Costruita intorno alle esigenze dell’odontoiatria e della didattica

Poi, sotto il profilo didattico: lo studente dopo lezioni teoriche e esercitazioni precliniche in ambiente simulato può con serenità e sufficiente competenza iniziare a operare sul paziente, sviluppando così al meglio le competenze in tutte le discipline odontoiatriche. Un lavoro di squadra di cui beneficiano anche gli studenti. È così? Certo, e il merito è anche della struttura che, progettata intorno alle esigenze dell’odontoiatria e della didattica, agevola la comunicazione e l’interazione. È un luogo molto accogliente oltre che tecnologicamente avanzato. Professor Carossa, come definirebbe, con una parola, la Dental School? Una clinica all’avanguardia sotto il profilo impiantistico, tecnologico, strumentario. Anche dal punto di vista didattico, abbiamo un’aula manichini che ci invidiano anche le scuole straniere: è stata progettata in Italia da un pool di cinque persone, tra cui il professor Berutti, sotto la guida di Saratoga e Pininfarina. I 70 riuniti di cui disponiamo, oltre ai quattro presenti alle Molinette come appoggio per i pazienti ricoverati, ci consentono di operare al meglio. Dal punto di vista assistenziale i pazienti sono divisi in due fasce: nella fascia “1” sono inseriti coloro i quali hanno problemi di tipo sistemico che difficilmente li renderebbero idonei a essere trattati altrove, soprattutto in strutture private; la fascia “2” invece è composta da pazienti scelti in base all’idoneità nell’iter didattico clinico per essere affidati agli studenti.

Questa selezione permette agli studenti e ai tutor di operare con maggior tranquillità e sicurezza… Sì, e agli studenti in particolare permette di conoscere tutte le tipologie di pazienti e di avere un’idea di quella che sarà l’utenza del prossimo futuro. Professor Berutti, una domanda al Direttore del Master in Microendodonzia Clinica e Chirurgica attivo presso la Dental School da diversi anni: che importanza ha oggi per un libero professionista approfondire le proprie conoscenze nel settore in cui opera? Investire sulla propria professionalità ha una grande rilevanza, oggi più di ieri e le persone che frequentano i Master presso la nostra struttura ne sono consapevoli. Ciascun odontoiatra dovrebbe essere particolarmente competente in una specialità: è l’unico modo per contrastare la sindrome della poltrona vuota. Professor Carossa, è d’accordo con questa analisi? Sì, chi lavora bene, con competenza, lavorerà sempre, anche nei momenti di crisi.

Pubblicità

Tuttavia l’odontoiatria di oggi ha una peculiarità rispetto al passato: richiede sì una preparazione specifica, ma anche la capacità di trattare pazienti sempre più anziani che sovente sono affetti da patologie sistemiche che l’odontoiatra non può non conoscere, né sottovalutare. Qual è dunque il suo consiglio da dare soprattutto ai giovani odontoiatri? È quello di specializzarsi e di andare per un certo periodo all’estero, non tanto per perfezionarsi nell’odontoiatria, perché per fortuna la scuola italiana non è seconda a nessuno, ma per apprendere bene soprattutto la lingua inglese. I dati di Almalaurea sono incoraggianti: dopo l’esame di Stato, i nostri giovani trovano impiego rapidamente, entro 3- 5 mesi. Tuttavia, per mantenere alto il livello di competenza raggiunto, bisogna rimane aggiornati e pretendere dal proprio datore di lavoro, se si è dipendenti, attrezzature adeguate per poter svolgere al meglio la propria mansione.

Costruita intorno alle esigenze dell’odontoiatria e della didattica - Ultima modifica: 2013-06-01T14:31:31+00:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome