita cartella clinica, realizzata all’uopo, i valori relativi ai seguenti indici: di placca (PI) sulle quattro superfici dentali (mesiale – distale – vestibolare – orale) e di sanguinamento al sondaggio (BOP). Le stesse misurazioni sono state rilevate durante la visita di controllo eseguita dopo 30 giorni. In tale occasione, è stata altresì valutata l’insorgenza di eventuali reazioni avverse a carico dei tessuti molli della bocca, l’eventuale comparsa di discromie a carico dei tessuti duri degli elementi dentali, nonché la compliance, intesa come risposta alle qualità organolettiche del prodotto e/o alterazioni del gusto, riportando i giudizi riferiti dai singoli pazienti.  I dati così ottenuti sono stati raccolti e analizzati statisticamente (paired t-test, p < 0,05).  

1. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo A.
1. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo A.
2. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo A.
2. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo A.
3. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo B.
3. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo B.

Risultati                                           

I dati relativi all’indice di placca (PI) e all’indice di sanguinamento al sondaggio (BOP) per i tre gruppi dopo 30 giorni sono i seguenti:                         

  • Gruppo A: riduzione media del PI pari al 10,6%, passando da valori medi iniziali del 15,6% a valori medi del 5% dopo il trattamento (figura 1); riduzione media del BOP pari al 7,7%, passando da valori medi iniziali del 12,8% a valori medi del 5,1% dopo il trattamento (figura 2).            
  • Gruppo B: riduzione media del PI pari al 11%, passando da valori medi iniziali del 16,1% a valori medi del 5,1% dopo il trattamento (figura 3); riduzione media del BOP pari al 7%, passando da valori medi iniziali del 11,3% a valori medi del 4,3% dopo il trattamento (figura 4).             
  • Gruppo C: riduzione media del PI pari al 9,2%, passando da valori medi iniziali del 15,7% a valori medi del 6,5% dopo il trattamento (figura 5); riduzione media del BOP pari al 5,9%, passando da valori medi iniziali del 12,7% a valori medi del 6,8% dopo il trattamento (figura 6).              

Le riduzioni registrate sia per l’indice di placca sia per l’indice di sanguinamento al sondaggio si sono rivelate statisticamente significative (p < 0,05) in tutti e tre i gruppi.

Per quel che concerne la compliance, nessun paziente del Gruppo A ha lamentato la comparsa di cattivo sapore o alterazione del gusto, mentre per il Gruppo B quattro pazienti hanno riferito bruciore delle mucose, che comunque scemava in breve tempo dopo lo sciacquo. All’esame obiettivo non si è rilevata l’insorgenza di discromie dentali e di reazioni avverse a carico dei tessuti molli della bocca in nessuno dei soggetti appartenente ai Gruppi A e B.       

Discussione                                  

Dall’analisi dei risultati ottenuti nel presente studio emerge come nell’intero campione si sia registrata una significativa riduzione sia dell’indice di placca sia dell’indice di sanguinamento al sondaggio, anche se sono emerse delle differenze tra i tre gruppi: difatti, i suddetti indici hanno subito una maggiore riduzione nei Gruppi A e B, ai quali erano stati somministrati rispettivamente Colgate Plax Soft Mint e Colgate Plax Cool Mint, rispetto al Gruppo C (controllo) cui veniva fornito il placebo. Da ciò si evince l’efficacia dei due collutori testati, i quali hanno contribuito a un’ulteriore riduzione della placca coadiuvando l’azione meccanica ottenuta attraverso l’impiego dello spazzolino.

4. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo B.
4. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo B.
5. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo C.
5. Visualizzazione grafica della variazione media dell’indice di placca (PI) rilevata nel gruppo C.
6. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo C.
6. Visualizzazione grafica della variazione media del sanguinamento al sondaggio (BOP) rilevata nel gruppo C.

Tuttavia, è opportuno considerare come l’efficacia dei collutori sia condizionata da diversi fattori di difficile previsione e variabili da soggetto a soggetto, quali per esempio la diluizione del principio attivo nella saliva, gli effetti esercitati dalla presenza di alcune sostanze organiche presenti nella bocca e il tempo di permanenza dell’agente nel cavo orale14,16,17. Tale evidenza ben sottolinea come, in realtà, il controllo chimico della placca debba necessariamente associarsi a quello meccanico, il quale, se correttamente e sistematicamente eseguito (tecnica di Bass, tre volte al giorno per una durata di tre minuti), consente il mantenimento di un’adeguata igiene orale domiciliare, indispensabile non solo per la prevenzione dell’insorgenza delle gengiviti e della malattia parodontale, ma anche per il mantenimento dei risultati ottenuti attraverso trattamenti parodontali professionali. L’effetto antiplacca svolto dalle formulazioni testate è probabilmente da attribuire all’azione esercitata dai principi attivi presenti e, in particolare, al cetilpiridinio cloruro. Questo componente, presente in entrambi i collutori testati, è un agente antibatterico ad ampio spettro di azione, caratterizzato da un potente effetto battericida sui batteri Gram-positivi. È stato, infatti, dimostrato che un collutorio contenente lo 0,05% di cetilpiridinio cloruro determina una regressione batterica immediata compresa tra 90% e 99% dopo un ora dall’applicazione18.

Per quel che concerne le qualità organolettiche dei prodotti, nessun paziente ha riportato comparsa di cattivo sapore, anzi è opportuno sottolineare come, in gran parte dei casi, sia stata riferita una gradevole sensazione di freschezza della bocca senza peraltro registrare alterazione del gusto e/o fenomeni di irritazione gengivale. Tuttavia, in un numero limitato di pazienti (4/20), appartenenti al Gruppo B (Colgate Plax Cool Mint), è stata riferita una sensazione di bruciore di breve durata, di intensità decrescente a partire dal primo sciacquo fino a scomparire entro il secondo giorno e di modesta entità, tanto da non causare in nessun caso l’interruzione del trattamento. Non sono state, altresì, riscontrate discromie dentali dopo l’uso di entrambi i prodotti, nonostante la loro applicazione si sia protratta per un periodo di tempo relativamente lungo (30 giorni) a testimonianza di come i collutori testati possano essere utilizzati quotidianamente in associazione alle normali procedure di igiene orale domiciliare.

È altresì importante specificare come entrambi i prodotti possano esplicare anche un’azione di prevenzione nell’insorgenza delle lesioni cariose in relazione alla presenza di fluoruro di sodio, il cui effetto dipende dal parziale scambio degli ioni ossidrile (circa il 10%) dell’apatite dentale con gli ioni fluoro. La fluoroapatite risulta più resistente all’azione degli acidi carbossilici, formati biologicamente nel cavo orale a partire dai carbonati, conferendo così al dente maggiore resistenza nei confronti dei batteri cariogeni19,20.                                       

Conclusioni                                                  

Da quanto emerso nel presente lavoro, si può affermare come entrambi i collutori testati rappresentino degli strumenti di igiene orale domiciliare che possono trovare un valido e sicuro impiego clinico nel controllo della formazione della placca sopragengivale e nella riduzione dello stato di infiammazione dei tessuti gengivali contribuendo così al mantenimento dello stato di salute parodontale. A fronte di ciò, è basilare precisare come l’utilizzo dei collutori debba essere sempre associato a un controllo meccanico domiciliare della placca, che preveda in primis un impiego sistematico, corretto e personalizzato dello spazzolino dentale e di altri presidi (scovolino e filo interdentale), in altre parole gli agenti chimici devono essere considerati complementi e non sostituti permanenti di quelli meccanici.                           

Corrispondenza
professor Luca Testarelli
Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche
Via Caserta, 6
00161 Roma
e-mail: lucatestarelli@yahoo.it.

• Nadia Zallocco1
• Gianluca Gambarini1
• Luca Testarelli2
• Valerio Milana2
Sapienza Università di Roma, I Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Igiene Dentale
1 Insegnamento di Materiali Dentari, Titolare: professor Gianluca Gambarini
2 Insegnamento di Dispositivi dell’Unità Operativa Odontoiatrica, Titolare:
professor Luca Testarelli

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Efficacia clinica di due collutori antiplacca - Ultima modifica: 2010-05-13T11:49:42+00:00 da Redazione

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