ossido di zirconio protesi corona disilicato di litio
ossido di zirconio protesi corona disilicato di litio

Negli ultimi anni la ricerca nell’ambito dei materiali dentari ha conosciuto un forte sviluppo. Si è cercato di affiancare ai materiali tradizionalmente di largo consumo una serie di nuovi prodotti. L’obiettivo era ovviamente ottenere substrati che coniugassero performance elevate e resa estetica brillante senza dimenticare, per ovvi motivi, la biocompatibilità. Anzi, se possibile, un nuovo materiale dovrebbe superare gli altri prodotti anche dal punto di vista dell’impatto biologico sui tessuti nativi. Alcuni di questi materiali, non a caso, sono garantiti come metal-free.

Una disciplina odontoiatrica che negli ultimi anni ha visto l’avvento di nuove metodologie basate su materiali differenti da quelli tradizionali è senza dubbio la protesi fissa. La continua evoluzione ha permesso ai professionisti di rispondere sempre di più a quelle che erano le esigenze di moltissimi pazienti, desiderosi di ripristinare il proprio sorriso nel rispetto dell’anatomia originale e a tutela della massima funzionalità.

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In ambito protesico un materiale il cui utilizzo ha conosciuto un notevole ampliamento è il disilicato di litio. Si tratta di un composto inserito in forma di cristalli all’interno della matrice vetrosa di alcune vetro-ceramiche. Come riportato nelle Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia, diffuse a gennaio 2014 dal Ministero della Salute, il disilicato trova impiego nella realizzazione di corone singole cementate e di protesi parziali cementate nella sola regione frontale (cioè di ponti anteriori a tre elementi che non si estendano oltre il primo premolare). Può essere utilizzato come base da restauro diretto o rivestito con ceramiche stratificate o pressate.

Il materiale venne introdotto nel mercato internazionale nel 1998 e lo stesso produttore ne garantiva l’impiego per restauri veneer, inlay, onlay e corone fino a tre elementi anteriori. Nel corso degli anni, si può dire che si sia evoluto da materiale principalmente utilizzato per realizzare sottostrutture: oggi è infatti disponibile in forma monolitica.

Esso è da sempre noto per la naturalezza della sua resa estetica, essendo dotato di notevole traslucenza. D’altra parte, gli viene storicamente imputata una certa fragilità in termini biomeccanici. In questo senso, la fase di selezione del restauro in base allo status occlusale del paziente è di dirimente importanza, ancora più che con altri materiali.

Una revisione della letteratura di recente pubblicazione si è concentrata proprio sul dato del tasso di sopravvivenza. I dati suggeriscono chiaramente come il survival rate nel breve periodo sia eccellente (soprattutto per quanto riguarda la singola corona). Nel contempo, le evidenze a medio e lungo termine sono ritenute attualmente non sufficienti, in particolare per quanto concerne i restauri a più elementi. Viene confermato, contemporaneamente, come i fallimenti tendano a concentrarsi nella regione posteriore.

Disilicato di litio: proprietà e survival rate - Ultima modifica: 2015-09-16T09:05:28+00:00 da redazione

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